Dalla pagina FB del mio amico Luciano Sesta alcune idee sulla così detta "teoria del gender" che condivido e spero possano aiutare a riflettere chi è davvero senza paraocchi pregiudiziali:
1) Dietro la teoria del gender non ci sono soltanto perversione e stravaganza, ma anche problemi reali, che chiedono di essere affrontati con rispetto, innanzitutto, per le persone coinvolte;
2) Storicamente, la distinzione fra “sesso biologico” (maschio e femmina) e “identità di genere” (uomo e donna), nasce in riferimento a una condizione subìta, non scelta, come dimostrano la sindrome di Morris e i casi di ermafroditismo e ambiguità genitale alla nascita;
3) Anche se talvolta in modo maldestro, la teoria del gender, in fondo, vuole dirci che siamo tutti persone, al di là del nostro orientamento sessuale e della nostra identità di genere.
4) Se accolta come valorizzazione della nostra umanità condivisa, la teoria gender non ci dice qualcosa di diverso da Galati 3, 28: “non c’è più uomo né donna, ma tutti siamo uno in Cristo Gesù”. Non dovremmo mai dimenticare, infatti, che c’è in tutti noi qualcosa rispetto a cui la differenza sessuale è indifferente: l’essere persone e figli di Dio.
5) Non è vero che la differenza sessuale fra uomo e donna è prima di tutto biologica, perché richiede un processo di maturazione in cui sono decisive tanto la natura quanto la cultura: se è vero che maschi e femmine si nasce, uomini e donne si diventa, in un gioco di relazioni difficili e dagli esiti non scontati;
6) Le teorie gender si inseriscono in questo spazio di libertà che la natura, anche biologica, concede a ogni essere umano, e finiscono così per esprimere, spesso involontariamente, la spiritualità della persona, che non si riduce mai alle funzioni biologiche del proprio corpo.
Le reazioni polemiche, oltre che a un fraintendimento di queste mie affermazioni, sono derivate dalla provocatoria associazione di san Paolo alle teorie Gender. Certo, se "gender" = "demonio", allora associarlo a san Paolo è un'eresia. Ma se "gender" è una risposta talora equivoca a un'esigenza giusta, allora l'analogia non fa altro che aiutarci a capire che le cose sono più complesse, e che la verità non sta sempre dalla nostra parte, ma può anche trovarsi dall'altra. Il che non significa che noi allora abbiamo torto, ma che, sull'essenziale, potremmo anche entrambi avere ragione.
1) Dietro la teoria del gender non ci sono soltanto perversione e stravaganza, ma anche problemi reali, che chiedono di essere affrontati con rispetto, innanzitutto, per le persone coinvolte;
2) Storicamente, la distinzione fra “sesso biologico” (maschio e femmina) e “identità di genere” (uomo e donna), nasce in riferimento a una condizione subìta, non scelta, come dimostrano la sindrome di Morris e i casi di ermafroditismo e ambiguità genitale alla nascita;
3) Anche se talvolta in modo maldestro, la teoria del gender, in fondo, vuole dirci che siamo tutti persone, al di là del nostro orientamento sessuale e della nostra identità di genere.
4) Se accolta come valorizzazione della nostra umanità condivisa, la teoria gender non ci dice qualcosa di diverso da Galati 3, 28: “non c’è più uomo né donna, ma tutti siamo uno in Cristo Gesù”. Non dovremmo mai dimenticare, infatti, che c’è in tutti noi qualcosa rispetto a cui la differenza sessuale è indifferente: l’essere persone e figli di Dio.
5) Non è vero che la differenza sessuale fra uomo e donna è prima di tutto biologica, perché richiede un processo di maturazione in cui sono decisive tanto la natura quanto la cultura: se è vero che maschi e femmine si nasce, uomini e donne si diventa, in un gioco di relazioni difficili e dagli esiti non scontati;
6) Le teorie gender si inseriscono in questo spazio di libertà che la natura, anche biologica, concede a ogni essere umano, e finiscono così per esprimere, spesso involontariamente, la spiritualità della persona, che non si riduce mai alle funzioni biologiche del proprio corpo.
Le reazioni polemiche, oltre che a un fraintendimento di queste mie affermazioni, sono derivate dalla provocatoria associazione di san Paolo alle teorie Gender. Certo, se "gender" = "demonio", allora associarlo a san Paolo è un'eresia. Ma se "gender" è una risposta talora equivoca a un'esigenza giusta, allora l'analogia non fa altro che aiutarci a capire che le cose sono più complesse, e che la verità non sta sempre dalla nostra parte, ma può anche trovarsi dall'altra. Il che non significa che noi allora abbiamo torto, ma che, sull'essenziale, potremmo anche entrambi avere ragione.
2 commenti:
Nessuno di noi può essere mai un uno, anche a prescindere dall'orientamento sessuale.
Caro Augusto, mi permetto di segnalare una mia breve riflessione di qualche tempo fa nella quale ho cercato di affrontare la questione senza pregiudizi, neppure quelli dettati da un eccesso di culturalismo: https://www.biuso.eu/2016/07/21/gender-theory/ .
(Temo che sul tuo sito i link non siano immediatamente attivi ma, per chi fosse interessato a leggere il testo, è sufficiente fare un copia e incolla dell'indirizzo)
Un abbraccio.
Posta un commento