domenica 3 ottobre 2021

LO STUPORE DI J. H. NEWMANN DAVANTI ALLE BELLEZZE DELLA SICILIA


 (Foto di Giro Randazzo)

“IL GATTOPARDO”

Settembre 2021

 

CON CHE SGUARDO NEWMANN HA SAPUTO VEDERE LA SICILIA ?

 

Nella sua corrispondenza dalla Sicilia, J. H. Newman (prete anglicano e poi, da cattolico, cardinale) ha modo di esprimere le emozioni suggeritegli dalla scoperta di luoghi come Taormina: “Questa vista superba, la più meravigliosa che avrei sperato di vedere, non è altro che una di almeno una dozzina che superano tutte le altre viste del mondo per la bellezza. Alle spalle del teatro si gode una meravigliosa vista della Calabria e di quella parte della Sicilia dove sorge Messina”.  Da Giarre,  l’Etna gli appare “indescrivibilmente magnifico”: ammirando il gioco di nubi, raggi solari, distese nevose sulla cima del vulcano,  non lo “sorprende più il fatto che i poeti ponessero la dimora delle divinità sul monte Olimpo”. Dopo la “confortevole città di Catania” è la volta di Siracusa dove ammira “la fonte Aretusa”, cammina “lungo l’Anapo a raccogliere il papiro”, contempla “i resti del tempio di Minerva che sono veramente grandiosi” e “le restanti colonne di Giove”. Tra molte altre, i resoconti di Newman suggeriscono due considerazioni.

La prima: le bellezze naturali e storico-artistiche della Sicilia bastano, da sole, a innamorare un turista? Fuori da ogni retorica dobbiamo rispondere: no ! L’esperienza della bellezza, per quanto basata su dati ‘oggettivi’, dipende almeno altrettanto dagli occhi di chi guarda. Newman si fa accompagnare da pagine illuminanti: una volta  Tucidide, un’altra volta Omero…

Una seconda considerazione: l’autore esprime disappunto per le complicazioni burocratiche che rallentano i suoi spostamenti e l’obbligano a ricorrere alle  raccomandazioni dei consoli inglesi residenti nelle varie città (come il console a Siracusa che si comportò “cortesemente con me ed è stato di grande aiuto in tutte le cose che riguardano la visita, l’ottenere il passaporto, ecc., cose tutte molto fastidiose qui”). Viene alle labbra, spontanea, una domanda:  a un secolo di distanza, la burocrazia siciliana è diventata, con turisti e residenti,  più amichevole? 

 

Augusto Cavadi

www.augustocavadi.com

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