sabato 18 maggio 2019

DAL BALCONE DI CASA NOSTRA UN APPELLO PER LA LIBERTA'

Questa mattina Adriana, dopo aver ideato e dipinto lo slogan, ha appeso un lenzuolo al nostro balcone. Lo abbiamo fatto contro la mafia, poi contro la guerra: in un momento in cui si tolgono i lenzuoli di protesta, anche i più innocui ("Restiamo umani" su piazza Duomo a Milano), non ce la sentivamo di stare zitti e inerti. 
In facebook ho pubblicato la foto che vedete con una dicitura esplicativa: 
"Cara Digos di Palermo, questa è la foto del mio balcone (via Bordonaro 20, 90142 Palermo, scala A, piano settimo). Se vieni a farmi visita, puoi fare "un viaggio e due servizi": sono infatti anti-salviniano (primo reato grave, a quanto pare) e, per giunta, insegno da 46 anni a studenti liceali e universitari che si possono usare metodi fascisti anche senza essere ideologicamente fascisti (secondo reato, ancor più grave, a quanto pare). Firmato: Augusto Cavadi.
Piccola aggravante: è perfettamente d'accordo con me mia moglie, Adriana Saieva, che è ideologicamente anarchica e insegna, in una scuola elementare, educazione alla cittadinanza attiva col metodo della Philosophy with children (senza che nessun genitore, di nessun orientamento politico, abbia mai criticato una virgola della sua azione pedagogica)".
Tra lei e me, abbiamo  ricevuto più di duemila reazioni, quasi tutte di sostegno e di condivisione (in qualche caso sono rimasto commosso per le espressioni dedicateci). Solo pochi ingiuriano, ma poiché non vanno oltre le parolacce non so neppure che cosa abbiano capito. E' vero, come scrive una signora, che con tanta gentaglia che gira può essere pericoloso farsi individuare, ma pensiamo che - se si vuole agire a zero gradi di sicurezza - è necessario non fare nulla.  Ciò che mi rattrista di più sono le osservazioni, talora solo orali, di qualche collega che ci raccomanda di "non esporvi con l'aria che tira": e non si riferisce a facinorosi più o meno ignoranti, ma alle istituzioni dello Stato democratico ! Forse la tattica di "colpirne uno per educarne cento" sta cominciando a funzionare? 
Ma Salvatore Porrovecchio, professionista stimato e generoso, ci ha regalato le parole decisive per non indietreggiare: "Sono con voi cari Augusto e Adriana. Con il primo anello e' già formata la catena. Il primo discorso censurato, il primo pensiero proibito,la prima libertà negata, ci incatena tutti irrevocabilmente. La prima volta che la liberta' di un qualsiasi uomo viene calpestata ne subiamo tutti il danno . Un abbraccio." 
Ringraziamo Salvo e, con lui, le migliaia di persone che ci sostengono e che, spero, vorranno mandare un segnale di allerta e di vero amor patrio almeno per l'imminente 23 maggio: che, per quanto sta in noi,  i nostri martiri contro ogni forma di dittatura non siano morti invano.

Nessun commento: