martedì 8 marzo 2022

DOPO SETTIMANE DI IMBARAZZANTE SILENZIO, IL PATRIARCA KIRILL PARLA. PURTROPPO.






PERCHE’ LE CHIESE DI RUSSIA E UCRAINA TACCIONO?

 

Come  mai dopo un silenzio assordante quasi quanto il rombo delle armi, il Patriarca di Mosca Kirill, ha improvvisamente rovesciato una serie di allucinanti dichiarazioni a favore dell’intervento russo, definendolo “una crociata contro le lobby gay occidentali”? Uno scomposto anatema antioccidentale che non risolve gli interrogativi sul perché sostanzialmente tacciano le confessioni religiose più diffuse in Russia e in Ucraina.

Per misurare la gravità di questo silenzio bisogna ricordare – soprattutto al lettore che non ha molta dimestichezza con le questioni teologiche – che nei due Stati in guerra la maggior parte dei fedeli si dichiara (almeno ufficialmente) non solo cristiana, ma ‘ortodossa’. Ciò significa che i cristiani di varie chiese (cattolici di rito latino, cattolici di rito greco, anglicani, protestanti di varie denominazioni…) costituiscono una minoranza rispetto alla chiesa ortodossa russa e alla chiesa ortodossa ucraina: dunque non solo non abbiamo due appartenenze religiose (come ebrei e musulmani in Medio-oriente); non solo non abbiamo due versioni della stessa confessione cristiana (come cattolici e protestanti in Irlanda); ma abbiamo due chiese cristiane della medesima tradizione (l’ortodossia ‘orientale’ staccatasi dalla chiesa cattolica romana nel 1054). 

Come mai il patriarca di Mosca Kirill e il patriarca di Kiev Epifani (entrambi a capo di chiese autocefale, cioè indipendenti e autonome, come tutte le chiese ortodosse che si sono staccate quasi mille anni fa da Roma per non riconoscere una figura di capo supremo dei vescovi, come appunto il papa cattolico) non hanno elevato nessun grido di protesta verso i rispettivi governi, di Putin in Russia e di  Zelenskij in Ucraina, limitandosi a pochissimi, generici, sommessi, ambigui inviti alla pacificazione? 

Che papa Francesco – massimo esponente di quella chiesa ‘latina’ e ‘occidentale’ considerata ‘eretica’ dalle chiese ‘ortodosse’ - non abbia molti margini di manovra in questo conflitto, lo si comprende: ma perché il patriottismo (o forse il tatticismo diplomatico) hanno omologato, schiacciato,  sulle posizioni politiche dei rispettivi governi le voci dei due massimi esponenti del cristianesimo ‘ortodosso’ in quell’area del pianeta?


PER COMPLETARE LA LETTURA, BASTA UN CLICK:  

https://www.zerozeronews.it/lo-strano-ruolo-antireligioso-della-chiesa-russa-e-di-kiev/ 

3 commenti:

Augusto Cavadi ha detto...

Ricevo dal mio amico Salvo Porrovecchio:

"L'indignazione e lo choc suscitati a causa delle dichiarazioni del patriarca Kirill di Mosca è un buon esempio del perché gli esperti occidentali hanno fallito di prevedere la guerra di Putin e hanno erroneamente minimizzato le intenzioni e l'aggressività russe – e tanti di loro continuano a farlo. Perché l'unica cosa veramente stupefacente e sorprendente in questa faccenda è la vostra reazione. La tesi del patriarca Kirill è invece assolutamente scontata, normale, si tratta di opinioni molto comuni fra i preti e monaci ortodossi, ma anche i fedeli. Per coincidenza oggi stesso ho guardato il video di un monaco Greco-ortodosso su YouTube, che sosteneva Putin perché starebbe combattendo per salvare la fede in Ucraina, e non lasciare il paese cadere all'europeizzazione e le feste omossessuali con l'Ebreo Zelenski. Il monaco inoltre notava che sicuramente dietro l'invasione ci sarà il suggerimento del patriarca Russo al Presidente: 87.000 visualizzazioni, 4.200 like al momento (multiplicate i numeri per 6 per capirne l'impatto e la popolarità, perchè la Grecia ha quasi 6 volte meno abitanti dell'Italia). Escono quotidianamente tanti video simili nel web grecofono, con migliaia di visualizzazioni, che parlano di profezie di vittoria russa, di Putin restauratore dell'impero e della Chiesa ortodossi, di distruzione del mondo perverso e satanico occidentale. E tutto ciò nel paese ortodosso più occidentale, da 40 anni nell'UE e da 70 anni nella NATO. Da sottolineare che gran parte dei monasteri del Monte Athos si trova in mani russe.
La propaganda del regime russo aveva in genere tre direzioni: a livello politico si usava d'una parte il linguaggio diplomatico serio e d'altra la retorica anticapitalista; a livello intellettuale le idee antiglobaliste, etnocentriche ed euroasiatiche tipo Aleksandr Dugin; a livello religioso questo fondamentalismo ortodosso cristiano e in genere l'anti-ateismo e anti-materialismo. Il regime russo ha lavorato per molti anni su queste direzioni, mentre gli esperti e politici occidentali le sottovalutavano, perché erano intrappolati nella loro illusione di vittoria definitiva, nell'illusione della fine della storia. Così non potevano vedere che l'influenza russa in realtà cresceva sempre di più dopo la fine del comunismo, appunto perché essa non era più legata a un'ideologia precisa ma era invece capace di parlare contemporaneamente a molti pubblici diversi, anche contrari fra di loro, con l'antioccidentalismo come denominatore comune; radunando così intorno a un nuovo zar gran parte del mondo ortodosso, della sinistra comunista, della destra sovranista, e inoltre molti delusi, frustrati, emarginati, illusi dell'Occidente stesso, a parte i carrieristi politici e accademici comprati con rubli.
Sotirios Fotios Drokalos"
www.sotiriosdrokalos.com

