Il libro che presento domenica 22 maggio alle ore 18.00 al Salone del Libro di Torino è sin da subito disponibile allo stand dell'editore e può essere richiesto dalla sede di Trapani con una semplice e-mail. ra alcuni giorni sarà distribuito nelle migliori librerie 'fisiche' e in tutte le librerie on line.
Riproduco, con gratitudine verso l'autrice, la Prefazione scritta da Franca Imbergamo, della Procura nazionale antimafia di Roma:
A trent’anni dalle stragi di mafia ogni scritto corre il rischio di scivolare nella retorica più banale.
Lo ha ben presente Augusto Cavadi e sin dalle prime pagine mette in guardia il lettore dalle insidie dell’ antimafia di facciata con una citazione durissima “di vero c’è soltanto il botto “
Sintesi eccellente di una sconfitta storica e giudiziaria se ancora oggi i dubbi e le ombre sovrastano quanto accaduto negli anni delle stragi del ‘92 e ‘93 ( ma si potrebbe facilmente allargare lo spazio temporale a tutte le stragi del nostro dopoguerra).
Nonostante le condanne degli uomini di Cosa Nostra ,infatti ,la strategia terroristica messa in campo concretamente dai Corleonesi fa emergere altre possibili chiavi di lettura, altre concorrenti e gravissime , indicibili responsabilità.
Come leggere ,quindi ,questo presente?
L’autore suggerisce una chiave di lettura coraggiosa ed originale quando dice che bisogna partire dalla propria angoscia personale.
Senza vittimismo ma partendo dalla propria indignazione e dalla volontà di esercitare sino in fondo il proprio diritto/dovere di cittadini liberi.
Occorre ,pertanto, innanzitutto conoscere il fenomeno mafie in tutte le sue sfaccettature ed il libro ci guida con pagine di una sintesi di rara efficacia.
Ponendo tra il lettore e l’analisi storica e sociologica la giusta distanza, invitando ad esercitare il dubbio senza timori reverenziali.
Ma questo testo non è solo una brillante rappresentazione del fenomeno mafioso, è soprattutto una guida per capire quale strada sia percorribile per non essere sopraffatti dalla propria angoscia personale.
Vivere in maniera alternativa alle mafie ,anche se costa .
Questa è secondo l’Autore l’unica strada percorribile, le altre sono cammini esistenziali fatti di connivenza con la palude mafiosa, che non è stata certamente prosciugata .
Dobbiamo conservare l’amore per la dignità ,la capacità di guardare criticamente l’evoluzione della società in cui viviamo,
Esemplare il ricordo dell’insegnamento di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e struggente la citazione delle loro parole.
Per non tradirli dobbiamo continuare,senza perdere la speranza di raggiungere la verità storica ,se non giudiziaria ,riguardo a quanto accaduto in quel terribile 1992.
2 commenti:
Grazie sempre Augusto
Ciao Pietro
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