Le vacanze sono vacanze, lo capisco. Ma è intelligente passarle solo per non pensare, anziché anche per fare il punto sulla nostra vita, approfittando di una sospensione momentanea dei ritmi ossessivi quotidiani? Sulla nostra vita: intendo di ciascuno/a di noi, intendo anche di noi come umanità. Ci rendiamo conto che suoniamo, cantiamo e balliamo su un Titanic in rotta di collisione con la Terza – e ultima – guerra mondiale? Ma davvero non ci siamo convinti che con Putin e Zelensky, con Biden e Von der Leyen (per non parlare degli attori non-protagonisti e delle comparse) siamo a un passo dalla catastrofe?
So
la risposta sincera dei migliori fra noi (so anche quella dei peggiori, ma non
m’interessa): “Che ci posso fare, io?”.
Già,
che può fare ognuno/a di noi? Nulla (o quasi) e tutto (o quasi).
Isolatamente
possiamo fare nulla, o quasi nulla.
Aggregandoci
ad altre persone, sole come noi ma come noi non rassegnate, possiamo fare
tutto, o quasi tutto.
In
ogni città italiana – per ora non voglio alzare lo sguardo più in là – c’è un
centro, una sede, una delegazione, una sezione, un circolo di qualche
organizzazione nazionale o internazionale impegnata attivamente contro la
guerra: un partito politico o un sindacato o un movimento o
un’associazione…Nessuna di queste organizzazioni è perfetta, d’accordo. E allora? Sono forse
prive di difetti le organizzazioni fondate su ideologie militariste,
guerrafondaie, colonialiste, imperialiste? Quando la casa brucia, si ricorre a
ogni riserva d’acqua disponibile.
Basta
fare un giro in internet per trovare decine di aggregazioni che da decenni
lavorano non solo “contro” i conflitti bellici ma, soprattutto, “per” la pace,
per la gestione nonviolenta dei conflitti, per diminuire le sperequazioni fra popolo e popolo, fra strati sociali
all’interno dello stesso popolo, fra individui all’interno dello stesso strato
sociale (dipendentemente dal livello di onestà o di corruzione in cui ognuno di
essi svolge il proprio lavoro).
Se
qualcuno non ha la pazienza per navigare in rete può consultare le pagine che
nel volumetto di Andrea Cozzo, La nonviolenza oltre i pregiudizi. Cose da
sapere prima di condividerla o rifiutarla, sono dedicate a una schematica
presentazione dei principali gruppi attualmente operanti in Italia: il
Movimento Nonviolento (fondato da Aldo Capitini), il MIR (Movimento
Internazionale della Riconciliazione), PeaceLink, la Comunità dell’Arca
(fondata dal gandhiano Giuseppe Giovanni Lanza del Vasto), Pax Christi, UPP (Un
Ponte Per), Operazione Colomba (Corpo Nonviolento di pace), Rete italiana per
la pace e il disarmo, Centro Studio Sereno Regis, Centro Gandhi. Se siamo
onesti con noi stessi, non abbiamo scampo: c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Queste e simili organizzazioni hanno bisogno di soldi, ma soprattutto di
persone che dedichino tempo, energie, idee: nessuno, se ha capito la gravità
del passaggio storico che stiamo attraversando, può tirarsi fuori per falsa
umiltà.
A mezzo secolo di distanza la situazione è la stessa rappresentata da Norberto Bobbio a chiusura del suo bel saggio Il problema della guerra e le vie della pace: ...
Per completare la breve lettura, basta un click qui (sull'edizione originaria illustrata):
https://www.zerozeronews.it/ferie-sprecate-e-coscienza-antinucleare-e-non-violenta-da-formare/
Nessun commento:
Posta un commento