venerdì 7 agosto 2020

IL REDDITO DI CITTADINANZA IN CONTESTO DI ILLEGALITA' SISTEMICA

 “Repubblica- Palermo”

6.8.2020

 

RISVOLTI UMANI DEL REDDITO DI CITTADINANZA

 

  Ognuno di noi ha una propria opinione sul reddito di cittadinanza. Con una differenza: gli stupidi hanno idee nette, gli altri sono combattuti fra opinioni opposte. Infatti non solo il tema viene esaminato da varie angolazioni (giuridica, economica, sociale, politica, etica…), ma, in ciascuna di esse, si ritrovano pareri differenti da parte di esperti ugualmente autorevoli. 

   Per quanto ineludibile, il piano delle statistiche, delle comparazioni fra sistemi di welfare nazionali e dei calcoli finanziari, non è l’unico. Al di sotto dei numeri, e per così dire da essi celato, pullula il vissuto effettivo di tanti uomini e di tante donne. E’ su questo piano che si registra di tutto. Dal malavitoso a cui l’assegno mensile di 800 euro serve per pagarsi le cene eleganti e i sigari cubani al tecnico cinquantenne che vive l’emolumento come dolorosa umiliazione e vorrebbe tanto ricominciare a lavorare come dieci anni fa. Nel Paese dei furbastri è così in tanti altri campi, dalle pensioni di invalidità per paralitici che vengono miracolati allo stadio quando si tratta di scattare in piedi urlando a favore della propria squadra alle centinaia di migliaia di automobili col pass azzurro che imperversano per le strade trasportando ogni genere di passeggeri, tranne handicappati.  Il ritornello è sempre lo stesso: in un contesto di sistematica impunità dei trasgressori, anche le disposizioni di legge sacrosante provocano abusi scandalosi che l’opinion pubblica non riesce a digerire.

  In questi giorni mi sono imbattuto in una situazione emblematica. Un adulto quarantenne, perfettamente in salute, riceve come reddito di cittadinanza 1350 euro al mese. A prima vista mi è sembrata un’ingiustizia inaccettabile, ma conversando con l’interessato apprendo che, con quella somma, deve mantenere – oltre che la moglie – quattro figli minorenni, di cui uno invalido. Qualcuno di voi ci riuscirebbe con poco più di quaranta euro al giorno e una casa in affitto? Gli obietto perché non rinunzi al reddito di cittadinanza per riprendere il lavoro precedente di manovale e mi spiega che, pagato in nero a 50 euro per venti giorni lavorativi, guadagnerebbe molto meno. Siamo al paradosso: in regime di illegalità, lavorare conviene meno che oziare da mattina a sera. Anche a costo di deprimersi psicologicamente, di veder decrescere giorno dopo giorno il livello di autostima. Infatti l’ho verificato più di una volta: l’assegno mensile a fronte di nessuna prestazione lavorativa, che alcuni ricevono considerandolo un comodo privilegio, per altri è motivo di sofferenza e – mettendo a frutto le proprie energie e competenze - vorrebbero evitare di sentirsi quasi parassiti della società. 

   Parlamento e governo dovrebbero, dunque, decidersi ad affrontare con la necessaria determinazione le ataviche carenze di controlli nel mercato del lavoro: senza una lotta rigorosa e metodica allo sfruttamento dei lavoratori, un sostegno economico statale di emergenza non può che trasformarsi in invito a stabilizzarsi nella condizione degradante di inoccupato a vita. Nell’attesa, i percettori di reddito di cittadinanza non segnati da infermità né oberati da incombenze familiari, che non vogliono  né considerarsi né essere considerati dei parassiti sociali, potrebbero – autonomamente o con l’aiuto dei fantomatici ‘navigator’ -  aggregarsi, su basi di esclusivo volontariato, intorno a mini-progetti di utilità pubblica. Ogni mattina – avanzo il primo esempio che mi balza in mente – percorro un tratto di strada bellissimo da Vergine Maria a Mondello: da un lato le pendici di Monte Pellegrino, dall’altro le rocce e il mar Tirreno. Dappertutto cartacce, stoviglie di plastica, perfino guanti e mascherine anti-covid. Quando non ho particolare fretta, raccolgo alcuni sacchetti di questi materiali abbandonati: sono sicuro che, tra i beneficiari del reddito di cittadinanza, non pochi sarebbero contenti come me di dedicare alcune ore al giorno a ripulire le coste, dando un segnale pedagogico di civismo sia agli altri cittadini sia ai responsabili degli enti pubblici che non riescono ad adempiere le proprie funzioni istituzionali.

 

Augusto Cavadi

 www.augustocavadi.com

1 commento:

germano federici ha detto...

Una iniziativa politica importante consiste nel rendere obbligatorio il servizio civile per maschi e femmine, da prestare per un certo numero di ore al mese e per x anni nel comune di residenza o altrove, svolgendo qualche attività di utilità pubblica, meglio se connessa all'ambiente o all'assistenza alla persona.