4.4.2018
E ADESSO? QUALCHE CONSIDERAZIONE A CALDO DOPO
I
RISULTATI ELETTORALI
A urne
appena aperte commentare è una tentazione tanto sciocca quanto irresistibile. Fedele
al motto di Oscar Wilde, mi libero dalla tentazione cedendovi.
Prima
considerazione: apparteniamo a un’epoca della storia italiana fortunata. Come
in pochissimi altri Paesi al mondo le elezioni possono svolgersi senza
schieramenti di eserciti, osservatori stranieri, attentati ai seggi e agli
elettori. Qualche sgradevole disguido organizzativo fa parte, per così dire,
del colore “italiano”, ma nel complesso la giornata elettorale si è svolta in
un clima tale di serenità civica di cui dobbiamo andare fieri (anche se forse
non ne siamo del tutto meritevoli).
Seconda
considerazione: il Meridione e le isole maggiori (Sicilia e Sardegna) hanno
decretato se non la fine, certamente un’interruzione significativa, del voto di
scambio clientelare-mafioso. In Sicilia, in particolare, neppure un governo di
centro-destra ancora in luna di miele con l’elettorato (ma già in saldo
possesso di leve del sottobosco amministrativo) è riuscito a fermare l’onda del
Movimento 5 stelle: un movimento di cui si può dire tutto il male possibile, ma
non certamente che sia – almeno sino a oggi – un’agenzia di favori e prebende.
I miracolati dell’era Cuffaro-Lombardo, risuscitati negli ultimi mesi e
riciclatisi soprattutto nel centro-destra di Musumeci e Armao ma anche nel
centro-sinistra di Faraone e Orlando, non hanno compiuto – a loro volta –
nessun miracolo: se hanno portato voti clientelari, sono stati comunque
insufficienti.
A livello
nazionale – e questa è una terza considerazione – è crollata miseramente la
strategia dell’arroganza: tre dei quattro signori del “faccio-tutto-io-a-voi-basta-ammirare-quanto-sono-bravo-nel-sedurre-il-popolo-bue”
(Berlusconi, Renzi e D’Alema) hanno avuto una batosta che, se non fossero
appunto super-arroganti, equivarrebbe a un pensionamento definitivo dalla
politica. E’ rimasto in piedi solo il quarto spadaccino: ma, se Salvini vorrà
davvero diventare il leader del centro-destra, dopo aver smussato gli
estremismi provinciali del padre Bossi, dovrà imparare a relazionarsi con i
partner in maniera molto più elastica e amichevole. Personalmente sono sicuro
che il passo indietro di un altro ego-centrato come Grillo ha fatto tanto bene
al suo Movimento quanto male ha fatto Renzi al suo partito non dichiarando subito (ammesso che
la gente avesse creduto a uno spergiuro sperimentato) che avrebbe continuato a
governare Gentiloni.
La quarta
considerazione è legata strettamente alla quinta e ultima del mio ragionamento
a caldo. Molti hanno votato 5 stelle perché convinti dalla presenza di persone
per bene attive, da anni e senza nessuna aspirazione carrieristica, nella
società civile (nella mia città, ad esempio, Steni Di Piazza, Aldo Penna,
Giorgio Trizzino): più che una scommessa sul futuro, un riconoscimento del loro
passato. Ed è proprio per la loro biografia che una buona percentuale di
elettori (delusi dalle sinistre più o meno rosee) si aspetta che diano
all’interno del loro Movimento un contributo significativo per allontanarlo da
certe derive xenofobe e razziste di cui non sono mancati i segnali (primo fra
tutti il rifiuto di votare a favore dello jus
soli per non contrastare l’umore popolare emerso dai sondaggi). Un Movimento 5 stelle purificato da tentazioni
anti-europeiste e neo-nazionaliste potrebbe allearsi in Parlamento con l’area
degli scontenti di Renzi ostili a
qualsiasi ipotesi di inciucio con Berlusconi, a cominciare dal malconcio Leu
(che comunque, sia pur di poco, ha superato la soglia del 3%).
Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com
http://www.nientedipersonale.com/2018/03/05/urne-aperte-commentare-tentazione-tanto-sciocca-quanto-irresistibile/
http://www.nientedipersonale.com/2018/03/05/urne-aperte-commentare-tentazione-tanto-sciocca-quanto-irresistibile/
2 commenti:
Ciao Augusto,
condivido la tua analisi e vorrei aggiungere che qualsiasi ricostruzione della sinistra deve passare dalla difesa degli interessi dei più deboli, dai giovani precari e disoccupati, agli operai umiliati da accordi infami, ai pensionati che non ce la fanno più né a vivere né a curarsi, agli immigrati respinti da una società indifferente, ai movimenti che hanno continuato a lavorare nel sociale.
Mauro
Ho apprezzato il tuo commento postelettorale: analoghe ‘previsioni’ mi avevano indotto a votare LeU, nonostante la loro incapacità
di valorizzare un’esperienza unitaria come quella di Pisapia. Ma ora che non mi sembra che ci sia altro da distruggere, spero che
si cominci a ricostruire senza narcisismi biografici.
Posta un commento