venerdì 11 gennaio 2019

ODISSEE SUI BUS SICILIANI (FORSE NON SOLO)

“Repubblica-Palermo”
9.1.2019

ODISSEA SUI BUS PUBBLICI

   Che  il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal prefetto di Palermo, Antonella De Mirio, abbia suggerito una serie di accorgimenti per difendere l’incolumità degli autisti Amat (tra cui la collocazioni di vetri anti-sfondamento) è una buona notizia. Anzi, ottima. Una delle più grandi città italiane, dunque di uno dei Paesi più ricchi al mondo, non può permettere che dei lavoratori pubblici siano costantemente in  balìa di chiunque sia aduso alle minacce e alla violenza fisica. E’ lecito sperare, però, che gli strumenti in dotazione degli autisti (soprattutto per collegarsi immediatamente con le Forze dell’ordine) vengano predisposti ed effettivamente utilizzati anche per difendere i passeggeri.
   So che sarebbe abbastanza demagogico (dal momento che non viviamo in Danimarca né in Svezia) aspettarsi che, almeno qualche volta, prefetti e sindaci, assessori e amministratori di aziende municipalizzate, viaggiassero, ovviamente in anonimato, su mezzi pubblici. Ma, almeno, sarebbe augurabile che si informassero – da chi questi mezzi li usa ogni giorno o per necessità o per virtù ecologica – sul livello inimmaginabile di degrado raggiunto.
   Il primo segnale sgradevole, che dà come la tonalità di base, è il numero impressionante di passeggeri che non timbra alcun biglietto, sicuri che i controllori non passeranno o, se passeranno, si limiteranno a far scendere chi non ne è munito (quando, come avviene sulla linea 731, non si tratta di alcune gentili signore delle borgate marinare che puntualmente si rifiutano di esibire biglietti, di pagare multe e di scendere dal bus: “Scriva, scriva. Da qui non ci alziamo. Tanto non abbiamo nulla da perdere!”). Qualche settimana fa, non appena timbrato i due biglietti per me e mia moglie, l’autista mi ha simpaticamente abbordato: “Sa che mi sta facendo sentire un ticchettio a cui mi ero del tutto disabituato? Mi scusi se glielo chiedo: ma siete professori?” (ovviamente procurandomi un sentimento di orgoglio professionale a cui, a mia volta, ero altrettanto disabituato).
   E’ notizia di questi giorni che l’Amat reintrodurrà, almeno su alcune linee, i vigilantes. Speriamo che sia per tutte le linee e a tutte le ore. Infatti che l’Azienda decida, autolesionisticamente, di rassegnarsi all’elusione tariffaria, è un suo problema (almeno nell’immediato: è ovvio che le conseguenze negative, anche in termini di taglio delle linee, si facciano registrare di anno in anno). Un problema immediatamente nostro, invece, nasce dalla presenza frequente – se non perenne – di soggetti estranei a ogni logica di legalità e, ancor meno, di civile convivenza. Ormai è raro conoscere qualche palermitano uso a viaggiare in autobus che non sia stato, almeno una volta,  vittima di borseggiatori. Quanto alle comitive di ragazzini – talora ragazzoni sui vent’anni – che si scambiano parolacce tra loro, cantano a squarciagola, ascoltano musica a tutto volume… tutto ciò è diventato tragica normalità. Qualche volta un adulto un po’ più coraggioso osa chiedere di abbassare i toni: il risultato migliore che ottiene è un aumento del tono di voce o del volume della radio. 
    Anche in presenza di turisti sbalorditi, l’autista fa finta di non accorgersi di nulla: le cronache, anche recenti, spiegano le ragioni del silenzio e in buona misura lo giustificano. Se gli basterà pressare un bottone per consentire a una centrale di polizia di ascoltare, e meglio ancora di vedere, ciò che accade impunemente in un luogo pubblico per eccellenza, forse Palermo – e le altre città siciliane in cui la situazione non è significativamente diversa – potranno fare un concreto passo avanti verso la civilizzazione. A un miglioramento della qualità del viaggio nei mezzi pubblici potrebbe far seguito un incremento di passeggeri (sperabilmente indotti a pagare da un sistema di controlli meno impalpabile dell’attuale) e a un incremento di passeggeri potrebbe, a sua volta, far seguito una diminuzione delle auto private in circolazione con i vantaggi facilmente intuibili per la salute dei cittadini e per la viabilità delle auto usate davvero per necessità. Ma forse è chiedere troppo alla Befana appena trasvolata su altri lidi. 

Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com
    

Nessun commento: