21.7.2018
L’INFALLIBILITA’ PAPALE DOPO PAPA FRANCESCO
Questo papa gesuita – il primo papa proveniente dalla Società di Gesù fondata in piena polemica contro i luterani da sant’Ignazio di Loyola – sta realizzando nella storia della Chiesa cattolica una frattura epocale. A qualcuno la cosa risulta entusiasmante, a qualche altro dolorosamente preoccupante, a qualche altro ancora non importa assolutamente nulla: ma l’evento è per molti versi interessante.
A farmi riflettere su un aspetto logicamente paradossale della questione sono state le critiche che contro questo pontefice vengono rivolte con sempre maggiore insistenza da cardinali, vescovi, teologi, preti e studiosi cattolici e che, con diligenza stupefacente, un vaticanista di tradizioni laiche come Sandro Magister raccoglie e rilancia sia dal suo blog sia dalle colonne del suo settimanale, “L’Espresso”.
Cosa sostiene questo ampio, e sempre meno silenzioso, fronte conservatore? Che papa Francesco con il suo insegnamento, soprattutto in campo morale e soprattutto nel sotto-settore della morale sessuale, ha tradito la Tradizione cattolica autorizzando pratiche (come l’accesso di coniugi divorziati, e risposati, alla comunione all’interno delle celebrazioni eucaristiche) che in maniera definitiva erano state proclamate, da precedenti Concili ecumenici e papi, inammissibili (nonostante molte altre Chiese cristiane, diversamente dalla Chiesa cattolica romana, le avessero ritenute del tutto accettabili in forza del principio evangelico che “i malati, e non i sani, hanno bisogno del medico” o, fuor di metafora, che i cosiddetti peccatori hanno bisogno di accostarsi alle fonti della grazia molto più dei cosiddetti santi).
Cosa c’è di tragico, o di irresistibilmente divertente, a seconda dei punti di osservazione, in queste accuse contro il vescovo di Roma? Che chi le pronunzia, nell’atto in cui le pronunzia, si caccia in un cul de sac da cui mi sembra impossibile uscire. Infatti, se non mi inganno, le possibilità logiche sono due e soltanto due. Ed entrambe sono inaccettabili per un cattolico ortodosso-tradizionalista.
La prima: Bergoglio ha ragione, nel magistero precedente della Chiesa cattolica non c’è nulla di infallibile e di irreformabile, dunque il paradigma cattolico (come si è andato strutturando dal Medioevo a oggi) è definitivamente smentito e superato.
La seconda: Bergoglio ha torto, nel magistero precedente della Chiesa cattolica tutto era infallibile e irreformabile ed egli non avrebbe potuto modificarlo in punti ritenuti dogmatici. Ma Bergoglio, regolarmente eletto papa, ha interrotto - di fatto - questa continuità ferrea e si è mostrato fallibile, affermando, con il suo insegnamento, che i papi precedenti non sono infallibili. Se in ciò sbaglia, almeno un papa nella storia è fallibile (egli stesso): dunque non si può più sostenere che i papi siano infallibili. Anche in questa ipotesi, il paradigma cattolico (come si è andato strutturando dal Medioevo a oggi) è definitivamente smentito e superato.
Non so se sono stato abbastanza chiaro ma, se non erro, abbiamo il privilegio di assistere al paradosso di un papa che, in quanto papa, sta dicendo che i papi non sono infallibili (almeno non in tutte le questioni in cui si sono ritenuti, e sono stati ritenuti, tali). O ha ragione (e cade il principio cattolico dell’infallibilità papale per errori di tanti altri papi) o ha torto (e cade lo stesso principio cattolico dell’infallibilità papale per questo solo errore di Francesco). Appena lascerà la terra, per il premio celeste o la dannazione eterna, i detrattori di oggi si affretteranno a notare che egli non ha rivendicato il carisma dell’infallibilità per dichiarare fallibili i papi precedenti e che, dunque, il nuovo papa potrà dire, infallibilmente, che Bergoglio è stato fallibile nel dichiarare non infallibili i predecessori.
A quel punto ogni buon cattolico potrà in coscienza decidere se sia più paradossale un papa (Bergoglio) che affermi fallibilmente di non essere infallibile o un eventuale nuovo papa che, come Pio IX, ritornasse a affermare infallibilmente di essere…infallibile.
Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com
4 commenti:
Dove si dimostra che a tirare troppo la corda, anche i Princìpi, i Valori e le Verità più solenni diventano comici.
Avevano ragione i Greci: bisogna prima di tutto fuggire la ὕβϱις, la dismisura, la tracotanza degli Infallibili.
Ottima riflessione, carissimo Augusto.
La condivido in pieno e anche sulla mia bacheca.
Grazie!
Hai scritto, con una logica stringente, riflessioni sulle quali da mesi "ruminavo" ... Grazie.
Gli infallibili (spero il più tardi possibile) sì rivolgeranno ai non pensanti osannando il fu Francesco e lo faranno Santo. Gli infallibili gli attribuiranno parole che egli non ha detto o meglio stravolgeranno il senso del suo operato e lo faranno magistralmente perché loro sono infallibili in questo.
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