sabato 16 dicembre 2017

I SICILIANI SPIEGATI AI TURISTI (QUATTORDICESIMA PUNTATA)

“Gattopardo”
Dicembre 2017

I SICILIANI SPIEGATI AI TURISTI (14)

Tra le sorprese – non proprio entusiasmanti – che attendono il turista in Sicilia rientra il gap fra la fama letteraria dell’Isola e il livello medio dell’istruzione. Da una parte, infatti, lo straniero associa il nome della Sicilia ai tragici greci, a Empedocle d’Agrigento e Gorgia da Lentini, alla Scuola poetica di Federico II , ai vari  Bellini, Verga, Capuana, De Roberto, Pirandello, Gentile, Quasimodo, Tomasi di Lampedusa, Sciascia, Guttuso, Consolo, Camilleri…e, dall’altra, osserva la rispettosa distanza che il siciliano medio mantiene rispetto a tutto ciò che evoca l’idea di “cultura”. Nelle città europee è normale che nei mezzi pubblici i viaggiatori siano concentrati su un giornale o su un libro; laddove, dalle nostre parti, il lettore solitario è un’eccezione rara e adocchiato con un mix di soggezione e compassione. Le librerie, per fare un altro esempio, non sono del tutto deserte solo perché, ormai, si contano sulle dita della mano: e comunque vi entra, eccezion fatta per l’inizio degli anni scolastici, un siciliano su dieci in un anno.
  Si potrebbe obiettare che in ogni Paese del pianeta ci sono geni creatori e analfabeti: ma, tra i due strati, si dispiega un ceto intermedio più o meno colto. Proprio quello strato sociale che manca, o difetta molto, in Sicilia: tra l’aristocrazia intellettuale e il “sottoproletariato cognitivo” (come lo ha definito Davide Miccione) si fatica a rintracciare una borghesia illuminata o, per lo meno, curiosa.  E poiché intellettuali raffinati (spesso rintanati nei propri circoli provinciali) e analfabeti totali  costituiscono delle minoranze statistiche, il tono culturale di una società è caratterizzato da virtù e vizi della maggioranza intermedia. Che, nel nostro caso, spende molto più per  cene in pizzeria , abiti alla moda e cellulari di ultima generazione che per libri, giornali e spettacoli di livello artistico. E, se invita un ospite a pranzo, resta tra lo stupito e il deluso qualora questi – invece dell’ennesima bottiglia di vino o dell’ennesimo vassoio di pasticcini – dovesse presentarsi con in mano un volume d’arte o un romanzo. Probabilmente è in questa scarsa propensione a informarsi, ad aggiornarsi, ad approfondire criticamente le conoscenze… che affondano le radici altri ritardi più eclatanti della Sicilia: dal punto di vista della maturità civica e della moralità pubblica come della ricerca scientifica e della produttività economica. Ma queste sono problematiche che difficilmente possono interessare il turista: almeno sino a quando il regresso culturale dei nativi non dovesse arrivare a compromettere ulteriormente la sopravvivenza  dei beni artistici e delle bellezze naturali di cui l’Isola è immeritatamente straricca.

Augusto Cavadi

(Autore del volumetto I siciliani spiegati ai turisti, Di Girolamo, Trapani 2014, disponibile presso lo stesso editore in lingua inglese e cinese)

1 commento:

Felicia Donato ha detto...

AL DOTT. AUGUSTO CAVADI

Ho letto il suo articolo “ I Siciliani spiegati ai turisti “ sulla rivista Il Gattopardo di dicembre di quest'anno e mi permetto di dissentire da quanto lei afferma, secondo me dopo un'analisi piuttosto superficiale sullo stato di cultura della borghesia siciliana.
Intanto mi chiedo se lei ha preso in considerazione il fenomeno della emigrazione intellettuale dei nostri giovani costretti a cercare altrove il lavoro, all'estero o in alta Italia, per l'assoluta mancanza di opportunità in Sicilia e nel Meridione.

Solo prendendo in considerazione una situazione a me vicina, nel mio condominio abitato da ben cinque medici, due avvocati e dieci insegnanti, dieci giovani figli di questi lavorano, avvalendosi delle loro lauree, al Nord ed al Centro-Nord con ruoli di quadro e di dirigente in aziende multinazio- nali e non.

Questa fuga di intelligenze e di competenze ha determinato il permanere di una una borghesia l
ristagnante e legata a interessi locali, a volte anche non leciti, con una preparazione culturale

salottiera e paroliera non troppo lungimirante perchè legata ad interessi personali.
Queste sono le vere ragioni di un ristagnamento culturale. Non accadrebbe se i nostri giovani laureati, figli di persone preparate ed intellettualmente sempre attive malgrado l'età, trovassero lavoro nella propria terra. Solo così tutto potrebbe cambiare,
Ciò detto, non sarebbe stato meglio scrivere: dov'è andata a finire la “ mejo borghesia “ di Palermo?

Saluti
Palermo 24/12/ 2017

Felicia Donato