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13.1.2022
SOS AL MINISTRO DELLA SANITA’ PER I CITTADINI PENALIZZABILI DALL’OBBLIGO VACCINALE
Il governo, con errori di comunicazione vari, continua a portare avanti una indispensabile campagna di ‘vaccini’ che consentano, a chi li assume, non di pervenire alla “immunità”, ma di ridurre le probabilità di essere contagiati e di contagiare altri nonché, se contagiati, di andare in terapia intensiva e/o di morire. I dati statistici, che attestano questa crescente difesa di dose in dose, dovrebbe convincere un po’ di no-vax: ma, a parte quella percentuale di concittadini incapaci di percepire un ragionamento sia pur così elementare, un’altra percentuale di persone intelligenti e istruite è entrata ormai in una sorta di fideismo dogmatico che impedisce – psicologicamente e in qualche caso psichiatricamente – di ammettere l’evidenza.
Sottratti alla consistente minoranza dei non vax (circa il 10% della popolazione italiana, dal momento che il 90% ha assunto almeno una prima dose) gli ignoranti e i fideisti, resta una quota – che non saprei quantificare ma che, in base alle mie osservazioni empiriche, non è proprio trascurabile – di concittadini contrari alla vaccinazione per ragioni oggettive, valide, sensate. Questa minoranza della minoranza va tutelata e lo Stato democratico sta facendo un enorme errore nel cacciarla, o nell’abbandonarla, fra le braccia dei no-vax. Mi riferisco a una serie di soggetti fragili che potrebbero ragionevolmente subire – o hanno subito di fatto dopo le prime dosi – dei danni clinici.
E’ vero, esiste un elenco ufficiale di patologie che esonerano dall’obbligo vaccinale. Ma è un elenco esaustivo? Quanti sono i casi individuali che – inevitabilmente – sfuggono a queste tipologie generali? Ho segnalato, a mo' di esempio, ad alcuni parlamentari che fanno parte della Commissione sanità il caso specifico di un amico - in servizio presso un liceo della provincia romana - che soffre di alcune patologie cardiache (al punto da dover ricorrere, da alcuni anni, a una protesi valvolare artificiale): uno dei tanti la cui assenza dal lavoro è stata giustificata, dai certificati telematici di medici curanti e di medici di controllo dell’INPS, in quanto dovuta a malattia per “complicanze post-vaccinali”.Il medico di base del mio amico gli ha sconsigliato il vaccino distribuito a inizio del 2021, ma non è riuscito a rilasciargli un certificato di esonero perché nessuna delle sue patologie rientrava nell'elenco predisposto dal ministero. Poi, in considerazione dell'inizio dell'anno scolastico, si è sottoposto all'inoculazione di una prima (e successivamente di una seconda) dose di Pfeizer. Il medico che gli ha fatto l’intervista preliminare, consultata analiticamente la sua cartella clinica (con esami recenti e con la sua storia pregressa), alla luce di quanto previsto dalle indicazioni ministeriali, non ha rilevato alcuna controindicazione. Invece, nell’arco del mese successivo alla seconda vaccinazione, si sono manifestati dei sintomi (oltre a quelli consueti, peraltro lievissimi) che, nelle “Note di diagnosi”, sono stati indicati con la dicitura: “Astenia intensa – tachiaritmia post vaccino” . Egli ha inoltre misurato sbalzi dell’indice di coagulazione del sangue (INR) da 1 a 5 (il range ideale, per un portatore di protesi valvolare artificiale, è di 2.5) e ha dovuto contrastare una linfoadenite con un ciclo antibiotico di due settimane. Nonostante tutto ciò, allo scadere dei nove mesi, il mio amico dovrà sottoporsi ugualmente il mio amico è preoccupato di doversi sottoporre a una terza dose.
Per questo vorrei lanciare la proposta dell’istituzione urgentissima di commissioni mediche provinciali ad hoc (dunque formate da sanitari specialisti nelle tematiche riguardanti l'epidemia), al cui giudizio si possa ricorrere tramite certificato del medico di base, che - interpretando le normative generali applicandole ai casi individuali (in analogia a quanto è chiamato ogni magistrato giudicante) – possano certificare esoneri dall’obbligo vaccinale attendibili.
Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com
3 commenti:
Grazie Augusto per aver sollevato questo problema veramente grave. So di almeno 2 mie colleghe favorevoli al vaccino ma che hanno dei problemi di salute per i quali non è prevista l'esenzione vaccinale ma nessun medico può ragionevolmente tranquillizzarle: nessuno ha la certezza che tali problemi non potrebbero comportare dei rischi maggiori del consueto con la vaccinazione. Come decidere in questa situazione? Le colleghe sono preoccupate anche perchè come personale universitario avremo l'obbligo vaccinale dal 1. Febbraio.
@grazie, Augusto, per aver evidenziato il problema col tuo solito garbo e la puntuale chiarezza. Il problema deve essere raccolto e risolto dai medici prima e da disposizioni legislative illuminate, prudenti e attente al rapporto costi/benefici poi. Se non si presterà attenzione a questo e ad altri problemi simili, rischiamo grosso in questo campo così delicato e in un frangente socio-politico così complesso... Grazie ancora.
Rolf-Peter Lezius ha detto…….
Come in tante occasioni sei sempre in prima linea nel difendere i diritti dell’uomo e sono pochi coloro che restano imparziali e danno soprattutto agli altri l’occasione di esprimersi.
L’esempio che riporti nel tuo Post circa un professore che con comprovate patologie riconosciute dall’INPS non riesce a rientrare nell’esonero è quanto mai singolare. Mi sono sentito a tale proposito con i miei figli che vivono e lavorano in Germania per sentire da loro come vengono trattate le necessità di esonero. Infatti la il medico curante che conosce lo stato di salute del paziente ha la facoltà di non effettuare la vaccinazione in caso di patologie e rilasciare in caso di necessità certificazione. In Germania si ci può vaccinare o dal medico o dal centro di vaccinazione, la scelta sta al paziente. Va da se che coloro che non possono vaccinarsi devono subire sia restrizioni che obblighi. Dove è chiesta la certificazione di vaccinazione, non hanno accesso e in molti posti viene richiesto il tampone. E’ una vita difficile ma necessaria. Ed è là che bisogna soffermarsi. Nessuno anche se vorrebbe, ma non può farsi vaccinare non ha il diritto di minare alla salute pubblica. L’assenza di certificazione di avvenuta esenzione dall’obbligo di vaccinazione non può mettere a rischio la salute pubblica, per cui come in Germania anche in Italia ci dovrebbero essere provvedimenti restrittivi e cautelativi a salvaguardia della salute pubblica per venire incontro a coloro che non sono in grado di vaccinarsi.
25 Gennaio 2022 23:35
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