Poiché la mafia - una concreta organizzazione criminale - è anche portatrice di una visione del mondo e della storia, va contrastata sia sul piano della repressione giudiziaria che della de-costruzione culturale. Tra gli intellettuali che si sono impegnati di conseguenza rientra certamente il palermitano Giuseppe Carlo Marino che si è spento il 10 luglio dopo una lunga, logorante malattia. Secondo la classificazione convenzionale è stato un “laico” (iscritto al Partito Comunista Italiano sin dagli anni Settanta) , ma nell’ambiente fiorentino dove si è trasferito da studente ha frequentato personaggi di varia estrazione: da Giovanni Spadolini a Giorgio La Pira, Mario Luzi e Nicola Pistelli.
E’ anche il desiderio di lavorare per la sua terra che lo induce a tornare
in Sicilia: come docente liceale a Partinico, prima, come professore di Storia
moderna all’Università dopo. Inoltre ha collaborato per alcuni programmi con la
RAI.
Esordisce con
un testo giovanile del 1964 che avrà la fortuna di un long seller: L'opposizione
mafiosa (1870-1882): baroni e mafia contro lo stato liberale. Non meno letti
(anche fuori dagli ambienti specialistici accademici) L'ideologia
sicilianista: Dall'età dei lumi al Risorgimento del 1972 e La formazione
dello spirito borghese in Italia del 1974.
Tra i testi
che documentano la sua vicinanza militante ai movimenti Antimafia come rivoluzione culturale
del 1993. Dal 1998 in poi viene riedita la sua opera matura di sintesi
sistematica: la Storia della mafia che parte della spedizione dei Mille
sino alla reazione dello Stato alla mafia corleonese (da lui denominata “nazimafia”). Ovviamente i suoi interessi non
si limitano al Meridione (come attesta il suo Globalmafia. Manifesto per
un'internazionale antimafia edito da Bompiani nel 2011) né alla tematica
delle mafie (sua, ad esempio, una Biografia del sessantotto. Utopie,
conquiste, sbandamenti, edita
sempre da Bompiani nel 2004).
Quanti l’abbiamo contattato per chiedergli di trattare un argomento di sua competenza, o di presentare il libro di qualche collega, abbiamo sempre trovato una signorile ma affabile disponibilità. Al di là di qualche tocco di estrosità pittoresca, incontravamo uno studioso serio intellettualmente e moralmente. Insomma, una persona per bene.
Augusto Cavadi"Repubblica / Palermo" on line del 13. 7. 2024.
2 commenti:
Al Prof. Giuseppe Carlo Marino, gli devo buona parte della mia coscienza politica. L’ho conosciuto a Palermo, all’università nella facoltà di scienze politiche prima che mi trasferissi a Roma.
Comunista non migliorista . L’ho frequentato per diversi anni. L’ultima volta c’eravamo visti di presenza a Roma alcuni anni fa.
Sua madre era d’origine genovese, mio zio è un ligure, ed ogni volta che ci beccavamo su Facebook o di presenza, parlavamo delle nostre famiglie, raccontandoci le storie e gli aneddoti della nostra amata Genova.
Lui era un “Balbi”, una famiglia facoltosa genovese del 1600. La via omonima del centro storico fu dedicata ai suoi antenati.
Ci raccontavamo i nostri “caruggi” e le multe che puntualmente facevano a mio fratello all’Apparizione.
Il momento più bello e costruttivo l’ho avuto con lui durante l’ascesa di Matteo Renzi.
Lo chiamavamo il “bullo” fiorentino.
In effetti, per un personaggio come lui, era difficile calarsi nei panni di un piccolo politico “contemporaneo”.
A lui devo l’arte dell’ascolto, il rispetto verso chi nn la pensa come noi.
Ad aprile gli avevo promesso di andarlo a trovare, ma non mi fu possibile per via della mia malattia.
Ci lascia un grande intellettuale, un uomo col cuore tenero ma incompreso dalle menti mediocri che vigilano le sezioni dei loro partiti.
Arrivederci Prof., ovunque tu sia fai un buon viaggio.
Prima o poi ci beccheremo di nuovo!
Ps: Grazie Augusto per avergli dedicato il tuo articolo.
Marcella Galanti.
Grazie, caro Augusto, per questa memoria. E grazie a Marcella per aver condiviso la sua memoria personale, toccante e sentita.
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