sabato 9 aprile 2022

STORIA E FILOSOFIA NELLE NOSTRE SCUOLE: TUTTO OK ?


 (Pittura cinese: Confucio affida il piccolo Buddha alle braccia di Lao Tse)

CANCELLIAMO STORIA E FILOSOFIA DAI PROGRAMMI SCOLASTICI?

 

Con comprensibile allarme, Antonio Cerere - su micromega.net – critica il progetto del Consiglio dei Ministri spagnolo di riforma degli studi in cui si prevede l’abolizione  della filosofia e dello studio cronologico della storia. In poche parole, lo studio della filosofia e della storia sarà rimpiazzato da nuove materie come “memoria democratica”, “ecofemminismo”, “etica della cura”, “diritti LGBTQI+”, “i problemi di convivenza in una comunità pluralista, la formazione e l’orientamento personale e professionale, la digitalizzazione, l’economia e l’imprenditorialità”. Non è certo peregrino il timore che queste ‘attualizzazioni’ si risolvano in asservimento ai voleri del mercato che “segmenta ed esige super specialisti al fine di non rischiare di trovarsi soggetti autonomi in grado di cogliere l’insieme della complessità del sistema-mondo”.

L’allarme, giustificabile già per le conseguenze nella sola Spagna, lo è doppiamente se si riflette sull’interdipendenza fra le politiche scolastiche degli Stati dell’Unione Europea e, perciò, sulla possibilità che anche in Italia arrivino proposte simili. Tuttavia sarebbe sterile limitarsi agli allarmi senza interrogarsi sulle ragioni di queste proposte ‘innovative’ che, tra l’altro, vengono da una maggioranza di governo ‘progressista’. Siamo soddisfatti di come vadano le cose in Italia dalla riforma Gentile a oggi?

La storia in generale, e la storia della filosofia in particolare, vengono insegnate in una prospettiva ‘storicistica’ secondo cui ciò che viene dopo ingloba e supera ciò che viene prima, col rischio di un apprendimento meramente mnemonico degli eventi (storici) e delle teorie (filosofiche) senza né parentesi sull’attualità (“Che senso ha parlare – sia pur per un’ora soltanto - di Russia ed Ucraina se siamo ancora allo studio della Prima Guerra mondiale?”) né ancor meno spazi per la critica personale dell’alunno ai filosofi studiati (“Voi dovete riferirmi le critiche di Marx a Hegel: che cosa pensiate voi di Hegel, di Marx e delle critiche di Marx a Hegel non mi interessa minimamente”).

Chi non ha avuto docenti non solo (meritoriamente) attenti allo svolgimento cronologico, ma (bigottamente) fedeli esclusivamente alla diacronia e impermeabili alle curiosità ‘fuori programma’ degli studenti più intelligenti, alzi la mano. E si consideri privilegiato. Qualche collega è arrivato, talora, a capovolgere la frittata: sarebbe la sua onestà intellettuale a impedirgli di aprire mini-dibattiti in classe evitando così di condizionare gli alunni con le proprie opinioni, come se non si potesse dare la testimonianza di una effettiva democraticità del confronto dialettico quando davvero ognuno ha pari diritto di esprimersi e pari dovere di portare argomenti razionali (o almeno ragionevoli) a sostegno delle proprie tesi.

La terapia spagnola non sembrerebbe la più adatta, ma la malattia che vorrebbe curare è reale: è disastroso, anche per il livello della coscienza civica media, uscire dalla scuola media superiore senza avere un’idea delle ideologie politiche oggi dominanti, della questione palestinese, del ruolo delle banche nell’economia globalizzata, delle dinamiche psichiche affettivo-sessuali, delle teorie fisiche e astrofisiche post-newtoniane, della musica dodecafonica...Non avrebbe senso limitarsi a inseguire l’attualità, ma non ne avrebbe neppure fuggirne in direzione opposta. Il desiderio di interpretare il presente non è necessariamente cedimento alle mode: può diventare, invece, lo spunto per rendere interessante lo sguardo al passato.  

 

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https://www.zerozeronews.it/cancelliamo-storia-e-filosofia-dai-programmi-scolastici/ 

 

1 commento:

Mauro Matteucci ha detto...

Non mi sorprende che si vogliano cancellare materie che educano allo spirito critico: si vuole rendere le menti dei giovani più supine ai voleri del sistema soprattutto economico!