venerdì 29 novembre 2024

LE RESPONSABILITA' DELL'OCCIDENTE PER LA GUERRA FRA RUSSIA E UCRAINA

 

Ogni giorno, in Italia, si sfornano centinaia di libri: tra questi alcuni istruttivi, pochissimi davvero imperdibili. Se non mi inganno, l’agile e denso Come l’Occidente ha provocato la guerra in Ucraina (Fazi Editore, Roma 2023), di Benjamin Abelow, appartiene a quest’ultima categoria. Infatti è talmente chiaro nell’enunciare la sua tesi e talmente documentato nell’argomentarla che – alla fine della lettura – bisogna appellarsi a una forte riserva di pregiudizi ideologici per non condividerla.

L’autore ribadisce più volte che “le provocazioni che gli Stati Uniti e i loro alleati hanno lanciato alla Russia sono errori politici talmente gravi che, a parti invertite, i leader statunitensi avrebbero da tempo rischiato una guerra nucleare con la Russia. Per i vertici americani affermare il contrario, come fanno adesso, rappresenta un pericoloso disconoscimento della realtà” (p. 57). Non si tratta di giustificare Putin, ma di capirne le ragioni perché se è un pazzo scatenato non resta che aspettare che la Nato distrugga la Russia o la Russia distrugga la Nato; se invece è un politico che sta difendendo in maniera autolesionistica un punto di vista logico, c’è la possibilità che – riconoscendo la parte di verità del suo punto di vista – si possa evitare il suicidio finale dell’umanità.

L’estremo interesse di questo libro sta nel fatto che le ragioni di Putin vengono esposte non da studiosi e politici russi o cinesi, ma proprio statunitensi, a cominciare addirittura da un falco di lungo corso, come Henry Kissinger, che (come ricorda Luciano Canfora nella lucida Prefazione), nel maggio 2022 (!!!),  esortava l’Occidente a non cercare “la sconfitta della Russia, che salderebbe l’alleanza fra Russia e Cina” (p. XIV). Ma la lista delle citazioni riportate e contestualizzate è lunga: da Chas Freeman (ex vicesegretario alla Difesa per gli affari di sicurezza nazionale) che, con amara ironia, afferma: “Combatteremo fino all’ultimo ucraino per l’indipendenza ucraina” (p.6) , al colonnello Douglas Macgregor, “storico comandante in Iraq che ha contribuito a sviluppare i piani di guerra statunitensi per l’Europa” (p. 17) : “Per i russi ciò che accade in Ucraina è una questione esistenziale. (…) I russi non tollerano forze o armamenti stranieri sul campo all’interno di un paese a loro ostile e che potrebbero plausibilmente minacciare la loro esistenza. (…) Cosa faremmo noi se i russi o i cinesi o qualcun altro dispiegasse una forza militare in Messico?” ( p. 33).

La tracotanza dei vincitori della Prima guerra mondiale ha arato il terreno per lo scoppio della Seconda: così sta avvenendo per voler stravincere dopo l’implosione dell’Unione Sovietica. Con una cecità supplementare: si vuole stravincere non contro il nemico di prima, ma contro chi ne ha eroso il potere. Già nel 1997 Geroges Kennan, “forse il più insigne statista americano allora in vita”, metteva in guardia contro l’errore del suo governo: “l’allargamento della NATO sarebbe l’errore più fatale della politica americana in tutta l’era post guerra fredda” (p. 43). E, in un’intervista dell’anno successivo, il novantaquattrenne ex-ambasciatore degli USA a Mosca si chiedeva retoricamente: “Ma davvero non lo capiamo? Le nostre divergenze durante la guerra fredda erano con il regime comunista sovietico. E adesso stiamo voltando le spalle proprio alle persone che hanno organizzato la più grande rivoluzione incruenta della storia per rimuovere quel regime” (p. 44). Davvero gli dei accecano coloro che vogliono distruggere! In questo scenario l’Unione Europea non potrebbe comportarsi in maniera più insipiente: invece di allargare l’alleanza alla Russia per costituire un Terzo polo mondiale dopo USA e Cina, si presta alle mire espansionistiche dell’USA e alla testardaggine di un capo di Stato, come Zelensky, che è stato eletto a larga maggioranza nel 2019 con la promessa di ristabilire la pace nel Donbass, senza riuscirvi, anzi allargando il conflitto nella convinzione che Putin non avrebbe rispettato nessun accordo sottoscritto (vedi proposta di mediazione del cancelliere tedesco Olaf Scholz, cinque giorni prima dell’invasione russa, a p. 66). Da parte sua, il capo della Russia sta facendo del suo peggio per elaborare un’ideologia reazionaria in funzione anti-occidentale rinforzando i legami con una Chiesa ortodossa nella cui predicazione è difficile rintracciare gli echi evangelici originari: insomma, ogni mese che passa ci avviciniamo a un baratro che ci eravamo illusi di evitare ormai per sempre. Gli appelli a fermarsi sinché si è in tempo, da parte di papa Francesco, vengono ignorati non solo (come è prevedibile) dal mondo non-cattolico e non-cristiano, ma perfino dai politici cattolici presenti nei parlamenti italiano, europeo e statunitense.

 

Augusto Cavadi

“Adista / Segni nuovi”

41 del 30.11.2024

3 commenti:

Maria D'Asaro ha detto...

Grazie, Augusto. Bisognerebbe che meditassero sulle riflessioni proposte dal libretto i parlamentari italiani che votano per l'aumento delle spese militari e l'invio di armi a destra e a manca.

Alberto Genovese ha detto...

Kissinger: colui che consegnò il Cile di Allende nelle mani del generale Pinochet e della sua banda di criminali torturatori! Il solo vederlo citato in un libro mi dà il voltastomaco (beninteso che il buon Augusto qui non c’entra). Dar credito alle sue opinioni è come ascoltare il diavolo. Ebbene, ammesso che Putin abbia avuto sulla questione Ucraina le sue parti di ragioni, avrebbe dovuto, nell’ordine: sollevare a gran voce la questione presso le sedi diplomatiche più efficaci; chiedere una convocazione straordinaria dell’ONU (lo dico grossolanamente); se ancora inascoltato, minacciare la mobilitazione; in ultima ratio, mobilitare le sue truppe alla frontiera Ucraina e lanciare un ultimatum. Nulla di tutto ciò: contando sulla fellonia dell’Europa e sull’inazione degli USA (da qui si evince il suo genio politico e strategico) ha proceduto all’invasione con l’obiettivo, che gli è sembrato realistico, di arrivare a Kiev e instaurare un governo fantoccio. Sarebbe stata questa la “pace” auspicata dai pacifisti? Io non ho idea (né penso che molti altri ne abbiano di palesemente chiare) che anche la pace può avere costi talmente esosi che preluderanno a una nuova guerra. La pace a tutti i costi? A costo di chi? (Alberto Genovese)

Pietro Spalla ha detto...

Dici e scrivi bene Aug, è stupido fare i tifosi in situazioni così pericolose invece di sforzarsi di essere obiettivi