mercoledì 2 ottobre 2019

VOTO AI SEDICENNI ? PESSIMA IDEA



“Repubblica – Palermo”
2.10.1950

DARE IL VOTO AI SEDICENNI O TOGLIERLO AI DICIOTTENNI ?

Quando la Madonna, ascoltando le preghiere di Matteo Salvini per il bene dell’Italia, lo ha convinto (in un accesso di Spirito o forse in un eccesso di spirito, di alcool) al suicidio politico di agosto, ho emesso un profondo respiro di sollievo. Provvisorio, ma profondo. Sostenitori e oppositori di questa nuova coalizione governativa sappiamo che molto del futuro del Paese dipende da come essa si comporterà nei prossimi mesi. La proposta di estendere ai sedicenni il diritto di votare è uno dei passi peggiori con cui avviare il nuovo corso.
Per quali ragioni? 
Più di tante analisi psico-sociologiche l’ha spiegato, papale papale, in un’intervista a Ernesto Assante sulla “Repubblica” del 1 ottobre, Emanuele Crisanti, sedicenne famoso per la sua partecipazione a XFactor: “Io e i miei coetanei non siamo abbastanza informati per poter davvero esprimere un voto ragionato. Non abbiamo una visione completa della politica che ci permetta di scegliere coscientemente”.
Chi ha trascorso, da alunno prima e da docente dopo, quasi settant’anni in aule scolastiche non può – se onesto intellettualmente- che sottoscrivere la dichiarazione del saggio ragazzo, aggiungendo solo due chiose.
La prima: “Non abbiamo una visione completa della politica” è una formulazione eufemistica, addolcita. La verità vera sarebbe: “Non abbiamo nessuna visione della politica, né completa né incompleta”. Se non fossero episodi anche rattristanti, ce ne sarebbero tanti di divertenti da raccontare: per esempio quando un alunno mi spiegava che lui e la sua famiglia erano per tradizione “di destra” e, perciò, avevano sempre votato “prima PCI poi PDS”.
Ma di chi è la responsabilità di tanta ignoranza? Delle agenzie educative ( in primis la scuola, poi i partiti, i sindacati, le associazioni, le chiese…) che dovrebbero curare l’alfabetizzazione sull’ordinamento repubblicano (differenza di ruolo fra parlamento, governo e magistratura, almeno) e sulle diverse teorie politiche in competizione (liberalismo, socialdemocrazia, fascismo, personalismo comunitario, ambientalismo, conservatorismo, anarchismo…). Per sopperire a questa latitanza, alcuni amici di vario orientamento ideologico abbiamo fondato nel 1992 l’associazione di volontariato culturale “Scuola di formazione etico-politica Giovanni Falcone”, con sede a Palermo ma con interventi pedagogico-didattici in ogni parte d’Italia (http://www.scuoladiformazionegiovannifalcone.it) : dopo più di un quarto di secolo continuiamo a lavorare, consapevoli però di costituire una realtà troppo piccola per l’enorme fabbisogno di informazione e di saggezza. 
Da qui la seconda chiosa necessaria – a mio sommesso avviso – alla dichiarazione del giovane Crisanti: a non essere “abbastanza informati per poter davvero esprimere un voto ragionato” non sono solo lui e i suoi “coetanei”, ma la stragrande maggioranza degli italiani. All’ordine del giorno, perciò, dovrebbe esserci non l’estensione del diritto di voto ai sedicenni, ma l’abolizione di tale diritto agli ultra-diciottenni incapaci di rispondere a quei quesiti elementari che  gli Stati democratici sottopongono agli immigrati aspiranti alla cittadinanza. 
So che affermare queste verità evidenti significa remare contro corrente che, nell’epoca della demagogia galoppante,  è l’unico peccato veramente imperdonabile. Ma ognuno ha il suo dovere etico e deve risponderne innanzitutto alla propria coscienza.

Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com

2 commenti:

Maria D'Asaro ha detto...

Sono totalmente d'accordo. Riproporrò le tue considerazioni nel mio blog.

Rita Cannizzo ha detto...

Condivido in toto