<<Gattopardo>>
Marzo 2018-03-03
I SICILIANI SPIEGATI AI TURISTI (16)
UNA GITA IN BUS
Desiderate
conoscere, per così dire dalle viscere,
la vita a Palermo? Non esitate a salire sul primo autobus che passa. In uno
spaccato assai istruttivo assaporerete tutto il meglio, e il peggio, della palermitanità.
La prima
cosa che v’impressionerà è la passione irresistibile per l’infrazione delle
regole, anche quando ciò non comporta vantaggi. I viaggiatori, infatti,
potrebbero salire da due entrate laterali e consentire a chi deve scendere di utilizzare
la porta centrale; ma sarebbe troppo logico. Ecco allora che le due porte
laterali restano quasi sempre inutilizzate e nella porta centrale si accalcano,
si scontrano, si aggrovigliano, si urtano, si strattonano quanti scendono e quanti
salgono. Unica motivazione plausibile: se si entrasse dalle porte previste, s’incontrerebbero
– a monito silenzioso – le macchinette per timbrare i biglietti; laddove
l’ingresso per l’accesso vietato ne risparmia la vista inopportuna.
Una volta
dentro, avrete la possibilità di ascoltare
- volenti o nolenti – gli affari privati e privatissimi dei passeggeri:
problemi di lavoro del nipote, litigi di coppia della figlia, regalo di prima
comunione per il figlio della vicina, sospetti sulla fedeltà coniugale del medico
di famiglia…Non c’è notizia troppo riservata per non essere comunicata, a voce
alta e talora altissima, nell’ambiente tutto sommato circoscritto (non più di
trenta o quaranta persone…) di un bus urbano.
Qualora, per
isolarvi mentalmente dall’intreccio d’informazioni che vengono scambiate dai
vostri compagni di viaggio, riusciste a guadagnare un posticino presso il
guidatore scoprireste che si tratta di persona dalla pazienza pari all’abilità
tecnica. A Milano o a Firenze l’autista di un mezzo pubblico, che trovi la
corsia invasa da un’auto in sosta, si
ferma e attende che l’auto si sposti o che il vigile urbano appioppi una multa
esemplare. Non così a Palermo. Le automobili in sosta selvaggia sono la regola,
non l’eccezione. Se ci si dovesse bloccare davanti a ciascuna di esse, in una
giornata si potrebbero portare a termine due o tre corse al massimo. Gli
autisti danno prova, dunque, di inesauribile pazienza nel cercare soluzioni
alternative: e, quando le intravedono, di perizia notevole nell’attuarle.
Spesso, infatti, devono incunearsi fra quattro file di macchine: due a destra e
due, in senso contrario, a sinistra della carreggiata. Sfiorano specchietti
retrovisori e fiancate di fuoristrada intanto che evitano in extremis, con sapiente gioco di freni, motorini e pedoni che -
incuranti della fatica degli autisti di mezzi pubblici – continuano
imperterriti il proprio slalom fra
vetture ferme o in movimento.
Non
lasciatevi, comunque, conquistare del tutto dalla contemplazione estatica dell’arte
di guidare i bus: uno sguardo troppo assorto potrebbe suggerire, a qualche
malintenzionato, che siate una preda appetibile di borseggio. Nel caso
malaugurato che ciò avvenisse, l’ora di esplorazione cittadina potrebbe
concludersi con esiti davvero opposti: potreste sperimentare, infatti, il
silenzio omertoso di altri passeggeri ma anche, come è capitato a me stesso, il
coraggioso avvertimento di qualcuno che, avvedutosi del furto, urla contro il
ladro. Nella prima ipotesi, se vi è stata sottratta una somma di denaro contenuta, consolatevi all’idea che avete pagato un’indimenticabile,
efficacissima, lezione di lingua e civiltà palermitane.
Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com
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