Così la De Magistris racconta il suo incontro giovanile a Palermo con il già celebre direttore de “La Civiltà Cattolica” trasferito (o esiliato ?) da Roma a Palermo perché, chiusa con l'elezione al soglio pontificio di Giovanni Paolo II l'era del Concilio ecumenico Vaticano II, anche l'organo ufficiale dei gesuiti italiani doveva mutare impostazione. E dunque direzione.
L'autrice, negli anni di frequenza del 'padre' spirituale, ne individua tre “sogni” che egli ha avuto la fortuna di vedere, almeno in parte, avverarsi: la sua “santità” (ovviamente come aspirazione costante), “una città a misura d'uomo” e “una Chiesa rinnovata”. Raccontandoli per iscritto, con sincera ammirazione e delicatezza di tocco, la De Magistris realizza per così dire un quarto sogno di Sorge: “Un libro! Sì. Una testimonianza scritta che potrà continuare a ringraziare e lodare il Signore, anche quando la mia voce sarà spenta”.
Infatti, affinché il libro sia meno incompleto possibile, nella seconda parte del “dittico” (o della “dilogia”) è lo stesso Sorge che confida al lettore i sette “segni” che, a suo parere, lo hanno illuminato e sostenuto: la “vocazione” al sacerdozio nell'Ordine dei gesuiti, il “cambiamento epocale” verificatosi nel mondo e nella chiesa cattolica, la Scrittura come “Parola di Dio”, l'assistenza dello “Spirito Santo”, la “preghiera del cuore”, l'Eucaristia e la devozione a Maria.
Come si vede, emerge il profilo di una personalità davvero rappresentativa di transizione: aperto alle novità teologiche, culturali e socio-politiche dell'era “post-cristiana”, comunque saldamente radicato nella spiritualità cattolica tradizionale.
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4 commenti:
Carissimo, grazie per la bella recensione!!
Cetta
Caro Augusto, di quanto hai scritto sulla biografia di p. Sorge, condivido anche le virgole. persona sicuramente di livello, non può essere considerata un ponte verso il futuro, la sua parabola si potrebbe inquadrare nella logica della "sinistra" democristiana, ma nulla più......nulla a che vedere con il cammino di Ortensio da Spinetoli, di Carlo Molari e di altri valorosi teologi che ci hanno aperto prospettive veramente liberanti!
Lorenzo
Grande Bartolomeo Sorge. Ho avuto la fortuna di conoscerlo a Roma quando ero alla direzione politica de Il Manifesto per la componente PDUP (anni 75-76)e non ricordo se ho fatto un articolo su lui o un'intervista. Poi, l'ho rincontrato, quando mi sono trasferito, a Palermo e anche a Mazara del Vallo.
Piero
Ho sempre considerato padre Sorge, come altri gesuiti progressisti - v.Martini e papà Francesco - degli "aggiornatori", che non rompono con la struttura di potere della Chiesa. Il mio ideale rimangono altre figure "radicali", come don Milani, Oscar Romero, don Andrea Gallo, p Alex Zanotelli.
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