"Viottoli" - 2022/ 1
Ho letto questo libro di Augusto Cavadi pochi giorni dopo l’incontro con Gilberto Squizzato ad Albugnano sul “post-teismo” e il libro “Oltre Dio”. Che dire? Mi ci trovo a meraviglia in questo cammino di ricerca con loro e con tanti altri e tante altre. Proprio perché è un cammino di ricerca.
Io non ho letto tutti i libri che loro citano e, per di più, non capisco tutto di quello che loro scrivono... ma mi sento in buona compagnia con loro perché sanno dare parole chiare a pensieri che vado sviluppando in me da quando ho abbandonato il seminario, e qualche anno dopo la parrocchia, qualche anno dopo il cattolicesimo e, infine, il cristianesimo. Pur restando convintamente in una comunità “cristiana” di base, frequentando ambienti cristiani e cattolici, mantenendo relazioni di amicizia affettuosa con preti e suore...
Mi sembra che da L’inutile fardello di Ortensio da Spinetoli e dalla serie di volumi dell’editore Gabrielli, inaugurata con Oltre le religioni, stiamo davvero vivendo quello che Cavadi, a pagina 73, dice della “tradizione”: per non cadere nel conservatorismo e nella sclerotizzazione è necessario “intrecciare, con vigile tenacia, la continuità rispetto ai dati originari essenziali e la trasformazione in base alle critiche esterne, alle autocritiche interne, alle conquiste e alle sfide delle civiltà in cui essa si trova a vivere”.
Per chi si professa convintamente cristiano/a il riferimento a Gesà rischia davvero di trasformarsi in dogmatismo se si continua a definire “parola di Dio” ogni parola di chi ha raccontato a modo suo l’evento-Gesù, la sua vita e il suo insegnamento. Gesù era un uomo del suo tempo, ebreo di Palestina: è stato “il primo post-teista”, secondo Gilberto Squizzato; la sua era una “spiritualità laica”, secondo Augusto Cavadi, che sposa la visione di Ortensio ne L’inutile fardello: “Il Dio di Gesù ‘non ha bisogno e non ha mai chiesto nulla per la sua gloria, ma aspetta solo, quasi con ansia, che si aiutino le sue piccole e povere creature a crescere, a essere felici e in pace. Il cristianesimo è unico proprio per queste sue dimensioni non religiose ma umanitarie’” (p. 111).
Abbiamo potuto ascoltare Augusto sabato 21 maggio scorso a Pinerolo, nell’incontro con la nostra comunità e amici e amiche di Prove di Comunità e di Scintille di Psicosintesi. Ha ripercorso la distinzione tra religiosità e religione (il secondo capitolo del libro) e quella tra fede, religiosità e spiritualità (a pag. 108), confrontandosi con tanti e tante che hanno raccontato il proprio cammino spirituale.
Personalmente ricordo sempre con gratitudine l’intervento che fece al seminario nazionale delle CdB italiane a Rimini nel 2017 e che ho potuto rileggere nell’ultima sezione del libro, a cui ha dato un titolo che è un invito: “Dossier a uso di chi desideri procedere oltre”. Ecco: è proprio questo desiderio di “procedere oltre” che, secondo me, anima una sincera ricerca spirituale, che è insieme personale, comunitaria e politica, libera dai condizionamenti dottrinari della Tradizione e di strutture in qualsiasi forma gerarchiche.
Rileggo il sottotitolo del libro e rifletto: “laicità” è pensare con la propria testa (era il tema della riflessione che ci aveva proposto Carlo Ottino della Claudiana tanti anni fa, in un incontro con la nostra comunità), confrontandosi tenacemente con i pensieri prodotti dalle teste altrui, rispettandoli sempre – i pensieri e i corpi che li generano – e imparando a conviverci, proseguendo insieme la ricerca. Anche quando i pensieri sono tra loro differenti: lì sta la ricchezza e la fecondità per ogni gruppo, ogni comunità e ogni ricerca.
Beppe Pavan
Augusto Cavadi, O religione o ateismo? La spiritualità “laica” come fondamento comune, Algra Editore, Catania 2021
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