Vi è piaciuto il libretto L'arte di essere maschi libera/mente. La gabbia del patriarcato che ho scritto con gli amici del Gruppo "Noi uomini a Palermo contro la violenza sulle donne"?
Se sì, sappiate che è uscito un suo omologo, più piccolo ancora, destinato ai ragazzi e alle ragazze delle scuole medie superiori (14 - 19 anni): Né principi azzurri né cenerentole. Le relazioni di 'genere' nella società del futuro (Di Girolamo, Trapani 2021, pp. 76, euro 8,00).
La prima recensione è di una ragazza di sedici anni, Giorgia Saladino (figlia maggiore di Rosario): eccovela !
Per una liceale sedicenne come me non era stato per nulla agevole leggere il libro di Augusto Cavadi su L’arte di essere maschi libera/mente. La gabbia del patriarcato (Di Girolamo, Trapani 2020) (vedi, in questo stesso sito, https://www.zerozeronews.it/lorigine-antropologica-della-violenza-sulle-donne/). E’ stato dunque con curiosità che mi sono accinta alla lettura di questo suo secondo testo, Né principi azzurri né cenerentole. Le relazioni di “genere” nella società del futuro (Di Girolamo, Trapani 2021), scritto proprio per ‘tradurre’ le tematiche del primo libro a beneficio dei giovani come me. Dico subito che l'ho trovato interessante, anzi molto coinvolgente, perché ricco di concetti da analizzare con cura e di spunti per ulteriori riflessioni. E sono grata non solo all’autore, ma anche al “Gruppo noi uomini a Palermo contro la violenza sulle donne” che ha partecipato alla stesura di queste pagine.
"L'originaria angoscia maschile, legata anche al fatto di avere un corpo che non può generare, è stata fonte di insicurezza e paura, e ha prodotto ansie di controllo del corpo altrui. Tracce di quell'angoscia le ritroviamo nella sessualità, pensata e vissuta, nella cultura del dominio maschile, come strumento di controllo delle donne e di negazione dei diversi orientamenti sessuali": questa considerazione riportata da un documento-appello mi ha colpita particolarmente perché, al contrario, avevo sempre creduto che nei secoli gli uomini si sentissero più potenti, migliori delle donne e che per tali ragioni avessero adottato un atteggiamento di superiorità nei confronti di quest'ultime.
Questo è soltanto uno dei tanti concetti che ho trovato illuminanti. Dunque mi limito a dire che il libro mi è risuonato come un grido di libertà. Vi ho riconosciuto l’eco di una verità che troppo spesso viene celata: la voce di tutte quelle persone, senza distinzione di alcun tipo, che subiscono l'oppressione della società che impone loro dei precisi modelli da seguire, soprattutto se ritenute "diverse" per il colore della pelle, per l’orientamento sessuale e o religioso, per l’insofferenza verso gli schemi loro imposti; soprattutto la voce di tutte quelle donne che non hanno mai avuto l'occasione di urlare al mondo intero i loro pensieri e che non avranno mai più l'occasione di farlo, poiché è stata rubata la voce, la dignità in quanto esseri umani, spesso la stessa vita.
Ascoltiamo o leggiamo spesso di donne succubi del partner e vittime di violenza: il dolore per queste storie viene accentuato dal fatto che poche persone esprimono solidarietà, numerose altre - sia uomini sia perfino donne – difendono il carnefice, addossano alla donna la colpa del crimine subito e rilasciano commenti sprezzanti e pieni di odio. Trovo davvero triste e deplorevole che ancora oggi accadano queste cose e che la vittima non riceva il giusto supporto da gran parte della società. Oggi dovrebbe essere scontata l'idea di uguaglianza e di rispetto reciproco ma, ahimè !|, ci sono persone che credono ancora che l'uomo debba prevalere sulla donna. Il libro di Cavadi spiega perfettamente questo fenomeno e fa riflettere su quanto ancora questo tema sia, purtroppo, ancora attuale.
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2 commenti:
Autentica e toccante la recensione di Giorgia. Leggerò con interesse - e con gli occhi della psicopedagogista che fui - il nuovo testo.
Ho letto questa recensione: la trovo scritta molto bene. MI sembra che la scuola continui a fare un buon lavoro!
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