24.4.2017
Gaetano Celauro su “Tenerezza” di Gesù secondo
Hanna Wolff
Augusto Cavadi ha da sempre il merito -
come filosofo, saggista e divulgatore - di scrivere libri di poche pagine ma
piene di contenuti. In quest’ultimo si dedica alla figura di Hanna Wolff e
offre notevoli spunti di riflessione, profondi e stimolanti.
Hanna Wolff (1910 – 2001) è stata una studiosa tedesca che si è occupata
di diritto, teologia, psicologia del profondo di ispirazione junghiana. Ed è
probabilmente per questa sua epistemologia complessa e per la capacità di
spaziare in discipline così distanti tra di loro che è stata poco compresa sia
dai teologi che dagli psicoterapeuti.
La limitata diffusione della sua opera
è dipesa anche dalla scarsa considerazione degli ambienti accademici per i suoi
spesso arditi tentativi intellettuali. Ma Cavadi , sin dalle prime pagine, afferma come la Wolff
non meriti affatto di essere dimenticata in quanto apre orizzonti positivi in
ambito antropologico che meritano sempre più ampia e diffusa conoscenza.
Ci si presenta la figura di un Gesù storico che è assolutamente diverso
da quello del nostro comune immaginario. Lo si associa sovente a quella del Dio
veterotestamentario che è il Dio degli eserciti, aggressivo, violento a volte.
Questo ritratto ha altresì avallato la c. d. pedagogia nera, basata sulla
durezza e la coercizione come metodi educativi. Invece, nel Gesù storico, non era presente né ancor meno rilevante
questo aspetto, mentre di contro si ritrova l’annunzio di un Dio empatico che
avvolge di tenerezza, invita a non avere paura e ad essere creativi e
responsabili. Ci si offre un’immagine materna della divinità che anticipa l’enunciato
di Giovanni Paolo I.
La Wolff, su questa interpretazione esegeticamente fondata di un Gesù
diverso da quello della tradizione, ha scritto tre libri i cui titoli esprimono
già significativamente i contenuti : Gesù
e la maschilità esemplare, Gesù
psicoterapeuta e Vino nuovo, otri
vecchi.
Il primo è un testo in cui si dimostra come si sia completamente rotto
il legame con l’androcentrismo dominante nel mondo ebraico. La prima preghiera
di ringraziamento ebraica rivolta alla divinità è diretta a ringraziare di non
essere nato donna. Ma Gesù contesta consapevolmente le regole maschiliste della
società e pone in rilievo i valori femminili dell’accoglienza, della
disponibilità, che sono posti al centro della sua vita, della sua predicazione
e della sua prassi. Junghianamente armonizza l’animus e l’anima, compie
una sintesi del meglio del sentire femminile e maschile, non mostra nessuna animosità
verso le donne e così si pone come colui
che tutti, sia donne che uomini, avrebbero voluto incontrare.
Nel secondo libro la Wolff dimostra poi, con una serie di citazioni, che
Gesù è stato lo psicoterapeuta esemplare, un modello per eccellenza,
sostanzialmente in possesso delle competenze pur senza , ovviamente, l’adozione
di procedure formali. Secondo la Wolff, Jung e Hilmann, bisogna
fondamentalmente amare: tutti i processi di guarigione passano dal sentimento e
dalla potenza risanatrice dell’affetto. Gesù di certo aveva questa
predisposizione positiva verso coloro che guariva da mali sia fisici che
psichici. Sapeva dare un nome ai processi psichici costruttivi e distruttivi e,
secondo la Wolff , aveva anche chiari i concetti di resistenza e di proiezione.
Voleva che le persone partecipassero al processo di guarigione e, prima di
intervenire, chiedeva loro se volessero realmente guarire.
La Wolff non era affatto d’accordo con l’enfasi data, specie nel mondo
protestante, al ruolo della grazia divina come portatrice di salvezza. Invero
Gesù voleva sollecitare le persone a essere attori responsabili del processo di
auto-guarigione dai mali interiori ed esteriori.
La rivoluzione del Gesù storico non è stata realmente compresa dai
cristiani. I primi discepoli hanno voluto frettolosamente armonizzare la sua
predicazione con il messaggio veterotestamentario, operazione che appare
continuare sino ai nostri giorni. Il Gesù storico rivoluzionario non è
attecchito probabilmente perché ci si è voluto nasconderci dietro la cornice
ben strutturata e comoda dell’ Ebraismo. Si è faticato a trovare un’identità
cristiana diversa e di profonda rottura con la precedente e non si è stati capaci
di costruire veramente la novità. Nella chiesa cattolica, con l’attuale
pontefice, si ha adesso un cambiamento di prospettiva e la predicazione di Papa
Francesco è spesso incentrata sulla misericordia anziché sul legalismo e sulla
durezza del Dio veterotestamentario. La Wolff ha avuto uguale orientamento e
costituisce in questa direzione un valido punto di riferimento teologico.
Gaetano Celauro
http://www.sololibri.net/Tenerezza-Hanna-Wolff-Cavadi.html
1 commento:
tanto tempo fa mi sono allontanato dal modo in cui concepivo la Chiesa cattolica quando ho sentito e capito che il Gesù che mi 'propinavano' non era il Gesù storico che io agognavo. Ho rifiutato, allora, la divinità di Gesù, salvando l'uomo Gesù. Poi, lontano dai precetti e libero di pensare a "modo mio", ho ritrovato la "divinità" di Gesù come punto di arrivo di un percorso diverso, più evangelico se così si può dire. Questo libretto di Augusto mi ha confortato ulteriormente e per questo ringrazio lui e, ovviamente, Hanna Wolff!
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