LE LISTE DI PROSCRIZIONE DEGLI INTELLETTUALI CHIC
Come
è noto la fantascienza non è solo anticipazione del futuro, ma anche
disvelamento di trame celate nel presente. Ad esempio Il censimento dei
radical chic di Giacomo Papi (che la Feltrinelli ha pubblicato in prima
edizione nel 2019, ma che ho avuto fra le mani solo in questi giorni) è un
agevole romanzo di fantastoria in cui, col pretesto letterario di narrare
vicende di tempi a venire, si mette a nudo un aspetto rilevante della
condizione sociale attuale: la divaricazione fra un numero sempre più esiguo di
“intellettuali” e una massa sempre più imponente di persone orgogliose della
propria ignoranza.
Se
il registro comunicativo prescelto fosse morale, o addirittura moralistico, il
libro resterebbe utile, ma si sommerebbe a una lunga serie di pamphlet
che negli ultimi anni denunciano il fenomeno. Invece l’autore - adottato un
codice umoristico, a tratti ironico – integra le critiche agli incolti con
almeno due elementi originali: le frecciatine agli “intellettuali” stessi (che
così non risultano del tutto esenti da ogni colpa) e le accuse a quei politici
che incentivano la tendenza popolare per strumentalizzarla intenzionalmente.
Della
maggioranza allergica alla lettura, alla riflessione, alla dialettica fra idee
si smaschera una dimensione abitualmente nascosta: la violenza. Chi non ha armi
intellettuali ricorre, spontaneamente, all’offesa verbale (specie anonima, ad
esempio sui social: “Miserabili intellettuali, mi fate schifo! @
Lindackty”, p. 11) ) e, se non basta, alle armi fisiche (“Il primo lo
ammazzarono a bastonate perché aveva citato Spinoza durante un talk show”, p.
9). C’è un legame, sotterraneo ma forte, tra ripudio diffuso dell’istruzione,
della memoria storica, della curiosità antropologica verso altri popoli e
accettazione della “guerra” come possibilità lecita, anzi inevitabile, per
gestire i conflitti. Per rendere più accessibile il linguaggio si vanno elidendo
le parole più difficili, ma “a forza di semplificare la guerra è diventata
l’unica soluzione” (p. 139).
Quanto
agli intellettuali, Papi rileva che appaiono “radical chic” agli occhi degli
ignoranti, ma ammette che tale rappresentazione caricaturale abbia in essi –
nel loro stile di vita, nel loro linguaggio, nel loro disimpegno – dei fondamenti oggettivi. Tra di loro ci sono studiosi seri e
riservati, ma incapaci di coalizzarsi e di organizzare una qualche forma di
resistenza alla marea montante delle persecuzioni; senza contare le signore
chiacchierone (come le cugine Clelia e Anna) o i giovani (come Cosma) che,
inseguendo il sogno di una rivoluzione sempre più improbabile, finiscono con
l’esercitare una violenza uguale e contraria rispetto agli avversari.
E’
comunque ai politici di professione che l’autore riserva gli strali più
acuminati: alcuni sono davvero ignoranti, ma altri fingono di esserlo per poter
accrescere i consensi elettorali. Come il “Primo ministro dell’Interno”, sono
convinti che “il popolo non si deve elevare al livello delle élite, sono le
élite che devono abbassarsi al livello del popolo”(p. 87). Se non proprio ad
abbassarsi davvero, a fare finta: “bisogna che gli intelligenti imparino a dire
le cose in modo che gli stupidi credano di averle pensate da soli” (ivi).
Cosa c’entra, in questo contesto, “il censimento dei radicali chic” che dà il titolo al romanzo? E’ una delle tante liste di proscrizione che periodicamente si riproducono nella storia dell’umanità. Solo che, nell’epoca post-moderna (o iper-moderna), le dittature evitano il cattivo gusto di presentarsi come tali: preferiscono apparire come apparati di soccorso e di protezione agli occhi delle stesse vittime designate. Da qui l’idea geniale del governo di invitare chiunque si interpreti come “intellettuale” a iscriversi spontaneamente a un elenco di nominativi di cittadini da far sorvegliare giorno e notte: ufficialmente per difenderli dagli ignoranti scalmanati, in realtà per tenerli strettamente sotto controllo. Con questa strategia si evita di creare nuovi martiri e, dunque, il rischio di una indignata sollevazione popolare. Certo, qualcuno potrebbe subodorare l’imbroglio istituzionale ma, ormai, non c’è ingiustizia (specie se sistemica) abbastanza eclatante da suscitare rivolte.
Augusto
Cavadi
* Per la versione illustrata cliccare qui:
https://www.zerozeronews.it/le-liste-di-proscrizione-di-intellettuali-e-radical-chic/
Nessun commento:
Posta un commento