Umberto Santino ha scandito – e in qualche misura,
forse, supportato – la sua instancabile attività scientifica e sociale con una
riflessione più interiore. Dopo vari altri frutti di questa spiritualità laica
- i suoi scritti di carattere letterario, sia narrativi che lirici – viene alla
luce in questi giorni una raccolta di poesie composte dal 1964 a oggi: Appunti
per un libro di versi (Di Girolamo, Trapani 2025, pp. 426, euro 20,00).
Come è facile ipotizzare, queste pagine riflettono
varie stagioni della sua esistenza e varie sfaccettature della sua personalità.
Alcune rivelano l’impegno del co-fondatore (con la
moglie Anna Puglisi) del “Centro siciliano di documentazione Giuseppe
Impastato”: “Questo non è mio figlio./ Queste non sono le sue mani/ questo non
è il suo volto./ Questi brandelli di carne/ non li ho fatti io./ Mio figlio era
la voce/ che gridava nella piazza/ era il rasoio affilato/delle sue parole/era
la rabbia/era l’amore/che voleva nascere/che voleva crescere./ Questo era mio
figlio/quand’era vivo,/quando lottava con tutti:/mafiosi, fascisti,/uomini di
panza/ che non valgono neppure un soldo/ padri senza figli/ lupi senza pietà” .
In altre pagine l’eco di tante campagne
anti-militariste: “I mercanti vendono armi/e le armi sono fatte per
combattere./ I più furbi erano loro/ e vincere o perdere/non aveva senso per
chi cadeva/guardando per l’ultima volta/il cielo che avremmo potuto goderci/
stando seduti nelle caffetterie”.
Versi del natale 2000 non hanno perduto – purtroppo –
neppure un grammo di tragica attualità: “Neppure questa notte/ci sarà tregua/
tra i ragazzi dell’Intifada/ e i soldati del popolo eletto./Qui si attende
ancora/la nascita di un messia/ e si scambiano le parti/ Davide e Golia”. Come non
l’hanno perduto altri “appunti” della prima decina del secolo in corso dedicati
al Mediterraneo: “Non arrivano più guerrieri/spinti dalla voglia/ di
conquistare il mondo/ o corsari allenati/agli stupri e ai saccheggi/ e le acque
non assistono più/ alle battaglie tra romani e cartaginesi/bevendo il loro
sangue./Ora sul mare si avventurano/i figli della disperazione/e li spinge la
ricerca/di improbabili terre promesse./E le onde cullano i corpi/dei morti alla
speranza”.
Ancora più tremenda della crudeltà fra esseri umani all’autore
appare la ferocia degli umani verso gli altri animali: “Lezione di morte/ per
chi rimane a vivere/io canto la tua bocca spalancata/canto il tuo sangue
sparso/la tua nudità innocente/nel sudario della sera/toro senza nome/ucciso da
uomini senza pietà/ nero cristo di Spagna”.
A tanti orrori Santino non può reagire più né con la
fede cristiana della giovinezza né con la speranza marxista della prima
maturità: come agli apostoli di Cristo e ai profeti della rivoluzione
comunista, anche a noi resta solo da tornare “alle nostre case/per continuare a
sognare/ un sogno che non si avvera…”. A
giudizio dell’autore l’estrema dignità è reggere, con coraggio esistenziale, la
lezione che la natura impartisce ancor più della storia: “lunga o breve/ la
strada è senza meta,/ e non ha senso/ né l’andata/né il ritorno”.
Se la consapevolezza delle brutture della storia conferisce alla raccolta una tonalità predominantemente malinconica, non mancano pagine in cui la bellezza della natura e soprattutto dell’arte (fruita nei numerosi viaggi in giro per l’Europa e l’Africa settentrionale) sembra aprire qualche spiraglio luminoso. Come ad esempio grazie alla contemplazione estetica di un quadro del caravaggesco Stomer ospitato nel museo di Messina: “Ci scaldiamo a questa fiamma/ che brucia la luce/e dirada l’ombra/che ci giunge/ dal buio del mondo”. Addirittura non mancano, qua e là, tracce della vena umoristica dell’autore, come quando – inspirato dall’autore di Alice nel paese delle meraviglie – si diverte a comporre un limerick: “Due turisti affamati/andarono a Limerick per essere sfamati,/ ma trovarono solo un’acciuga/che si asciugava nel bagnasciuga./Poveri turisti che rimasero affamati”.
Augusto Cavadi
* Sabato 1 marzo 2025 alle ore 18.30 il volume sarà presentato a Palermo, da Mario Valentini, presso la "Casa dell'equità e della bellezza" (via N. Garzilli 43/a).
Per la versione originale di questa recensione, con corredo iconografico, cliccare qui: https://www.zerozeronews.it/poesia-come-voce-dellimpegno-civile/
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