giovedì 8 dicembre 2016

OGGI FESTA DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE DI MARIA: QUALCHE CONSIDERAZIONE CRITICA


8 dicembre : Festa dell’Immacolata concezione di Maria. Vogliamo rifletterci con un po’ di serietà intellettuale?



Gen 3, 9-15.20; Ef 1, 3-6. 11-12; Lc 1, 26-38

   Quando chiedo a parenti e amici cosa si festeggi l’8 dicembre mi si risponde (almeno nove volte su dieci): la verginità della Madonna, il suo rimanere pura da ogni contatto sessuale nonostante la sua maternità. L’errore ha una sua motivazione culturale. Per secoli, nella predicazione e nella catechesi, il peccato per eccellenza è stato contro il sesto comandamento: dunque, appena si sente affermare che oggi si celebra l’esenzione della Madonna da ogni “peccato”, si pensa subito al peccato “sessuale” (e non, come intenderebbe il dogma cattolico, al peccato “originale” sin dal grembo di sua madre Anna). Insomma i dogmi sono due, sono distinti, non sono inscindibili: “verginità” di Maria (V secolo) e “immacolata concezione” di Maria (XIX secolo) Allora, per fare un po’ di chiarezza teologica servendomi del registro umoristico, in questi casi mi piace ricordare la storiella di Gesù che, al cospetto dell’adultera, invita “chi è senza peccato a scagliare la prima pietra” e, con disappunto, vede arrivare una pietra dalle retrovie della folla; getta uno sguardo scrutatore ed esclama: “Mamma, per favore, lasciami lavorare…”.
   Ma, chiarito l’equivoco, il quadro teologicamente più corretto non risulta – di solito – molto più convincente (né a me né ai miei interlocutori): perché, se tutte le figlie e i figli di Adamo nasciamo inquinati dal “male radicale”, Gesù e Maria ne sarebbero stati esentati? Ciò non li renderebbe meno umani, meno solidali con i fratelli e le sorelle di ogni tempo e di ogni area del pianeta? Ormai, però, alla luce dell’esegesi biblica moderna e contemporanea, queste domande risultano pleonastiche: le Scritture, infatti, non insegnano nessun peccato “originale” ereditario. Questa idea è stata teorizzata – fra il quarto e il quinto secolo dopo Cristo – (suppongo in buona fede, ma con disastrose conseguenze pastorali) da sant’Agostino, geniale “padre della Chiesa” per sua e nostra disdetta ignaro completamente di ebraico e non molto ferrato neppure in greco.
   E allora, nelle nostre assemblee eucaristiche cattoliche, che cosa resta da celebrare? Dal punto di vista storico, retrospettivo, nulla. Nessun concepimento umano è mai stato “immacolato” perché nessun concepimento umano è stato “maculato”: Gesù, Maria, tutte e tutti noi nasciamo all’interno del lungo e ampio fiume della storia, con le sue energie e i suoi detriti, le sue risorse e i suoi condizionamenti negativi. Tutti noi, nascendo, attestiamo una “benedizione originaria” (Matthew Fox) : ma, come ogni essere in potenza, in evoluzione, siamo esposti al rischio dell’errore e della sconfitta. Il patrimonio genetico, ambientale, culturale, simbolico che riceviamo in eredità è intrinsecamente ambivalente: ci sostiene e ci sollecita, ma altrettanto ci ostacola e ci frena.
    Se la festa di Maria “Immacolata” non ci dice nulla sul passato, può dirci ancora molto sul futuro: Come icona simbolica prospettica la madre del Salvatore può indicarci una méta, un’utopia verso cui avvicinarci pur sapendo che non la raggiungeremo mai (almeno su questa Terra): il traguardo, sempre un po’ più in là delle nostre realizzazioni effettive personali e politiche, di un’umanità senza corruzione, senza ombre, senza “macchie”. Di un’umanità che diventi meno indegna del pianetino terrestre: di quel paradiso materiale in cui una Provvidenza incredibile, o un intreccio di coincidenze casuali non molto più credibili, l’ha (provvisoriamente) collocata.

Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com

2 commenti:

Bereshit ha detto...

Da quando sono in Italia (da ieri esattamente 14 anni) ho sempre detto che la 'Festa dell'Immacolata' è la più divertente dell'anno, per il suo significato... grazie a Dio (a Dio?!) che non sono cattolica, troppe macchie, troppi peccati che peserebbero come i Monti Sibillini sulla mia anima... saluti cari da Amandola ( e si, anche noi terremotati con la casa in rovine, ma non senza tetto, e non senza speranza), Catharina

Mario Guarino ha detto...

La Chiesa Cattolica si porta dietro un retaggio di tradizioni che, come tu giustamente rappresenti, talvolta non hanno fondamento alcuno, non soltanto nell'esegesi biblica, ma addirittura nella logica: se Gesù è stato Uomo tra gli uomini perché sua Madre non avrebbe dovuto essere Donna tra le donne? Da non credente l'epopea del Nazzareno mi commuove nelle profondità del mio essere. Non meno della storia di Maria, eponima della storia di quotidiane sofferenze di tutte le Madri a partire dagli albori dell'umanità. Un abbraccio.