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Gianfranco Cortinovis ha detto...

Caro Augusto,
niente di nuovo sotto il sole, l'ennesima conferma - al di là di qualche pur lodevole attività caritativa - della fondamentale perniciosità delle religioni quando si ritrovano avvinghiate al potere.
Ci aveva preso Francesco Guccini con un - purtroppo ancora vano - grido di speranza:

"Dai preti d'ogni credo, da ogni loro impostura
Da inferni e paradisi, da una vita futura
Da utopie per lenire questa morte sicura
Da crociati e crociate, da ogni sacra scrittura
Da fedeli invasati d'ogni tipo e natura,
Libera, libera, libera, libera nos Domine!"

Un abbraccio, Gianfranco

Augusto Cavadi ha detto...

Lettera aperta a Sua Santità Cirillo Patriarca di Mosca
Numero di protocollo: 2022.010
Parigi, 09 marzo 2022
Vostra Santità,
In questi giorni bui in cui infuria la guerra in mezzo all'Europa a seguito dell'intervento militare della Federazione Russa in Ucraina, permettetemi di trasmettervi lo sgomento dell'intera Arcidiocesi e la nostra totale solidarietà alle vittime di questo conflitto.
I guai e il disordine causati in tutto il mondo da questo violento attacco non hanno risparmiato la comunità ortodossa dell'Europa occidentale e soprattutto l'arcidiocesi delle parrocchie ortodosse di tradizione russa nell'Europa occidentale, che riunisce fedeli di tutte le origini. La nostra stessa unità è minacciata dalla situazione che si è così creata. I nostri fedeli si aspettano che i loro pastori portino la voce della Chiesa e un messaggio evangelico di pace.
Abbiamo appreso con emozione dell'appello rivolto a voi dai membri del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa ucraina, chiedendovi di intervenire presso le autorità politiche della Federazione Russa affinché questo bagno di sangue si fermi.
A nome di tutti i fedeli della nostra Arcidiocesi, mi rivolgo a voi affinché alziate la vostra voce come Primate della Chiesa Ortodossa Russa contro questa guerra mostruosa e insensata e per intercedere presso le autorità della Federazione Russa affinché al più presto cessi questo conflitto assassinio, che fino a poco tempo fa sembrava impensabile tra due popoli e due nazioni unite da secoli di storia e dalla loro comune fede in Cristo.
Santità, nella vostra "omelia" per la domenica del perdono, pronunciata nella Cattedrale patriarcale di Cristo Salvatore il 6 marzo, voi sottintendente giustificare questa guerra di aggressione crudele e omicida come "una battaglia metafisica", in nome del "diritto di stare dalla parte della luce, dalla parte della verità di Dio, di ciò che la luce di Cristo ci rivela, la sua parola, il suo Vangelo…” .
Con tutto il rispetto che vi è dovuto, e dal quale non mi allontano, ma anche con infinito dolore, devo portare alla vostra attenzione che non posso sottoscrivere una tale lettura del Vangelo. Nulla potrà mai giustificare che i “buoni pastori” che dobbiamo essere, debbano cessare di essere “artigiani di pace” e che qualunque siano le circostanze.
Santità, umilmente, con il cuore pesante, la prego di fare tutto il possibile per porre fine a questa terribile guerra che sta dividendo il mondo e seminando morte e distruzione.
† Il metropolita GIOVANNI di Dubna,
Arcivescovo delle Chiese ortodosse di tradizione russa in Europa occidentale
https://archeveche.eu/ru/открытое-письмо-их-святейшеству-кири/