“Repubblica – Palermo”
26.4. 2020
CE NE RICORDEREMO DI QUESTA EPIDEMIA (ANCHE IN BENE)
Per alcuni anni almeno resteranno, nella nostra memoria collettiva, le cicatrici di questa inaspettata (ma prevedibilissima) pestilenza. Saranno ricordi dolorosi per alcuni, spiacevoli per tutti. Proprio per questo sarà prezioso compensarli con qualche frammento confortante di vicende nostrane.
Alcuni di questi sprazzi di luce sono stati di dominio pubblico: dai turisti lombardi coccolati, durante la quarantena in albergo, a cassate e cannoli offerti da pasticceri della zona al paziente bergamasco accompagnato in ospedale, sino alla guarigione, dalla competenza e dall’affetto del personale sanitario; dal rispetto quasi unanime dell’obbligo di restare a casa più che possibile (secondo i rilievi satellitari, maggiore che in molte altre aree del Paese) al trasferimento volontario di medici e infermieri verso regioni “rosse” bisognose di rinforzi. I mass-media ci hanno anche raccontato di centinaia di volontari (motivati religiosamente, ma in molti altri casi eticamente) che si sono prodigati, non senza rischi per la salute, nel predisporre e consegnare a domicilio aiuti alimentari a famiglie indigenti.
Al di qua degli eventi noti, ci farebbe bene al cuore conoscere e non cancellare troppo presto dalla memoria tanti altri gesti che – inevitabilmente, e forse fortunatamente – non sono arrivati all’onore della cronaca. Molti di noi ne sono stati silenziosi testimoni. La famigliola che invita a pranzo per pasqua il vicino di casa – per anni praticamente sconosciuto – solo perché impossibilitato a condividere la tavola con i parenti residenti in altri quartieri. Il gruppetto di professionisti con partita IVA che decide di devolvere parte del bonus statale ricevuto a favore di persone in gravi ristrettezze economiche. Le insegnanti della scuola elementare che, una volta a settimana, fanno la spesa anche per i genitori degli alunni più disagiati e gliela consegnano in totale discrezione...Con un pizzico di commozione (e, ad essere sincero, non senza sorpresa) ho appreso da fonti dirette che in alcuni casi i destinatari di questi aiuti straordinari hanno spiazzato gli interlocutori con prove di grandissima dignità. In una società dove ogni giorno si ha notizia di truffe, di corruzione, di affari illegali ad opera, soprattutto, di borghesi benestanti che già godono di redditi e di rendite invidiabili, avviene, però, anche altro. Che una madre di famiglia in difficoltà economiche risponde a un’offerta di aiuto: “Sì, grazie. Pasta e frutta va bene, ma non c’è bisogno che paghiate le bollette della luce perché ci siamo riusciti da soli”; e un’altra: “No, grazie. Forse la prossima settimana ne avremo necessità, ma per questa ce l’abbiamo fatta: è meglio che diate il cibo a qualche altro in condizioni peggiori”.
Lo so: a pandemia debellata, verranno fuori scandalose magagne di sciacalli che anche in questa occasione avranno speculato a danno dello Stato e di privati . Sarà un motivo in più per ricordare che anche tra di noi c’è gente ricca di ricchezze che nessuna avidità potrà accumulare. Né sottrarre.
Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com
3 commenti:
La solidarietà e la vicinanza sono state presenti un pò dappertutto sul territorio italiano. Anche in altre parti d'Europa?
Quanto ci sono disastri collettivi come questo viene fuori il meglio e il peggio degli uomini
Aggiungerei una parola di gratitudine per quel vicinato di tedeschi che hanno cantato tutti insieme Bella ciao dal balcone: i 5000 commenti che hanno raccolto su YouTube sono un trionfo di solidarietà. L'ultimo ha scritto: non sto piangendo, ho solo gli occhi sudati.
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