PERCHE’ ANDRO’ A VOTARE
La politica è un incrocio complesso di idee, di valori etici, di interessi economici. Tranne in rarissimi casi (per esempio alle elezioni regionali siciliane del 2005 in cui si fronteggiavano Salvatore Cuffaro per il centro-destra e Rita Borsellino per il centro-sinistra) non è facile decidere né se votare né come votare.
Alle imminenti elezioni comunali di Palermo si candidano, ad esempio, nelle varie liste (per i consigli di circoscrizione e per il consiglio comunale) non solo alcune decine di pregiudicati, tanto presuntuosi quanto ignoranti, ma anche centinaia di donne e di uomini che conosco personalmente e che stimo: se l’elenco non fosse troppo lungo, sarei tentato di nominare queste persone una per una, lista per lista.
Anche le 6 persone che si candidano a sindaco sono, considerate soggettivamente, oneste e, sia pur a livelli differenziati, di accertate capacità organizzative e amministrative: questo è un dato che deve confortarci. In altri tempi i nostri sindaci si chiamavano Vito Ciancimino e Salvo Lima (e ritengo che, se quei tempi sono alle nostre spalle, lo si debba in particolare a Leoluca Orlando, nonostante le grandi delusioni che ci ha riservato sia come leader nazionale della “Rete” sia sul piano dell’amministrazione effettiva quotidiana).
In questo scenario abbastanza confortante, spicca una nube oscura dal punto di vista simbolico: uno di questi candidati (il professore Roberto Lagalla) non ha minimamente rifiutato, anzi ha vistosamente accettato, la sponsorizzazione di due politici (Salvatore Cuffaro e Marcello Dell’Utri) che sono stati inquisiti, processati, condannati e incarcerati per reati di mafia. Per settimane ho atteso invano dall’ex Rettore dell’Ateneo palermitano una dichiarazione del genere: “Non posso certo impedire a nessun elettore di votare per me, ma si sappia che io non ho chiesto né gradisco il sostegno elettorale né dei mafiosi né dei loro complici”. Se, come i sondaggi sembrano prevedere, dovesse riuscire eletto il professore Roberto Lagalla, nell’immaginario mondiale la città di Palermo tornerebbe indietro di mezzo secolo. Un danno simile, con le conseguenze anche economiche che comporterebbe, non sarebbe compensato neppure dai più incredibili miracoli amministrativi.
Se queste considerazioni sono fondate, ognuno/a di noi dovrebbe vincere lo scetticismo e recarsi alle urne per votare uno dei 5 candidati alternativi a Lagalla : Franco Miceli o Rita Barbera o Fabrizio Ferrandelli o Ciro Lomonte o Francesca Donato. Come si sa, il voto per il sindaco è ‘disgiunto’ dal voto per i 2 consiglieri comunali e i 2 consiglieri di circoscrizione che si possono scegliere all’interno di una stessa lista: dunque si possono votare candidati in liste di centro-destra afferenti a Lagalla, ma con la scheda apposita un sindaco diverso da Lagalla.
Quest’anno in particolare, votare – e invitare a votare il 50% circa di palermitani astensionisti - è un minimo gesto d’amore per Palermo che dobbiamo a noi stessi e a quelle concittadine e a quei concittadini che son state/i massacrate/i dal sistema politico-mafioso pronto, come spiegava in un’intercettazione telefonica l’ultimo arrestato per mafia, a rialzare la testa dopo questo periodo di forzato inabissamento.
Augusto Cavadi
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