lunedì 24 giugno 2019

O MAFII DLA TURYSTÓW

Qui di seguito l'intervista apparsa in lingua polacca a cura di Mariusz Szczygiel e, a seguire, la cortese traduzione di Zuzanna Krasnopolska (autrice, anche, della traduzione del volumetto sulla mafia in polacco).
Ci sono delle imprecisioni (non ho mai sostenuto che la mafia "non morirà mai" e, quanto alla turista austriaca, ho scritto che è rimasta "ferita", non uccisa, nell'attentato di Capaci al giudice Falcone); ho operato qualche ritocco al testo  -tradotto (bene) in  italiano - dell'intervista, ma il senso complessivo è chiaro e fedele.

IN LINGUA ITALIANA:

Quello che spiega la mafia: il benessere non è innocente
 [SZCZYGIEŁ VA A CACCIA DELLA VERITà]
24 giugno 2019 | 05:53
Tre mesi fa ho raccontato su queste pagine come sul Corso Vittorio Emanuele a Trapani in Sicilia avevo comprato un libricino “La mafia spiegata ai turisti” in russo. C’erano molte altre versioni linguistiche, ma mancava quella in polacco. 
Il suo autore, Augusto Cavadi spiega cos’è la mafia (“Il cancro sul corpo. Si può curare ma spunterà da qualche altra parte); se la mafia esiste da sempre? (“No, esiste in Italia da 150 anni”); se esisterà sempre? (“Sì. La mafia non sarà mai una banda senza idee, ma un’organizzazione che funziona alla perfezione, che affronta i cambiamenti e sa reagire bene”); se un turista può essere una vittima della mafia? (“No. Solo una volta è morta una turista ma solo perché si era trovata in autostrada quando una bomba aveva fatto saltare in aria la macchina del famoso antagonista della mafia, il giudice Giovanni Falcone") e così via.
  
Mi ha scritto da Roma una traduttrice dall’italiano, Zuzanna Krasnopolska, spiegandomi che la versione polacca esiste ed è stata lei a tradurla. E Augusto Cavadi cerca di diffondere il libricino in ogni lingua del mondo. Adoro le persone che si sentono responsabili per qualche cosa. Ho fatto delle domande al signor Cavadi tramite la traduttrice. 
  
Da dove proviene questo suo sentimento di dover spiegare la mafia? “Dalla mancanza del tempo. Da decenni sono impegnato come insegnante di liceo e come attivista volontario nel movimento antimafia. Molti gruppi di studenti, di operatori sociali, di insegnanti, di turisti, di preti, di giornalisti...mi chiedono un incontro per parlare della mafia. Dopo i primi anni ero davvero stanco di ripetere sempre le stesse ricominciando ogni volta da zero. Allora ho pensato che le persone interessate potessero prima leggere le risposte essenziali alle domande più frequenti. Solo dopo, chi avesse avuto ancora desiderio di conoscere, avrebbe potuto avere un colloquio di approfondimento con me. Si è rivelata un'ottima idea: a molte persone bastano le informazioni che do nel libretto. Così risparmiano tempo e fanno risparmiare tempo a me. 
  
Ho chiesto chi pubblica il libro e chi lo finanzia: “Tutto è cominciato venti anni fa quando ho conosciuto per caso un professore di religione che vendeva libri cattolici all'ombra del Duomo di Trapani. Mi hanno colpito i suoi occhi buoni e il suo amore sincero per il libro come prodotto artigianale ben fatto. Stava cominciando a sperimentarsi anche come editore, sempre nell'ambito cattolico. Gli ho proposto di aggiungere alla sua prima sigla editoriale ("Il pozzo di Giacobbe") una seconda sigla ("Di Girolamo" che è, molto semplicemente, il suo cognome all'anagrafe) che ospitasse titoli di genere differente e di impronta "laica". Ha accettato, ha investito un po' di risparmi sul mio libretto "La mafia spiegata ai turisti" e, vedendo che veniva venduto, ha re-investito piano piano negli anni i guadagni in nuove traduzioni, anche in esperanto. Diciamo che questo volumetto si auto-finanzia: sopravvive e si moltiplica da sé.
  
Ho chiesto se occuparsi della mafia gli ha portato a scoprire qualche verità sulla vita:  “Lo studio della mafia, e soprattutto il contatto con i mafiosi (per esempio tengo delle conversazioni di filosofia-in-pratica in un carcere di Palermo), mi insegnano ogni giorno cose nuove. Mi insegnano, prima di tutto, che il mio benessere di piccolo borghese figlio di piccoli borghesi non è stato acquistato innocentemente dai miei antenati: lo hanno ottenuto o perché sono stati complici del sistema politico-economico-culturale dominato dalla mafia o perché, per lo meno, si sono astenuti dal contrastarlo. Infine, tra le tante altre lezioni, mi insegnano che la neutralità è impossibile: o lavori attivamente per il Bene comune o ti ritrovi, oggettivamente, complice di chi è avidamente concentrato sul proprio successo e sulla propria ricchezza materiale.”
  
Ho chiesto se qualche rappresentante della mafia che ha letto il suo libro e, se sì, sai qual era la sua reazione: “Non mi risulta che qualche mafioso mi abbia onorato della sua attenzione. Comunque, se lo avesse fatto, mi avrebbe inviato due parole di complimenti e di auguri: il vero mafioso fa di tutto per mostrarsi...antimafioso.”

1 commento:

Maria D'Asaro ha detto...

Sono contenta dell'esistenza di quest'ulteriore traduzione! Complimenti.