La mafia che uccide i suoi figli
"Ecco come possono rinascere"
di Roberto Puglisi
La mafia divora i suoi figli. Li uccide nell'anima. Li spinge a camminare in un
sentiero di spine. Ci sono quelli che seguono le orme del padre, dannati come lui
nella perdizione. Lo onorano per disonorarsi. Ci sono quelli che vivono da persone
perbene e che hanno, per fortuna, seguito altre strade, non senza pena.
In una intervista di qualche giorno fa, Luciana Ciancimino, figlia di Vito,
sentiero di spine. Ci sono quelli che seguono le orme del padre, dannati come lui
nella perdizione. Lo onorano per disonorarsi. Ci sono quelli che vivono da persone
perbene e che hanno, per fortuna, seguito altre strade, non senza pena.
sindaco mafioso di Palermo, ha detto: “Ho paura di stringere la mano a qualcuno
e presentarmi. Magari l'interlocutore prima ti sorrideva ed era disposto a
considerarti solo un essere umano, a valutarti per quello che sei. Il cognome è
una barriera. Lo pronunci e ti senti subito allontanata”. E ancora: “C'è un aspetto
pubblico di Vito Ciancimino che non condivido e che condanno. La mafia è la
mostruosità che ha divorato e divora la nostra terra. Da siciliana la combatto e la
disprezzo. E combatto e disprezzo la mentalità mafiosa”. Infine, come uno strappo:
“Quell'uomo era mio padre. L'ho amato. Mi ha amata. E' così difficile da capire?
Come si può rinnegare l'amore che ti ha salvato la vita?”.
E' la sofferenza che viene da dentro e che riguarda alcuni fra quelli che hanno
E' la sofferenza che viene da dentro e che riguarda alcuni fra quelli che hanno
avuto genitori dediti al male. L'uomo che leggeva il libro delle favole, la sera, lo
faceva con mani macchiate di morte. C'è un mare vasto da solcare, soltanto per
avvicinarsi al problema, non dimenticando mai, neanche per un attimo, lo strazio
infinito, la sacrosanta richiesta di verità e giustizia delle vittime della mafia,
gli innocenti annientati dalla ferocia bestiale di quei padri-boss. Chi avrà
un simile coraggio? Intanto, se ne può parlare.
“Non posso imbarcarmi in un discorso generale – dice padre Cosimo Scordato,
“Non posso imbarcarmi in un discorso generale – dice padre Cosimo Scordato,
sacerdote noto per le sue battaglie di legalità e di civiltà -. La prima considerazione
che vorrei fare è questa: un figlio che vive quella situazione deve interrogarsi.
Fino a che punto ha ereditato tutto quello che, per esempio, un padre ha prodotto
con la sua condotta sbagliata? E' in grado di prendere le distanze dal benessere
e dai benefici? Quel figlio dovrebbe avere il coraggio di separare concretamente
la propria storia dal resto. E' un lavoro prima di tutto interiore. E in certi casi
si potrebbe manifestare questa scelta all'esterno, in pubblico. Il rinnegamento
non è nei confronti del padre, ma delle azioni gravi che ha commesso. Oltretutto,
il Vangelo, invitandoci ad amare il Signore e il suo Vangelo più dei nostri genitori,
ci spinge anche a riequilibrare i nostri sentimenti 'naturali'”.
Aggiunge il filosofo Augusto Cavadi, autore per LiveSicilia.it: “Io sono del parere
Aggiunge il filosofo Augusto Cavadi, autore per LiveSicilia.it: “Io sono del parere
che quelle persone dovrebbero distinguere dentro di sé il ruolo di figlio e il ruolo
di cittadino. Conosco figli di boss che hanno scoperto tardi l'identità del padre e,
quando è accaduto, hanno vissuto con molta saggezza la differenza dei ruoli.
Alcuni di questi 'figli di mafia', per dire così, sono impegnati in strutture di
volontariato all'interno del movimento antimafia. Questo fa la differenza.
Contestare gli errori non significa smettere di amare. Anzi, se tu ami davvero
qualcuno non cercherai mai di imbrogliare le carte, vorrai la verità per te e
per lui”.
Sullo sfondo, il groviglio delle sensazioni in controsenso. L'affetto contro
Sullo sfondo, il groviglio delle sensazioni in controsenso. L'affetto contro
il sentimento di colpa. Il gusto dell'innocenza contro una penosa certezza. Il
bacio della buonanotte contro il mafioso che te l'ha dato.
Dario Cirrincione, giornalista, è andato in profondità con il suo libro 'Figli dei
Dario Cirrincione, giornalista, è andato in profondità con il suo libro 'Figli dei
boss, vite in cerca di verità e riscatto'. Adesso dice: "Il concetto di famiglia è
diverso a seconda del contesto. Nella 'Ndrangheta, per esempio, è molto forte.
I casi sono diversi. C'è chi riconosce che il padre ha commesso fatti terribili,
ma resta comunque il padre. C'è il figlio negazionista che non accetta la
situazione e cerca giustificazioni. C'è il figlio che si rassegna e subisce
passivamente. C'è il figlio fatalista: 'Mio padre non aveva scelta'. Alcuni
riescono a svolgere una vita normale, nella piena consapevolezza di tutto,
e a mantenere un legame affettivo".
La mafia uccide i suoi figli. Li divora. Ne ipoteca il futuro. Li incatena al
La mafia uccide i suoi figli. Li divora. Ne ipoteca il futuro. Li incatena al
passato. Gli avvelena il presente. Crea, talvolta, esseri umani spaccati a
metà. Divisi tra la necessità di amare e l'impossibilità di dimenticare.
Costantino Visconti, professore a Giurisprudenza, chiosa: “E' una questione
Costantino Visconti, professore a Giurisprudenza, chiosa: “E' una questione
da non trattare con l'accetta. Capisco le ragioni di chi chiede una presa di distanza
non dall'uomo ma dai misfatti che ha compiuto. Io mi accontenterei ancora di
meno: della voglia dei discendenti con un cognome che gronda di sangue di
vivere da persone buone e rispettabili. Ecco un'antimafia senza torcicollo che
sa guardare al domani: non escludere coloro che non hanno responsabilità
diretta, ma guadagnarli alla causa dei buoni e della legalità. Quando i miei
nipoti giocheranno con i nipoti dei boss, senza distinzioni, sarà un grande
giorno. Vorrà dire che la battaglia è stata finalmente vinta”.
Un campo di gioco immenso, nella speranza del professore. Senza lacrime,
Un campo di gioco immenso, nella speranza del professore. Senza lacrime,
né lutti, né bisogno di distinguersi tra figli del male e figli del bene. Riusciremo
mai soltanto a immaginarla una Sicilia così?
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