Padre Pino Puglisi. Un
leone che ruggisce di disperazione: questo il titolo del
volume, edito da Il pozzo di Giacobbe e scritto a 'quattro mani' da Augusto
Cavadi e Cosimo Scordato, che oserei definire, anche ma non esclusivamente,
chiarificante. Lo sguardo filosofico di Cavadi e lo sguardo teologico-pastorale
di Scordato si intrecciano e comunicano fra loro aiutandoci a com-prendere
l’esistenza complessa di un uomo che ha scelto, senza esitare, il Bene. Un
modello (certamente non pubblicitario e di vuota propaganda) per la Chiesa di
Palermo e per la Chiesa Universale che ancora oggi, a distanza di trent’anni,
continua a interpellare tutte e tutti, credenti e non. Interessante come, nella
breve dichiarazione di intenti, i due autori specificano i motivi e i desideri che
li hanno spinti a mettere insieme ciò che poi ritroviamo nel corso della loro riflessione.
Il desiderio è certamente la memoria
di un prete ucciso dalla mafia, ma è molto altro ancora. È il fare sintesi -
aggiungo - di un tema complesso, quali le mafie, in relazione al fatto
ecclesiale, ai suoi intrecci e all’eredità rispetto alla lotta contro le
ingiustizie.
Cavadi, giustamente, si chiede subito se i martiri sono
davvero fiori all'occhiello di una Chiesa locale oppure no. E così afferma: "L'assassinio di Puglisi e la
successiva proclamazione canonica a "beato" della Chiesa cattolica
hanno dato una stura a una serie di dichiarazioni trionfalistiche […]. La
presenza di un martire in più è stata accolta come un dono divino. Per chi come
me è convinto che la logica divina può volare al di sopra, ma mai contro la
logica umana, tale compiacimento collettivo non ha alcuna ragion d'essere;
anzi, al contrario, dovrebbe lasciare il posto all'autocritica e al pentimento”
(pp. 17-18).
Non c’è pentimento senza autocritica e non c’è autocritica
senza presa di coscienza. Ma come dovremmo sviluppare questa sana presa di
coscienza? Chi dovrebbe guidarci a ciò? È forse possibile autogestirsi in
un percorso così complesso? Credo che anche su questo bisognerebbe riflettere
ed è la stessa Chiesa locale che chiede - forse banalmente - di fare memoria
del Beato che dovrebbe seriamente interrogarsi e aprirsi a nuovi modi di essere Chiesa.
Ma cosa dice l’eredità di don Pino in merito a questo? Cosa
dice alla Chiesa? Cosa dice a noi che siamo Chiesa? Lo espone bene Cosimo
Scordato nelle ultime pagine del libro: "La
Chiesa [...] deve diventare spazio di resurrezione, ovvero di cambiamento
radicale, che rende improbabile, se non addirittura impossibile, per la grazia
del suo Signore, l'infiltrazione dell'associazione mafiosa e l'invadenza degli
atteggiamenti e comportamenti mafiosi. Però, l'esperienza storica ha fatto
toccare con mani che, nonostante la progressiva presa di coscienza da parte
della Chiesa, permangono intrecci all'interno della comunità cristiana;
passo ulteriore non può che essere il radicale ripensamento dell'immagine di
Chiesa e del suo rapporto con la società (pp. 165- 166).
E se ecclesia semper
reformanda , non deve certo muoversi dalla denuncia profetica alla
progettualità testimoniale? La denuncia profetica, se non si evolve pienamente
e profondamente in progetti testimonianti di qualcosa di concreto, come può
dirsi credibile e autentica? Ed è proprio attraverso il farsi concreto della comunità cristiana - come afferma bene
Scordato - che si ha quando essa stessa
si impegna a tradurre nello spazio della visibilità sociale la vera risposta
alternativa all'essere e all'agire mafioso dove, oltre alla denunzia, ci deve
essere una capacità di annuncio fattuale nei gesti nuovi e creativi della comunità
stessa.
La comunità cristiana, dunque, non può che favorire,
attraverso la propria creatività umana e il sinergismo fra tutte le sue componenti,
il cambiamento e la conversione sincera dei cuori e delle menti. Perché poi, lo
si sa bene, è la forma-mentis che bisogna
educare e coniugare al Bello e al Buono. Solo in questa prospettiva l’esperienza
martiriale di don Pino Puglisi si tradurrà in eredità concreta per l’attuale e
futura generazione, infra ed extra ecclesiam.
Questa è solo una minima parte delle riflessioni personali che il libro mi ha suscitato ed è la presa di posizione di Cavadi e Scordato che fa dei due autori sinceri testimoni di ciò che è stato e continua ad essere il padre Pino Puglisi reale (non la sua immagine rivista e corretta). Lettura consigliatissima!
Giuseppe Canale
8.11.2023
https://www.girodivite.it/Padre-Pino-Puglisi-un-leone-che.html
Nessun commento:
Posta un commento