martedì 3 novembre 2020

SE NE E' ANDATO PADRE BARTOLOMEO SORGE: QUALCHE RICORDO PERSONALE


LA SCOMPARSA DI PADRE BARTOLOMEO SORGE: QUALCHE RICORDO PERSONALE

 

Per noi palermitani p. Bartolomeo Sorge è stato dal 1986 al 1997 una presenza significativa, ma – a suo stesso dire – anche Palermo è stata una città significativa per lui, toscano di origini catanesi. Vi è arrivato a dirigere la Scuola di formazione politica dell’Istituto “Pedro Arrupe” in un lungo intervallo fra Roma (dove dirigeva la rivista “Civiltà Cattolica”) e Milano (dove, responsabile del Centro San Fedele, ha diretto le riviste "Popoli" e "Aggiornamenti Sociali").

I suoi meriti non sono pochi e, in occasione del suo sereno trapasso, è facile a tutti evocarli (tranne forse a Salvini che egli, in un’intervista che fece infuriare il leader della Lega, assimilò alla mafia per la tendenza di entrambi a strumentalizzare i simboli religiosi pur contraddicendo sistematicamente il vangelo: un accostamento che non potei non condividere avendolo sostenuto anni prima nei due volumi, con la San Paolo di Milano, Il Dio dei mafiosi e  Il Dio dei leghisti).

L’ammirazione per il celebre gesuita non dovrebbe cancellare le perplessità che suscitava la sua personalità troppo consapevole delle proprie qualità: era più intelligente e più preparato di altri confratelli con cui condivise un tratto di strada accanto a Leoluca Orlando nell’atmosfera della “Primavera di Palermo”, ma lo sapeva e faceva di tutto perché ciò fosse notato e riconosciuto da tutti. Certi atteggiamenti da “prima donna” non hanno favorito la formazione di una vera e propria squadra intorno a lui.

Porterò con me il ricordo di alcuni episodi che me lo resero simpatico.  

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