“Repubblica – Palermo”
25.5.2018
LO ZIG ZAG SFIBRANTE (ANCHE PER I PEDONI)
DEI CICLISTI SENZA PISTE LIBERE
Dopo anni di esperimenti balordi (chiudere alcune strade del centro storico solo una volta a settimana), dai prevedibili effetti boomerang(senza il tempo di maturare un’abitudine anche mentale a passeggiare, da quelle strade scomparivano le auto ma non comparivano i pedoni), anche Palermo ha le sue zone liberate dal traffico e dallo smog. Perfino i commercianti – da decenni gloriosi oppositori di ogni provvedimento in tal senso – verificano tutti i vantaggi del provvedimento. Finalmente Palermo somiglia a una città europea e i cittadini ne godono ancor prima dei turisti. Ci si può e ci si deve lamentare delle inadempienze delle ultime amministrazioni guidate dal sindaco Orlando, ma sarebbe ingiusto non bilanciare le voci negative con questa lodevole realizzazione.
Facendo leva sul positivo conseguito si potrebbe consolidarlo e ampliarlo?
Innanzitutto consolidarlo. Dal Massimo ai Quattro Canti la carreggiata prevede due corsie: quella centrale, per i pedoni e i mezzi di trasporto autorizzati per motivi eccezionali, e quella laterale per i ciclisti. Ebbene questo corridoio è quasi impossibile da percorrere: bar e ambulanti la occupano in parte, il resto è affollato di pedoni. Conseguenza inevitabile: ciclisti, pattinatori, utilizzatori di nuovi strumenti tecnologici di mobilità sfrecciano nella corsia centrale, zigzagando fra bambini e anziani, sfiorando turisti increduli e spaventati, frenando e accelerando a scatti in una gimkana che molto poco concilia la serenità e la spensieratezza del passeggio. No: così non va per nulla bene ! Abbiamo avviato uno stile civile di convivenza: portiamolo sino in fondo. I (pochi) vigili urbani e i (molti) cittadini a piedi sembrano non sospettare neppure che ci sarebbe una spartizione di corsie da rispettare. Anch’io, se non avessi sperimentato i rimproveri a Bolzano e a Vienna da parte dei ciclisti infuriati di trovarmi in mezzo ai piedi – anzi alle ruote – mentre calpestavo le piste riservategli, mi comporterei qui a Palermo in maniera altrettanto distratta e dannosa.
Consolidare i provvedimenti attuati sarebbe, dunque, un primo urgentissimo passo. Il secondo sarebbe provare a estendere qualche regolamentazione in altre zone meno centrali della città. Non apro, ovviamente, il capitolo – potenzialmente immenso – delle periferie; mi limito, per restare in tema, a una sola esemplificazione: le piste ciclabili. In città (per esempio lungo il porto sino ai Cantieri navali) e fuori città (per esempio lungo i viali che conducono a Mondello sia per la Favorita sia per viale Olimpo) versano in condizioni pietose: con i bordi qua e là distrutti, sono occupate da automobili in sosta, da contenitori di spazzatura, da collinette di spazzatura abusiva, da venditori ambulanti (non autorizzati né a vendere né ad ambulare)…Non sarebbe più dignitoso, agli occhi delle comitive di turisti in bicicletta che – soprattutto dalla primavera all’autunno – decidono di percorrerle perché le trovano segnate sulle cartine stradali aggiornate, abolirle? No, non vedo altre soluzioni: o si difendono dall’inciviltà dei cittadini (con una raffica di multe a oltranza sino a quando, anche qui, cambino le abitudini mentali) o le si aboliscono, ammettendo senza ipocrisie che Palermo sarà pure capitale della cultura, ma i palermitani non siamo neppure capoluogo provinciale di legalità.
Augusto Cavadi
WWW.AUGUSTOCAVADI.COM
1 commento:
Sono tra i pochi palermitani che si reca al lavoro in bici e ogni giorno sperimento i disagi di cui scrivi. Posso aggiungere che, da quanto dettomi da un vigile urbano in seguito alle mie proteste circa l'occupazione delle piste ciclabili da parte di tavolini abusivi, nel tratto Massimo-Quattro canti l'ultima ordinanza prevede una sola corsia ciclabile dalle 7 alle 10. Ossia un concomitanza con l'apertura del tratto alle auto, poi nulla. Penso che se c'era un modo di fare peggio di quanto tu hai scritto, l'amministrazione cittadina lo abbia trovato.
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