8 dicembre : Festa dell’Immacolata
concezione di Maria. Vogliamo rifletterci con un po’ di serietà intellettuale?
Gen 3, 9-15.20; Ef 1, 3-6. 11-12; Lc 1,
26-38
Quando chiedo a
parenti e amici cosa si festeggi l’8 dicembre mi si risponde (almeno nove volte
su dieci): la verginità della Madonna, il suo rimanere pura da ogni contatto
sessuale nonostante la sua maternità. L’errore ha una sua motivazione
culturale. Per secoli, nella predicazione e nella catechesi, il peccato per
eccellenza è stato contro il sesto comandamento: dunque, appena si sente
affermare che oggi si celebra l’esenzione della Madonna da ogni “peccato”, si
pensa subito al peccato “sessuale” (e non, come intenderebbe il dogma cattolico,
al peccato “originale” sin dal grembo di sua madre Anna). Insomma i dogmi sono
due, sono distinti, non sono inscindibili: “verginità” di Maria (V secolo) e “immacolata
concezione” di Maria (XIX secolo) Allora, per fare un po’ di chiarezza
teologica servendomi del registro umoristico, in questi casi mi piace ricordare
la storiella di Gesù che, al cospetto dell’adultera, invita “chi è senza
peccato a scagliare la prima pietra” e, con disappunto, vede arrivare una
pietra dalle retrovie della folla; getta uno sguardo scrutatore ed esclama:
“Mamma, per favore, lasciami lavorare…”.
Ma, chiarito
l’equivoco, il quadro teologicamente più corretto non risulta – di solito –
molto più convincente (né a me né ai miei interlocutori): perché, se tutte le
figlie e i figli di Adamo nasciamo inquinati dal “male radicale”, Gesù e Maria
ne sarebbero stati esentati? Ciò non li renderebbe meno umani, meno solidali
con i fratelli e le sorelle di ogni tempo e di ogni area del pianeta? Ormai, però,
alla luce dell’esegesi biblica moderna e contemporanea, queste domande
risultano pleonastiche: le Scritture, infatti, non insegnano nessun peccato
“originale” ereditario. Questa idea è stata teorizzata – fra il quarto e il
quinto secolo dopo Cristo – (suppongo in buona fede, ma con disastrose
conseguenze pastorali) da sant’Agostino, geniale “padre della Chiesa” per sua e
nostra disdetta ignaro completamente di ebraico e non molto ferrato neppure in
greco.
E allora, nelle
nostre assemblee eucaristiche cattoliche, che cosa resta da celebrare? Dal
punto di vista storico, retrospettivo, nulla. Nessun concepimento umano è mai
stato “immacolato” perché nessun concepimento umano è stato “maculato”: Gesù,
Maria, tutte e tutti noi nasciamo all’interno del lungo e ampio fiume della
storia, con le sue energie e i suoi detriti, le sue risorse e i suoi
condizionamenti negativi. Tutti noi, nascendo, attestiamo una “benedizione
originaria” (Matthew Fox) : ma, come ogni essere in potenza, in evoluzione, siamo
esposti al rischio dell’errore e della sconfitta. Il patrimonio genetico,
ambientale, culturale, simbolico che riceviamo in eredità è intrinsecamente
ambivalente: ci sostiene e ci sollecita, ma altrettanto ci ostacola e ci frena.
Se la festa di
Maria “Immacolata” non ci dice nulla sul passato, può dirci ancora molto sul
futuro: Come icona simbolica prospettica la madre del Salvatore può indicarci
una méta, un’utopia verso cui avvicinarci pur sapendo che non la raggiungeremo
mai (almeno su questa Terra): il traguardo, sempre un po’ più in là delle
nostre realizzazioni effettive personali e politiche, di un’umanità senza
corruzione, senza ombre, senza “macchie”. Di un’umanità che diventi meno
indegna del pianetino terrestre: di quel paradiso materiale in cui una
Provvidenza incredibile, o un intreccio di coincidenze casuali non molto più
credibili, l’ha (provvisoriamente) collocata.
Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com
2 commenti:
Da quando sono in Italia (da ieri esattamente 14 anni) ho sempre detto che la 'Festa dell'Immacolata' è la più divertente dell'anno, per il suo significato... grazie a Dio (a Dio?!) che non sono cattolica, troppe macchie, troppi peccati che peserebbero come i Monti Sibillini sulla mia anima... saluti cari da Amandola ( e si, anche noi terremotati con la casa in rovine, ma non senza tetto, e non senza speranza), Catharina
La Chiesa Cattolica si porta dietro un retaggio di tradizioni che, come tu giustamente rappresenti, talvolta non hanno fondamento alcuno, non soltanto nell'esegesi biblica, ma addirittura nella logica: se Gesù è stato Uomo tra gli uomini perché sua Madre non avrebbe dovuto essere Donna tra le donne? Da non credente l'epopea del Nazzareno mi commuove nelle profondità del mio essere. Non meno della storia di Maria, eponima della storia di quotidiane sofferenze di tutte le Madri a partire dagli albori dell'umanità. Un abbraccio.
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