Ogni
giorno, in Italia, si sfornano centinaia di libri: tra questi alcuni
istruttivi, pochissimi davvero imperdibili. Se non mi inganno, l’agile e denso Come
l’Occidente ha provocato la guerra in Ucraina (Fazi Editore, Roma 2023), di
Benjamin Abelow, appartiene a quest’ultima categoria. Infatti è talmente chiaro
nell’enunciare la sua tesi e talmente documentato nell’argomentarla che – alla
fine della lettura – bisogna appellarsi a una forte riserva di pregiudizi
ideologici per non condividerla.
L’autore
ribadisce più volte che “le provocazioni che gli Stati Uniti e i loro alleati
hanno lanciato alla Russia sono errori politici talmente gravi che, a parti invertite, i leader statunitensi avrebbero da tempo rischiato una guerra
nucleare con la Russia. Per i vertici americani affermare il contrario, come
fanno adesso, rappresenta un pericoloso disconoscimento della realtà” (p. 57).
Non si tratta di giustificare Putin, ma di capirne le ragioni perché se è un
pazzo scatenato non resta che aspettare che la Nato distrugga la Russia o la
Russia distrugga la Nato; se invece è un politico che sta difendendo in maniera
autolesionistica un punto di vista logico, c’è la possibilità che –
riconoscendo la parte di verità del suo punto di vista – si possa evitare il
suicidio finale dell’umanità.
L’estremo
interesse di questo libro sta nel fatto che le ragioni di Putin vengono esposte
non da studiosi e politici russi o cinesi, ma proprio statunitensi, a
cominciare addirittura da un falco di lungo corso, come Henry Kissinger, che
(come ricorda Luciano Canfora nella lucida Prefazione), nel maggio 2022
(!!!), esortava l’Occidente a non
cercare “la sconfitta della Russia, che salderebbe l’alleanza fra Russia e
Cina” (p. XIV). Ma la lista delle citazioni riportate e contestualizzate è
lunga: da Chas Freeman (ex vicesegretario alla Difesa per gli affari di
sicurezza nazionale) che, con amara ironia, afferma: “Combatteremo fino
all’ultimo ucraino per l’indipendenza ucraina” (p.6) , al colonnello Douglas
Macgregor, “storico comandante in Iraq che ha contribuito a sviluppare i piani
di guerra statunitensi per l’Europa” (p. 17) : “Per i russi ciò che accade in
Ucraina è una questione esistenziale. (…) I russi non tollerano forze o armamenti
stranieri sul campo all’interno di un paese a loro ostile e che potrebbero
plausibilmente minacciare la loro esistenza. (…) Cosa faremmo noi se i russi o
i cinesi o qualcun altro dispiegasse una forza militare in Messico?” ( p. 33).
La
tracotanza dei vincitori della Prima guerra mondiale ha arato il terreno per lo
scoppio della Seconda: così sta avvenendo per voler stravincere dopo
l’implosione dell’Unione Sovietica. Con una cecità supplementare: si vuole
stravincere non contro il nemico di prima, ma contro chi ne ha eroso il potere.
Già nel 1997 Geroges Kennan, “forse il più insigne statista americano allora in
vita”, metteva in guardia contro l’errore del suo governo: “l’allargamento
della NATO sarebbe l’errore più fatale della politica americana in tutta l’era
post guerra fredda” (p. 43). E, in un’intervista dell’anno successivo, il
novantaquattrenne ex-ambasciatore degli USA a Mosca si chiedeva retoricamente:
“Ma davvero non lo capiamo? Le nostre divergenze durante la guerra fredda erano
con il regime comunista sovietico. E adesso stiamo voltando le spalle proprio
alle persone che hanno organizzato la più grande rivoluzione incruenta della
storia per rimuovere quel regime” (p. 44). Davvero gli dei accecano coloro che
vogliono distruggere! In questo scenario l’Unione Europea non potrebbe
comportarsi in maniera più insipiente: invece di allargare l’alleanza alla
Russia per costituire un Terzo polo mondiale dopo USA e Cina, si presta alle
mire espansionistiche dell’USA e alla testardaggine di un capo di Stato, come
Zelensky, che è stato eletto a larga maggioranza nel 2019 con la promessa di
ristabilire la pace nel Donbass, senza riuscirvi, anzi allargando il conflitto
nella convinzione che Putin non avrebbe rispettato nessun accordo sottoscritto
(vedi proposta di mediazione del cancelliere tedesco Olaf Scholz, cinque giorni
prima dell’invasione russa, a p. 66). Da parte sua, il capo della Russia sta
facendo del suo peggio per elaborare un’ideologia reazionaria in funzione
anti-occidentale rinforzando i legami con una Chiesa ortodossa nella cui
predicazione è difficile rintracciare gli echi evangelici originari: insomma,
ogni mese che passa ci avviciniamo a un baratro che ci eravamo illusi di
evitare ormai per sempre. Gli appelli a fermarsi sinché si è in tempo, da parte
di papa Francesco, vengono ignorati non solo (come è prevedibile) dal mondo
non-cattolico e non-cristiano, ma perfino dai politici cattolici presenti nei
parlamenti italiano, europeo e statunitense.
Augusto
Cavadi
“Adista
/ Segni nuovi”
41
del 30.11.2024
3 commenti:
Grazie, Augusto. Bisognerebbe che meditassero sulle riflessioni proposte dal libretto i parlamentari italiani che votano per l'aumento delle spese militari e l'invio di armi a destra e a manca.
Kissinger: colui che consegnò il Cile di Allende nelle mani del generale Pinochet e della sua banda di criminali torturatori! Il solo vederlo citato in un libro mi dà il voltastomaco (beninteso che il buon Augusto qui non c’entra). Dar credito alle sue opinioni è come ascoltare il diavolo. Ebbene, ammesso che Putin abbia avuto sulla questione Ucraina le sue parti di ragioni, avrebbe dovuto, nell’ordine: sollevare a gran voce la questione presso le sedi diplomatiche più efficaci; chiedere una convocazione straordinaria dell’ONU (lo dico grossolanamente); se ancora inascoltato, minacciare la mobilitazione; in ultima ratio, mobilitare le sue truppe alla frontiera Ucraina e lanciare un ultimatum. Nulla di tutto ciò: contando sulla fellonia dell’Europa e sull’inazione degli USA (da qui si evince il suo genio politico e strategico) ha proceduto all’invasione con l’obiettivo, che gli è sembrato realistico, di arrivare a Kiev e instaurare un governo fantoccio. Sarebbe stata questa la “pace” auspicata dai pacifisti? Io non ho idea (né penso che molti altri ne abbiano di palesemente chiare) che anche la pace può avere costi talmente esosi che preluderanno a una nuova guerra. La pace a tutti i costi? A costo di chi? (Alberto Genovese)
Dici e scrivi bene Aug, è stupido fare i tifosi in situazioni così pericolose invece di sforzarsi di essere obiettivi
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