domenica 23 febbraio 2025

IL PRIMO VOLUME DEI RACCONTI FANTA-STORICI DI MASSIMO PATERNI

 Per gentile concessione dell’editore pubblichiamo la Prefazione di Augusto Cavadi al volume di Massimo Paterni, Come se Dio ci fosse. “La grande Città su te crollerà e l’Imperatore per sé ti vorrà…”, Diogene Multimedia, Bologna 2025, vol. 1 di 3.

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Sin da ragazzo ho sognato di scrivere un romanzo, convinto che la narrativa veicoli le  idee filosofiche in maniera più efficace della saggistica. Poiché ho abbondantemente superato la soglia dei sette decenni, mi sono rassegnato all’inattuabilità del mio sogno. Unico conforto: constatare che altri riescano dove a me non è stato concesso. Ecco perché, quando mi sono passate per le mani le pagine di questo volume, ho avvertito un senso di gioioso sollievo: il mio amico Massimo Paterni aveva preparato per noi lettori un banchetto intellettuale, estetico e direi anche spirituale davvero prezioso. (Uso ‘spirituale’ nell’accezione più laica dell’aggettivo: talmente ‘laica’ - priva di pregiudizi – da potersi permettere la trattazione anche di tematiche teologiche).

Almeno a prima vista non si tratta di un romanzo comunemente inteso, ma di una serie di racconti. Solo che, quando si entra nelle storie, ci si accorge che, in realtà, narrano tutte la medesima vicenda che ritorna quasi ossessivamente: c’è sempre qualcuno alla ricerca del senso del sacro nella vita, ma Dio continua a tacere.

Da uno sguardo all’indice di questo primo volume si intravede il filo conduttore delle vicende del monoteismo mediterraneo che lentamente, gradualmente, ma inesorabilmente, scalza e schiaccia i paganesimi precedenti: una traiettoria apparentemente trionfale di cui noi abitanti del XXI secolo possiamo misurare – nella stagione della secolarizzazione occidentale in tensione dialettica con fondamentalismi sempre più feroci -  l’intrinseca ambiguità e, in ultima analisi, il fallimento. Siamo o no entrati nell’era del post-teismo? L’autore non dà una risposta. Forse, da osservatore oggettivo, lo teme, ma, da credente di inspirazione protestante, spera contro ogni speranza.

Intanto regala al lettore un godimento insolito: adotta, ogni volta, uno stile letterario consonante con i contenuti (teorici e più spesso storici) veicolati.  Così il Prologo, di stampo nichilista è redatto come fosse un apocrifo di Borges. Nascita evoca gli elementi comuni a tutte le rinascite del Sole nel solstizio di inverno (da Horus, a Mitra, a Cristo) e, dunque, si snoda su un registro comunicativo arcaico. Segue una serie di tre racconti chiamata Espansione in cui si inanellano vicende cruciali dal declino dell’Impero Romano d’Occidente all’ascesa dell’Impero Bizantino sino all’esplosione dell’Impero islamico e alla rifondazione in Europa del Sacro Romano Impero. Queste tre storie si possono leggere come una sola in tre tempi, ma, poiché fra la prima e l’ultima passano più di otto secoli, Paterni modula la lingua in maniere differenti: asciutta nel primo episodio con protagonista un soldato romano; morbida e orientaleggiante nel secondo che sembra tratto da  Mille e una notte; shakespeariana nel terzo e ultimo incentrato sulle stragi e ingiustizie consumate da Carlo Magno per riunire quasi tutto l’Impero d’Occidente sotto l’egida di ciò che egli ritiene essere la fede cristiana.

Alla fine, come accade nelle opere riuscite, si ha la benefica sensazione che l’immersione nel passato (per quanto gradevole) non sia stata una fuga dal presente, piuttosto una presa di distanza provvisoria per ritornarvi con più lucida consapevolezza: Homo sapiens non è stato mai privo d’insipienza, ma nei recessi più oscuri dell’anima dei singoli e dei popoli non si è spenta l’utopia di una convivenza meno crudele e addirittura fraterna.

 Augusto Cavadi

www.augustocavadi.com

* Per la versione originaria illustrata cliccare qui: 

https://www.zerozeronews.it/la-storia-romanzata-per-divulgare-la-filosofia/

1 commento:

Maria D'Asaro ha detto...

Complimenti a Massimo Paterni per il fanta-romanzo e a te per la suggestiva recensione!