Ormai manca solo qualche settimana alla Quinta edizione del Festival della filosofia d'a-Mare (Castellammare del Golfo 1 - 3 giugno 2018), l'unico festival al mondo dedicato a chi, pur non avendo nessuna preparazione in storia della filosofia, è appassionato di tematiche filosofiche e vuole partecipare attivamente alla ricerca collettiva.
Tra gli ospiti di quest'anno Orlando Franceschelli sul cui ultimo libro riportiamo qui di seguito una recensione di Michele Martelli, apparsa in questi giorni su "Micromega".
In calce, dopo la recensione, il programma aggiornato del Festival.
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Aureo volumetto questo di Orlando Franceschelli, In nome del bene e del male. Filosofia, laicità e ricerca di senso, appena uscito per i tipi di Donzelli, Roma, 2018, ultimo di una serie di brevi saggi del medesimo autore a cominciare dal primo su Dio e Darwin, pubblicati sempre dallo stesso editore, e impostati sull’antitesi tra «principio-creazione» e «principio-natura», cioè tra creazionismo e naturalismo, il quale ultimo, dopo Darwin, sarebbe l’unica filosofia possibile in coerenza con la scienza.
Il tema qui affrontato da Franceschelli è quello classico della teodicea, ossia della giustificazione di Dio di fronte al male. Il termine fu adoperato per la prima volta, come noto, da Gottfried W. Leibniz, che nel 1710 mandò alle stampe per l’appunto i celebri Saggi di Teodicea sulla bontà di Dio, la libertà dell’uomo e l’origine del male. Forse a questo titolo allude quello (dell’editore) di Franceschelli, che si potrebbe leibnizianamente leggere: In nome (di Dio origine) del bene e del male. Ma l’implicita allusione, se ha forse una ragione, è solo commerciale, non certo filosofica.
L’autore sostiene infatti una tesi filosofica opposta alla teodicea leibniziana e in genere giudaico-cristiana, che ha nel greco Platone la sua prima origine e nel trinomio Dio-uomo-mondo la sua formulazione metafisico-religiosa (Karl Löwith). E che, tradizionalmente, si può riassumere nelle due angosciose insolubili domande formulate da Severino Boezio: «Si quidem deus est, unde malum? bona vero unde, si non est?».
Per il pensatore cristiano tardo-romano, se c’è Dio, che è il Sommo Bene, donde deriva il male? E se all’opposto Dio non c’è, donde il bene? La supposta esistenza di Dio non spiega l’origine del male: a meno che il male non derivi da Satana, che in tal caso sarebbe un anti-Dio manicheo. La sua inesistenza non spiega quella del bene: se Dio, che è fonte del bene, non c’è, «tutto è permesso» (Dostoevskij) e si apre quindi il baratro del nichilismo etico (Nietzsche: la «morte di Dio»).
Ma l’aporia è superata, se al creazionismo teologico, razionalmente indimostrabile (Kant), e spesso antiscientifico (il «Disegno Intelligente»), si sostituisce l’idea filosofico-scientifica dell’autarchia sia della natura (Democrito e fisica moderna), sia dei suoi processi bio-evolutivi (Darwin e neodarwiniani), compreso quello che porta alla comparsa di Homo sapiens.
Sorge però il problema del «male naturale» (morte, malattie, terremoti, tsunami, ecc.): se si addita nella natura, nella «natura matrigna» (Leopardi), la causa responsabile del male, non ci troviamo di fronte alle difficoltà altrettanto insormontabili di una sorta di «fisio- o cosmo-dicea», che sancirebbe in altre forme l’ineluttabilità sovrumana del male? Ma il problema ha un vizio d’origine: la caduta dal teismo nel panteismo, che divinizza, assolutizza la natura.
Se ne esce in due modi, sostiene Franceschelli, con «due formule-segnavia imprescindibili», ma opposte e non convertibili: 1) quella dell’«al di là del bene e del male soprannaturali e naturali», cioè un’etica senza Dio-Spirito e senza Dio-Natura, e quindi l’«extramoralità della realtà fisica»; 2) quella del «bonum et malum retinenda sunt» (Spinoza), cioè che senza Dio bene e male restano, spetta a noi identificarli, definirli e discernerli.
