IL GIALLO DEL VIRUS
In questa imprevista quarantena forzata, ognuno di noi si è inventato un modo per non sprecare il tempo disponibile a casa. Qualcuno ha letto i libri accumulati negli anni e lasciati intonsi, qualche altro ne ha scritti di nuovi. Tra questi neo-scrittori non son mancati i romanzieri che hanno tratto spunto proprio della pandemia in corso. E’ il caso di Giambattista Sciré, noto in Italia per le sue coraggiose battaglie contro la corruzione (soprattutto nel sistema universitario), che ha pubblicato Il virus della paura (Santelli, Cosenza 2020). Protagonista un esperto di archivi che lavora presso lo studio legale di un avvocato di Roma e viene colpito dal covid-19, sperimentando la repentina interruzione delle sue relazioni affettive e del ritmo ordinario della sua vita. In sinergia con Lorenzo, un giornalista d’inchiesta che “ha il fiuto per le cose e per le notizie”, Paolo si trova – quasi casualmente – a scoprire un intrigo internazionale all’origine della pandemia planetaria: il succedersi delle vicende narrate rivelerà – a lui e dunque anche al lettore – come tale intrigo intersecasse la sua quotidianità.
La narrazione è fitta di riferimenti, oltre che alle battaglie contro la “mala università” che l’autore combatte effettivamente nella vita reale, alle ipotesi più disparate sull’origine del virus che sono circolate in questi mesi nei social internazionali: la creazione in laboratorio, la diffusione per errore o più probabilmente per una strategia mirata a indebolire la potenza economica cinese e/o la democrazia in Italia e nell’intera Unione europea…
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