venerdì 22 ottobre 2021

SU YOUTUBE LA REGISTRAZIONE DEL DIBATTITO SUL MISTERO DEL MALE E DELLA SOFFERENZA NEL MONDO


 Su YouTube la videoregistrazione del confronto a tre (fra me, don Cosimo Scordato e Giuseppe Savagnone) sul mistero del male e della sofferenza nel mondo, a partire dal libro di Giuseppe Il miracolo e il disincanto

Sono stato molto soddisfatto della serenità dei toni nonostante la forte distanza fra noi tre.

Su un solo punto ho avvertito un senso di delusione: quando Giuseppe, a proposito del paradigma teologico-filosofico 'post-cristiano' in cui ho dichiarato di riconoscermi alla scuola di tanti pensatori contemporanei, mi ha ribattuto che ciò che chiamo 'paradigma' sarebbe piuttosto una 'moda'. Ora: posso anche capire che si supponga che abbandonare il  paradigma cattolico-tomista (da me condiviso sino ai trent'anni) sia come cambiare  abito e non si intuisca la sofferenza interiore che simile passaggio comporta. Ma liquidare come fenomeno di 'moda' l'immensa opera di autori profondi come Dietrich Bonhoeffer , Raimundo Panikkar, Hans Kung, Ortensio da Spinetoli, Eugen Drewermann, John Spong, Roger Lenaers, Leonard Boff, Franco Barbero, Carlo Molari, Alberto Maggi, Vito Mancuso, don Ferdinando Sudati …mi pare una mossa eccessivamente semplificante: proprio non ci sono argomenti migliori per giustificare il rifiuto di misurarsi con sfide teoretiche e spirituali di questa livello?

Aggiungo due precisazioni a uso del lettore che voglia farsi anche spettatore del dibattito a tre voci accessibile mediante il link: 

https://www.facebook.com/spazioculturalibri/videos/2942908719306184

Prima precisazione (meno importante): nella replica al mio intervento, Giuseppe Savagnone respinge la mia accusa di considerare "una furbata" la tesi di Hans Jonas sulla creazione del mondo come 'ritrarsi' di Dio (Zimzum). Chiunque può constatare dalla videoregistrazione che per me la 'furbata' non consisteva nella teoria di Jonas, ma nella mossa di Giuseppe di presentarla non come una 'negazione' dell'onnipotenza di Dio (tesi tradizionalmente cattolico-tomista) ma come 'affermazione' dell'onnipotenza (espressa al punto da...rinunziarvi e manifestarsi assente). Mi ha ricordato la 'furbata' di Hans Urs von Balthasar quando - senza tema di ridicolo - ha affermato che la sua amica, mistica e benefattrice, Adrienne von Speyer, stava per risuscitare un bambino morto quando pensò che sarebbe stato un miracolo più grande rinunziarvi. E infatti il bambino morto restò tale, a testimonianza dei super-poteri della nobildonna svizzera. 

Seconda precisazione (più importante): a un certo punto Giuseppe Savagnone espone, come bivio, da una parte il teismo creazionistico e, dall'altra, la teoria di Monod sull'evoluzione dell'universo come combinato disposto di 'caso' e di 'necessità'. Ma il creazionismo è una tesi filosofico-teologica, l'evoluzionismo monodiano una tesi scientifica: come possono essere in contrasto? Se Monod avesse ragione o torto, lo si deve argomentare con ragionamenti scientifici basati su dati sperimentali. Se l'intero universo (casuale o necessitato o casual-necessitato) è auto-sufficiente ontologicamente o frutto di una perenne creazione divina, lo si deve argomentare con ragionamenti teologici o filosofici. Un mondo descritto alla Monod potrebbe benissimo essere, simultaneamente, ma da un altro punto di vista, un mondo interpretato alla Bergson o alla Teilhard de Chardin o alla Carlo Molari. In proposito il recentissimo premio nobel per la fisica Giorgio Parisi ha scritto una lettera bellissima al direttore del giornale cattolico "Avvenire" ( 12/10/2021) che aveva criticato la frase, attribuita allo scienziato italiano, dal giornalista Gnoli di "Repubblica": Gentile direttore, quando ho letto la bella intervista di Gnoli, anche io sono stato colpito dalla frase «Dio, per me, non è neanche un’ipotesi ». Era un tentativo di sintetizzare quello che avevo detto, ma a volte le sintesi estreme sono traditrici. Avevo pronunciato parole che testualmente erano simili, ma che avevano ben altro significato. Commentando la frase di Laplace sull’ipotesi Dio, «non ho avuto bisogno di questa ipotesi », ho detto che l’esistenza di Dio non può essere usata alla stregua di una qualsiasi ipotesi scientifica: è qualcosa di diverso che trascende la scienza, e non può essere oggetto di indagine scientifica. Penso che anche lei concordi con me che sarei un pessimo teologo se cercassi di fare un esperimento per dimostrare l’esistenza di Dio e che sarei un pessimo scienziato se cercassi di spiegare i miei dati sperimentali ipotizzando l’esistenza di Dio. Sono fermamente convinto della separazione tra scienza e fede in quanto hanno scopi diversi. La prima si occupa del mondo fisico e cerca di spiegare il mondo in maniera autonoma, la seconda interpreta il mondo basandosi su qualcosa che lo trascende, che esiste indipendentemente dal mondo. Vorrei aggiungere che sono sempre infastidito quando nelle interviste mi domandano le mie opinioni religiose. Non mi pare che lo domandino mai a calciatori, cantanti, modelle, categorie per le quali ho il massimo rispetto. Implicitamente gli intervistatori assumono che gli scienziati posseggano una conoscenza privilegiata di Dio, ma non è vero.

Giorgio Parisi"




4 commenti:

Maria D'Asaro ha detto...

Grazie. Considerazioni assai utili e chiare.

Pietro ha detto...

Ineccepibili le precisazioni di Augusto, strano (ma forse non troppo) che sia stato necessario spiegare al Prof. Savagnone che quello scientifico e quello teologico sono due registri diversi.
Diversità che, in qualche modo, il Nobel Parisi conferma ad Avvenire chiarendo che la sintesi riportata da Repubblica del suo pensiero è infelice.
Parisi è il premio nobel più simpatico che frequento (sto trovando suoi interventi ed interviste su You Tube)
Pietro

Elio Rindone ha detto...

Ho trovato ottimo il tuo intervento.
Elio

Cosimo Scordato ha detto...

Grazie Augusto,
mi fa piacere che mi hai inviato la registrazione con la possibilità di riascoltarci a vicenda magari cambiando l'ordine degli interventi per comprendere meglio la loro possibile circolarità...aperta.
Un abbraccio
Cosimo