Ma con quale criterio? L’autore avanza due proposte, d’ascendenza humiana, anch’esse opposte, che si basano sulla doppia natura dell’uomo, Homo sapiens e civilizzato compreso, altruistica e «samaritana», o egoistica e violenta, ovvero: 1) il «bene come ricerca della felicità possibile» per sé e per gli altri, che non dimentichi la nostra inclusione nella natura, la nostra «eco-appartenenza»; 2) il «male come indifferenza egoistica verso la sofferenza degli esseri senzienti», di cui noi siamo parte.
Siffatto criterio di discernimento tra bene e male si innesta, secondo l’autore, su quello che egli definisce il «relativismo della plausibilità», che ha diverse implicazioni. Innanzitutto «il pluralismo» delle visioni del mondo e dei valori, da intendere soltanto come «prodotti storico-culturali», «relativi» a noi, alle nostre scelte. Dal che consegue «la virtù della laicità» e della tolleranza, per cui nessun valore è «sacro» e indiscutibile. Infine l’opportunità della preferenza per i valori «plausibili» (libertà, solidarietà, diritti umani, bene comune, ecc.), conquistati a fatica dal processo dell’umana civilizzazione.
Dunque un relativismo storico e costruttivo, non distruttivo e nichilistico, opposto non solo alla teologia dogmatica dei fanatici del «Dio lo comanda» (da cui violenze terroristiche, stragi e guerre sante), ma anche e ancor di più, se possibile, alle sue reincarnazioni secolari (a cominciare dalla divinizzazione, aperta o surrettizia, del potere politico, della tecnica e delle biotecnologie).
Su questo punto, l’autore, travestito quasi da detective filosofico, va alla caccia dei filosofi moderni in cui le tracce di quella teologia si possono scovare, dall’anticlericale illuminista Voltaire (che professa il deismo, cioè la fede in un «Essere supremo, creatore, reggitore ecc.», e quindi l’intolleranza per gli atei) al trascendalista Kant (la cui etica rigorista del dovere postula l’immortalità dell’anima e l’esistenza di Dio) fino a Nietzsche (la cui «Volontà di Potenza» si risolve nell’assolutizzazione dei «valori aristocratici» e dell’egoismo sfrenato degli «Übermenschen») e al sociologo delle religioni Max Weber (il cui «politeismo dei valori» suppone una molteplicità di Valori-Dio in insanabile conflitto, per cui ciò che è divino per me è demoniaco per te).
Sulla ricerca di tali tracce potrebbe essere costruito, quasi come un giallo filosofico, un nuovo prossimo e intricante volume. Che nulla però toglierebbe al pregio non comune di questo libro appena uscito e alla proposta etico-filosofica in esso contenuta, riccamente e rigorosamente documentata e argomentata.
Michele Martelli
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IL GRUPPO EDITORIALE “DI GIROLAMO” DI TRAPANI
LA SCUOLA DI FORMAZIONE ETICO-POLITICA “G. FALCONE” DI PALERMO
LA FATTORIA SOCIALE “MARTINA E SARA” DI BRUCA (TP)
con il patrocinio del Comune di Castellammare del Golfo (Trapani)
organizzano
la quinta edizione del
FESTIVAL NAZIONALE DELLA FILOSOFIA D’A-MARE
La festa della filosofia di strada per non…filosofi (di professione)
Castellammare del Golfo (Trapani)
Venerdì 1 giugno – Domenica 3 giugno 2018
Venerdì 1 giugno
14 - 18: Accoglienza e registrazione dei partecipanti presso hotel Al Madarig
18, 30 – 19, 30 : Passeggiata filosofica(condotta da Augusto Cavadi): partenza dall’hotel Al Madarig
21,45: La taranta tra filosofia, musica e danza (video di Antonino Prestigiacomo, commento filosofico di Alberto Giovanni Biuso, violino di Giorgio Gagliano, canto di Federica Mantero, danza di Linda Mongelli): presso il Teatro Comunale “Apollo”.
Sabato 2 giugno
8 – 9: Colazione con i filosofi(momento informale presso l’Hotel Al Madarig)
9, 30 – 12,00: Laboratori di con-filosofia(uno a scelta secondo prenotazione, tutti presso Hotel Al Madarig):
1. Alberto Giovanni Biuso: “Che cosa significa essere pagani, oggi”
2. Orlando Franceschelli: “ Il messaggio etico di Charles Darwin”
3. Giorgio Gagliano: “ Chiedere a Dio di liberarci da Dio”
4. Chiara Zanella: "Il silenzio come virtù politica"
5. Marta Mancini: “Il fascismo oggi: quale diagnosi? quale terapia?”
16 – 17,30 Disputa a due (Al Castello della città)
“La volontà di potenza in Nietzsche: cosa mi convince, cosa non mi convince”
Dibattito pubblico fra Alberto Giovanni Biuso
e Orlando Franceschelli .
