Due parole soltanto
Ho conosciuto Arnaldo Nesti a metà degli anni Ottanta quando
veniva a Palermo per osservare, col suo sguardo benevolmente sornione, cosa ci
fosse di autentico e cosa di sovradeterminato nella “Primavera” di Leoluca
Orlando e dei movimenti civici. Già dopo i primi incontri sono stato promosso
da “oggetto” della sua indagine antropologica in “soggetto” interlocutore: è
nata una relazione intellettuale e amicale che si è mantenuta, pur con spazi di
silenzio reciproco, sino a oggi.
Non senza sorpresa
da parte mia, all’inizio del 2016 ho avuto da Arnaldo l’invito a stare qualche
giorno nella sua deliziosa tana fiorentina per poter visionare – e discutere –
delle pagine autobiografiche stimolategli da alcuni commenti che gli erano
stati indirizzati dopo la pubblicare de Il mio Novecento.
A un certo momento
è sorta - spontanea – la domanda: questi
racconti, che intrecciano finemente ricordi personali a considerazioni
sapienziali, potrebbero incuriosire anche altri lettori? La risposta non è
scontata. Qualcuno potrebbe avere la voglia – un po’ guardona – di spiare nel
privato di un personaggio pubblico come Arnaldo; ma poi?
Poi…poi ci si sono
anche gli anziani come me che potrebbero trovare nella testimonianza di un
amico un po’ più avanti in età delle ragioni convincenti per affrontare con
serenità gli anni della nostalgia, del bilancio sincero, della preparazione al
congedo da questa Terra così affascinante e così complicata.
E ci sono anche
molti giovani che avrebbero da imparare istruttivi retroscena della vicenda
storica di quei cattolici critici che, anche grazie alle aperture del Concilio
ecumenico Vaticano II, sono stati indotti a varcare i rigidi confini della
confessionalità ecclesiale per aprire la mente e il cuore a orizzonti
planetari, finalmente davvero ‘cattolici’, vale a dire ‘universali’.
E allora, alla
fine, soppesati i pro e i contra, abbiamo deciso di dare alle
stampe questo libretto perché la società italiana e la Chiesa cattolica di oggi
non sono interpretabili senza la conoscenza di quelle tante esistenze singolari
che, fra entusiasmi ormai rari e sofferenze ormai lenite, hanno contribuito a
forgiarle.
Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com
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