venerdì 16 giugno 2017

IL MUTISMO SELETTIVO: UN'OCCASIONE PREZIOSA PER I GENITORI SICILIANI


      Più spesso di quanto non si supponga gli insegnanti  delle scuole elementari si trovano in classe degli alunni particolarmente silenziosi. Eccessiva riservatezza ? Scarsa intuitività? Svogliatezza nel tenersi al passo con i compagni che studiano? Timidezza immobilizzante? Per decenni ci si è barcamenati fra queste ipotesi e tuttora molti educatori ignorano che può trattarsi di una patologia che i manuali diagnostici internazionali (quinta edizione del DSM) hanno di recente codificato formalmente: mutismo selettivo. Si tratta di  un disturbo dell’infanzia e dell’adolescenza che viene catalogato fra i disturbi d’ansia: i ragazzini che ne soffrono, pur essendo dotati di buone capacità cognitive e di un linguaggio adeguato, non riescono a parlare al di fuori del contesto familiare.
      Ciò comporta una grande sofferenza perché rende quasi impossibile esprimere emozioni e pensieri, impedisce il gioco con i coetanei, nella maggior parte delle relazioni sociali arriva a  “paralizzare” e soffocare per l’ansia. Le difficoltà sono particolarmente evidenti, e gravide di conseguenze, nell’ambiente scolastico: un bambino con mutismo selettivo può essere “ congelato” dall’ansia fino a non poter chiedere di andare in bagno pur avendone  urgente bisogno; non può rispondere alle domande della maestra che vuole verificare il suo apprendimento e spesso rimarrà isolato e ignorato durante la ricreazione mentre i suoi compagni interagiscono  fra loro. Purtroppo questo disturbo è poco conosciuto, in ambito sia sanitario che scolastico. E si può ben immaginare con quali conseguenze: diagnosi sbagliate, interventi ritardati e inadeguati, rischio di cronicizzazione.
      Che fare in concreto e in tempi rapidi? Come per altre patologie è necessario che i familiari (anche loro fortemente provati dal confronto con questa sofferenza e spesso disorientati e scoraggiati) assumano un ruolo di protagonisti. Il lavoro di Associazioni di familiari presenti in ambito nazionale, come ad esempio l’A.I.MU.SE ( Associazione italiana mutismo selettivo , www.aimuse.it ) ha dimostrato quanto importante ed efficace possa risultare un’associazione di genitori nel promuovere informazioni, sensibilizzazione e iniziative concrete per questi bambini. L’A.I.MU.SE è presente anche in Sicilia orientale e ha come referente regionale la dottoressa Caterina Fazio (caterina.fazio@aimuse.it); ma mancava un punto di riferimento in Sicilia occidentale per realizzare iniziative soprattutto  nel territorio palermitano e trapanese. In questi giorni  la Direzione nazionale ha nominato il dottor Mario Mulè ( mario.mule@aimuse.it), in qualità di familiare, referente A.I.MU.SE per la Sicilia occidentale. Come è ovvio, il primo passo del neo-referente non può essere che il tentativo di  fondare un gruppo di familiari che possa definire il percorso da seguire e lavorare insieme per realizzarlo. Quanti ritengono, o soltanto sospettano, che i loro ragazzini vivano problematiche del genere sono invitati a partecipare (dopo un contatto preliminare con la segreteria: 333.4161666 ) a un primo incontro  a Palermo,  in via Veronica Gambara 2,  alle ore 10.00 di sabato 17 giugno.  In un secondo momento potrebbero crearsi ulteriori momenti di aggiornamento per psicoterapeuti, insegnanti e altri operatori nell’ambito educativo. Sarebbe importante, intanto,  che né pigrizia né inopportuni pudori inducano i congiunti a perdere un’occasione così preziosa per il benessere di tanti ragazzini prigionieri di una gabbia che solo per ignoranza si ritiene infrangibile.

Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com

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