Introduce Chiara Zanella, modera Marta Mancini
18 – 20 Tavola rotonda su “Si può essere felici in un mondo infelice?” (Al Castello della città)
La riflessione dialogata, aperta a tutti gli iscritti al Festival, sarà introdotta da brevi interventi di tutti i filosofi presenti: Alberto Giovanni Biuso, Augusto Cavadi, Orlando Franceschelli, Giorgio Gagliano, Marta Mancini, Chiara Zanella.
21,45 Concerto di musica classica per violino e pianoforte (Giorgio Gagliano e Claudia Costanzo ) presso il Teatro comunale “Apollo”
Domenica 3 giugno
8 – 9: Colazione con i filosofi (momento informale presso l’albergo Al Madarig)
9, 30 – 12,00: Laboratori di con-filosofia(uno a scelta secondo prenotazione, tutti presso Hotel Al Madarig):
1. Alberto Giovanni Biuso: “XXI. Il secolo della dismisura”
2. Orlando Franceschelli: “ Dopo Hiroshima e Nagasaki: alle soglie della
terza atomica?”
3. Giorgio Gagliano: “ I tarocchi: una lettura filosofica”
4. Chiara Zanella: “Il coraggio e la tenerezza: due opposti?"
5. Marta Mancini: “ Denaro e autoinganno: ambiguità e
paradossi di un servo-padrone”
12,15 - 19,30:Escursione turistica (Il pullman parte davanti all’Hotel Al Madarig, passa dalla Riserva dello Zingaro, prosegue per Trapani; alle 17,30 riparte da Trapani e alle 18,30 ripassa dallo Zingaro per tornare a Castellammare del Golfo)
NOTIZIE TECNICHE
* La partecipazione a tutti gli eventi è riservata ai possessori di un pass rilasciato dalla segreteria organizzativa del Festival (euro 15,00; per i cittadini residenti ufficialmente a Castellammare del Golfo euro 5,00)
* Eccezionalmente sarà possibile partecipare senza pass, gratuitamente, alle manifestazioni culturali offerte, nelle due sere, alla città di Castellammare del Golfo nel Teatro comunale
* La partecipazione alla gita in pullman di domenica 3 giugno sarà riservata a quanti avranno prenotato e versato la quota aggiuntiva di euro 20,00 (non più tardi del 20 maggio 2018)
* Tranne dove diversamente indicato, le sessioni di con-filosofia si svolgeranno presso l’Hotel Al-Madarig (con accesso ai possessori di pass)
Ovviamente si è liberi di pernottare in qualsiasi struttura alberghiera. Convenzioni speciali (sino a esaurimento posti) sono state stipulate con l’Hotel Al-Madarig (0924 33533o per e-mail info@almadarig.com), Hotel La Piazzetta (info@lapiazzettahotel.com; tf. 0924 35559), B & B Rosanna (filosofiadamare@virgilio.it o cellulare 328.3369985). Qualche posto, fuori convenzione, presso Hotel Punta Nord Est (0924/30511 o per e-mail info@puntanordest.com), Per i pasti si suggerisce di prenotare sul posto a seconda dei gusti e delle esigenze alimentari. Ristoranti, trattorie, tavole calde e fredde con cibi di strada non mancano certo…
IMPORTANTE: E’ opportuno prenotare la propria iscrizione al Festival (a prescindere dalla sistemazione alberghiera che si sceglie autonomamente). A tale scopo compilare il modulo predisposto contattando la segreteria di accoglienza (filosofiadamare@virgilio.it o cellulare 328.3369985). Con questo stesso modulo si può prenotare il servizio transfert dall’aeroporto e per l’aeroporto nonché la gita di domenica 3 giugno.
Per fruire agevolmente degli eventi, si consiglia vivamente di arrivare a Castellammare del Golfo già entro la sera di giovedì 31 maggio e di ripartire lunedì 4 giugno.
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