“Repubblica – Palermo”
15.8.2018
LA LEGGE A DUE VELOCITA’ NELLE SPIAGGE SICILIANE
Prima di entrare a casa di un estraneo sconosciuto, di piantargli una tenda in giardino per alcuni giorni e alcune notti (senza avere nessun servizio igienico a disposizione), di allestire magari una cucina all’aperto con bombola a gas e relativi rischi per sé e i vicini, chiunque avrebbe qualche minuto di esitazione. Ma se il terreno non è di un privato, se per esempio è una spiaggia pubblica come a Romagnolo o a Vergine Maria, qualsiasi esitazione sembra sparire: chiunque decida, vi si insedia e la privatizza selvaggiamente. Dal momento che lede i diritti di tutti, suppone di non stare ledendo i diritti di nessuno: neppure sospetta di stare compiendo un gesto mille volte più odioso che se invadesse la proprietà di un singolo cittadino.
Aggiungerei che ad essere danneggiati sono i cittadini in generale, ma non tutti alla stessa maniera: la media e alta borghesia ha i suoi “villini” in zona (da Cefalù a San Vito Lo Capo) o usufruisce di spiagge riservate agli hotel in Italia e nel mondo o – nella ipotesi meno ottimistica – ha mezzi e soldi per cercare di volta in volta zone balneabili libere da vandali. Non così la piccola borghesia e il proletariato che, non potendosi permettere vere e proprie vacanze, si concedono solo brevi spostamenti nelle immediate adiacenze della città: in quelle spiagge, insomma, dove regna la legge del più furbo e del più sfacciato. Dove (non lo scriverei se non l’avessi visto con i miei occhi) si delimita il proprio spazio familiare con un confine di cannucciato o almeno di pietre. E dove l’immondizia si accumula di sera in sera (non di rado trasbordando dalla riva al mare).
Interverranno tempestivamente le Forze dell’ordine (auspicabilmente sollecitate e coordinate dalla Prefettura)? O si aspetterà che l’ondata trasgressiva passi da sola, lasciando inevase le segnalazioni di molti cittadini indignati, per poi magari dare una bella lezione di civiltà agli ambulanti africani che vendono collanine e cuscinetti di plastica faticando sotto il sole cocente di agosto dalla mattina alla sera?
Ma questa è una conferma, e direi una rappresentazione plastica, di ciò che avviene ancora in troppe aree del Meridione italiano. Tolleranza con i violenti: qualcuno occupa una casa assegnata per legge ad altri e nessuno osa contestarlo. Se – come è avvenuto in questi giorni a Palermo – il sindaco decide di applicare la normativa europea e italiana, che prevede fondi specifici per l’integrazione dei Sinti e Rom (cosiddetti Nomadi o Zingari), e assegna a poche decine di famiglie degli appartamenti sequestrati ai mafiosi, scoppia il finimondo. La Destra – con qualche eccezione – accorre in aiuto dei ribelli, nella convinzione davvero illuminante che la legalità è sacra quando l’autorità è reazionaria e diventa contestabile quando l’autorità è progressista. Ma non c’è nulla di più illusorio: quando l’illegalità qualunquista avanza (strumentalizzata da certa Destra adesso, come in altri casi da certa Sinistra), a perderci siamo tutti perché ci ritroviamo più poveri di diritti e di speranze civiche.
Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com
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