mercoledì 27 marzo 2024

GIUDA E GESU’: UN’IPOTESI FANTA-TEOLOGICA

 GIUDA E GESU': UN'IPOTESI FANTA-TEOLOGICA DI GIACOMO PILATI

Nei vangeli cristiani ci sono righe che vengono censurate o, per lo meno, trascurate: strane, difficili da interpretare. Tra queste i versetti 51-52 del capitolo 14 del racconto secondo Marco: “Allora tutti lo abbandonarono e fuggirono. Lo seguiva però un ragazzo, che aveva addosso soltanto un lenzuolo, e lo afferrarono. Ma egli, lasciato cadere il lenzuolo, fuggì via nudo”. Come attesta pure D’Annunzio, questa figura enigmatica non può non accendere l’immaginazione dei poeti (d’altronde non sono i vangeli stessi più poesia che storiografia ?). E’ il caso di Giacomo Pilati che, nel suo recentissimo Un attimo prima di Dio. La passione di Giuda (Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2024), testo splendidamente illustrato da Tiziana Longo, affida niente meno che a Giuda Iscariota il racconto di questa “storia che non è mai accaduta. Forse.” (p. 5). Giuda, icona simbolica di chi è rimasto affascinato dal Rabbi nomade (“I suoi occhi ribelli in principio mi procurarono un diletto sconosciuto. La forza delle parole. L’innominata paura dell’ignoto”, p. 14), ma proprio per tanta “passione” non si rassegna alla morte precoce del Maestro che rende impossibile la rivoluzione prospettata (o, per lo meno, la rende impossibile nelle modalità politico-militari in cui solitamente – e non senza delusioni – vengono concepite le rivoluzioni nella storia di noi mortali). 

Alla fine di una trama srotolata in prosa lirica – fitta di ermetismi che possono infastidire o affascinare, mai lasciare indifferenti – il ragazzo che scappa svestito ha un nome: Marco, l’evangelista stesso. E lo possiamo rivelare perché il segreto dell’opera non è questo. Lo scoop è molto più radicale, sorprendente: talmente spiazzante che non può essere anticipato in una recensione. Spetta al lettore il diritto di scoprirlo da sé. E di regalarsi il tempo necessario per rileggersi daccapo il testo, gustarne dettagli e allusioni, percorrerne il filo teso tra ammirata devozione (sia pur laica) nei confronti del Nazareno e blasfemia demistificante. Tutto dalla prospettiva di Giuda, traditore su invito del tradito e per amore del tradito: un amore così ardente da farsi – non sappiamo quanto intenzionalmente – identificazione.  

Per completare la lettura e vedere il corredo iconografico, clicca qui:

https://www.zerozeronews.it/fanta-teologia-pasquale/

2 commenti:

Giacomo Pilati ha detto...

Grazieeee . Parole preziose. Un abbraccio

don Cosimo Scordato ha detto...

Grazie della recensione, Augusto. Ho tempo per rifletterci e intanto buona Pasqua col bacio di Gesù a Giuda, mica male: almeno questo, nuovo rispetto al vangelo apocrifo di Giuda.