domenica 5 novembre 2017

BEPPE PAVAN (PINEROLO) RACCONTA IL VIAGGIO A PALERMO

Nel riportare questo breve resoconto colgo l'occasione per invitare gli uomini palermitani sensibili a ripensare il proprio atteggiamento verso il femminile a contattare il Gruppo "Noi uomini a Palermo contro la violenza sulle donne" (che si riunisce solo 2 volte al mese) per verificare la possibilità di partecipare sia ai momenti di autocoscienza maschile sia alle iniziative di formazione ad extra.
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“Uomini in cammino”

2017, 3

Foglio del Gruppo Uomini di Pinerolo 


E NOI SIAMO ANDATI A PALERMO...

... dal 14 al 18 settembre, per incontrare il neonato gruppo uomini di quella città. Cinque uomini in cammino da Pinerolo, siamo stati accolti da loro con grande affetto e voglia di confronto. Gli stessi argomenti, che ci hanno fatto fare notte la prima sera, sono poi stati al centro anche dell’incontro “triangolare” tra i due gruppi uomini e alcune donne, rappresentanti di associazioni femministe di Palermo, nel grazioso cortile-giardino della nuova sede dell’UDI. E’ stato, questo, uno scambio più delicato, che in alcuni momenti ha rischiato di scivolare nella polemica. Ma siamo riusciti/e, tutti e tutte insieme, a mantenerlo sul piano dello scambio di esperienze e di riflessioni condivise sulla cultura patriarcale (Michele), che è strutturale in noi e da cui dobbiamo liberarci “per il bene della nostra maschilità” (Augusto).

Francesco Seminara ha illustrato i due filoni principali del loro lavoro di gruppo: interventi nelle scuole e, da cir- ca 7 mesi, autocoscienza di gruppo, pur con molte remore. Ho apprezzato molto l’intervento di Stella, che ha soste- nuto, al di là di limiti e difficoltà, la grande importanza simbolica dell’esistenza di un gruppo uomini anche a Paler- mo: “Abbiamo bisogno del cambiamento maschile, e adesso c’è un gruppo di uomini che cammina su questa strada. Per i miei alunni è importantissimo!”.

Ho rivissuto, durante quell’incontro, situazioni di tensione e conflitto in cui mi sono trovato coinvolto, mio mal- grado, nei primi tempi del nostro gruppo: tra il bisogno prioritario e fondamentale di dedicarmi al mio cambiamento, grazie anche all’autocoscienza di gruppo, e il desiderio forte di prendere anche la parola pubblicamente, per parlare ad altri uomini e raccontare il bello che quel cambiamento stava donando alla mia vita.

Ma, mentre tra gli uomini in cammino ero io solo a sentire questo forte desiderio di parola pubblica, a Palermo è tutto il gruppo che vi si dedica: dibattiti, manifestazioni, interventi nelle scuole e dovunque vengano invitati... E le donne li rimproverano di essersi esposti “troppo presto” sulla scena pubblica: avrebbero dovuto fare un cammino più lungo di autoformazione personale attraverso la pratica dell’autocoscienza di gruppo... Gli uomini si giustificano e il confronto, in certi momenti, sale di tono.

L’intervento di Stella mi è parso saggio e illuminante: il riconoscimento dell’importanza di un gruppo uomini in città è il legame ideale, a mio parere, tra l’indispensabile percorso di cambiamento individuale nel gruppo e le sue ricadute positive nella comunità. io credo – e l’esperienza di chi cammina su questa strada lo conferma – che quando un uomo sceglie consapevolmente di cambiare, quando “apre quella porta”, poi non torna indietro: il cambiamento è avviato. Ci vorrà del tempo, per chi più per chi meno, per approfondire le riflessioni e trovare il linguaggio adeguato per metterle in parola, ma si può da subito, quando se ne sente il desiderio, raccontare quello che sta avvenendo nella propria vita, e provare a seminare lo stesso desiderio in altri.

Il Gruppo Uomini di Palermo questo sta facendo, a mio avviso. Certo, fare autocoscienza in gruppo non è una pratica spontanea, tantomeno per noi uomini, ma la resistenza nel tempo sarà premiata. Parlare di sé, condividere

 

pensieri e, soprattutto, il racconto di esperienze e abitudini intime, comprese quelle che non abbiamo mai raccontato neanche all’amico del cuore, perché ce ne vergogniamo e perché nessuno ci ha insegnato a esternare sentimenti, emozioni, sofferenze, paure... e ascoltare i racconti degli altri, senza mai giudicare e garantendo l’assoluto riserbo, all’esterno del gruppo, sulle cose ascoltate... Tutto questo, a poco a poco, genera un clima di fiducia e di affetto reci- proco tali che i racconti si faranno via via più spontanei e ci ritroveremo liberati da pesi accumulatisi nel tempo, e più sereni e aperti nelle relazioni quotidiane.

Tutto questo, infine, entrerà nel bagaglio personale e nelle parole con cui continueremo a raccontarci nelle scuole, sulle piazze, nelle chiacchierate con gli amici... E con le donne, che ci apprezzeranno sempre di più, perché staranno sempre meglio con noi. Ecco perché quell’incontro, per me, è stato il cuore del nostro soggiorno a Palermo.

Poi... eravamo quasi tutti anche appartenenti alla comunità di base “Viottoli” di Pinerolo e, in questa veste, ab- biamo incontrato una comunità di uomini e donne che negli ultimi 20-30 anni hanno frequentato diverse chiese prote- stanti, liberandosi a poco a poco da ogni condizionamento istituzionale e gerarchico, e che da 3 anni hanno deciso di troncare ogni rapporto con le chiese: grande sintonia di pensieri e di pratiche, e desiderio di restare in contatto.

Emozionante è stato conoscere un “testimone di giustizia”: un imprenditore di Gela che vent’anni fa nel giro di 24 ore ha dovuto abbandonare la città e trasferirsi in una località segreta con tutta la famiglia, per sottrarsi alle minacce di morte ricevute dalla mafia. Ci ha anche donato una copia del libro in cui narra la sua storia...

L’ultima sera, infine, abbiamo preso un gelato in compagnia di due uomini e due donne del gruppo lgbt Alidaquila, che ci hanno raccontato la loro esperienza e descritto una Palermo sostanzialmente non omofoba. Noi abbiamo anche potuto osservare una notevole integrazione tra le diverse etnie che la abitano, alcune da moltissimo tempo: la Sicilia è davvero il più vicino tratto di “sponda nord” del Mediterraneo...

Una nuotata nel delizioso mare di Mondello e una visita guidata – da Sergio e Pippo – alla cattedrale di Monreale hanno completato alla grande il poco tempo che abbiamo potuto dedicare al turismo, in una città dal centro storico incantevole e notevolmente recuperato, negli ultimi anni, dal degrado.

Beppe – e Gigi Luciano Angelo Ugo e Maria

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