"Adista/Notizie"
OMELIE FUORI DAL TEMPIO
Epifania (6 gennaio) 2024
Testo evangelico: Matteo 2, 1 – 12
Non c’è presepio in cui, a un certo momento, non si
materializzino i re magi. Non è scritto in nessuna parte del Secondo Testamento
che fossero tre (lo si suppone perché avrebbero donato oro, incenso e mirra)
né, tanto meno, che si chiamassero Gaspare, Melchiorre e Baldassare. Come
l’intero vangelo dell’infanzia matteano (i capitoli 1 e 2), in cui è
incastonata, questa pericope rivela
istruttive dipendenze non solo da brani canonici del Primo Testamento, ma anche
da tradizioni midrashiche apocrife. Bastano queste eredità per ritenere
che queste narrazioni siano mere costruzioni letterarie ed escludere qualsiasi
base storica? Sempre più numerosi esegeti lo pensano. Ma la questione non compromette
il significato che il redattore, o i redattori, intendevano annunziare. Come
scrive tra altri Ortensio da Spinetoli, l’autore – a circa settant’anni dalla
nascita dl Salvatore – “davanti a un avvenimento così inatteso, le prime
conversioni dal paganesimo, fa appello a tutti i suoi talenti e a tutte le sue
reminiscenze storico-letterarie per dare a esso un rilievo adeguato. L’attuale
composizione, dove la fede di illustri personaggi pagani è in pieno contrasto
con la miscredenza delle autorità gerosolimitane e dove la tensione è tenuta
sospesa fino al momento in cui gli ospiti cadono in ginocchio davanti al
bambino, risponde a un intento apologetico e pastorale, più che storico”
(Introduzione ai vangeli dell’infanzia, Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2021, p.
60). La convinzione che si vuole proclamare è che con Gesù è nato un nuovo
Israele al quale si appartiene non per codici genetici né per rituali arcaici,
bensì per la sincerità con cui si cerca il Messia e – trovatolo – lo si segue
fedelmente.
Viviamo in un’epoca oscura in cui leader politici dalla vita
privata discutibile, e soprattutto dalle battaglie pubbliche anti-evangeliche,
invece di rinnegare con onestà il messaggio cristiano (stigmatizzandolo come
ingenuo, irrealistico, utopistico) se ne appropriano sfacciatamente e lo
brandiscono come clava per difendere il cortile di casa. Il loro Cristo è
un’eredità etnica da preservare, non un dono universale da esporre –
epifanicamente – a chiunque sul pianeta voglia condividerne la tensione verso la
giustizia, la solidarietà, la pace, l’autodonazione gratuita. Così ci si illude
di conservare per sé dei privilegi e non si sospetta neppure quanto grandi e
gravi siano le rinunce a cui ci si condanna. Se i primi cristiani avessero
blindato le porte dei loro incontri, delle loro eucarestie, sarebbero rimasti
un caso circoscritto di eresia ebraica: è stato aprendole ad oriente e a
occidente, a settentrione e a meridione, che sono diventati una delle
confessioni religiose più diffuse nel mondo.
I flussi migratori in nazioni di tradizione secolare
cristiana pongono questioni serie alle quali non siamo preparati. Ma, nei
momenti di sfida epocale, si può almeno adottare il metodo più opportuno: che è
di saggio contemperamento di rigore e di elasticità. Il rigore nel tener
fermi alcuni principi di civiltà (ad esempio riguardo la pari dignità fra
maschi e femmine) che chiunque varchi i confini di nazioni a regime (almeno
formalmente e approssimativamente) democratico deve dimostrare con i fatti di
rispettare. L’elasticità
nell’accogliere usi e costumi, religioni e sapienze, che non hanno nulla di
innaturale né di immorale né di incostituzionale, ma sono solo diversi. Potremo
scoprire così che l’immigrato, lungi dall’essere un “invasore” da respingere
(o, se non si riesce a “difendere le frontiere”, un “clandestino” da
perseguitare), può rivelarsi un re magio: un portatore di narrazioni, danze,
pietanze, terapie, abilità artigiane e artistiche, valori, simboli tanto più
preziosi quanto meno noti. Insomma: può rivelarsi molto più una risorsa che una
minaccia.
Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com
1 commento:
Speriamo, Augusto, che la “Casa dell’equità e della bellezza” non rimanga iniziativa eccellente per Palermo, ma si estenda con l’apporto dei magi di oggi. Con il ricordo affettuoso abbracciamo te e Adriana,
Renza e Piergiorgio
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