Il
quotidiano: filosofia e spiritualità
Che ruolo ha la
spiritualità nella vita quotidiana? Oppure: ha senso parlare di spiritualità da
una prospettiva laica e non confessionale? Le due domande si intrecciano e le
possibili risposte costituiscono un passaggio ineludibile per chi voglia
ripensare il quotidiano. Ci aiuta nella riflessione Augusto Cavadi con questo
suo massiccio volume: oltre 300 pagine di grande formato, quasi un migliaio di
note, una ventina di pagine di biliografia, a testimonianza non solo di una
ricerca di vasta portata ma anche della complessità della problematica.
Dal mio punto di vista Cavadi coglie perfettamente la prospettiva più feconda, quella che mette al centro dell'analisi proprio la filosofia, intesa non tanto come una "ginnastica mentale", o un ricerca storica, ma come "amore per la sapienza, e insieme sapienza dell'amore", cioè come quella attitudine interrogativa che nasce oltre la spiegazione scientifica, proprio perchè risponde a domande che scaturiscono non dalla ricerca dello scienziato, ma dalla quotidianità dell'esistenza. Laddove ha senso anche porre domande irrazionali o ingenue, o istintive. Ma che pur tuttavia costituiscono un doveroso passaggio, una percorso di formazione per tutti noi.
In questo senso il termine stesso "spiritualità" deve essere riletto, nella sua costitutiva vaghezza, come un termine non necessariamente confessionale, anche se il suo significato religioso non può essere escluso, ma al contempo anche non necessariamente idealistico o soggettivistico, il termine deve essere inteso piuttosto come un "patrimonio di tutti, monopolio di nessuno". Spiritualità, dunque prima di tutto come apertura verso l'infinito da parte di esseri finiti, apertura e dunque non chiusura nel foro interiore, nell'isolamento, ma anzi squadernamento di un mondo attraverso tutte le forme della creazione umana, non escluse quelle dell'arte, della letteratura, della musica. Ma Cavadi non esita a mettere inaspetattamente nel discorso anche la dimensione spirituale delle scienze, o della gastronomia o dello sport.
E' dunque nella filosofia che la spiritualità riprende vita al di là dei recinti nei quali oggi si trova spesso confinata. Una filosofia che non si trastulla con il gioco dei concetti o l'invenzione di formule astratte, ma si concretizza come forma di vita improntata alla saggezza.
Così tutta la seconda parte del libro diviene proprio un ampio e articolato manuale di "spiritualità filosofica", nel quale assumono dignità di riflessione la presenza di sè, l'accettazione della propria finitudine, il superamento del complesso di colpa, ma anche il saper pensare, o il saper rischiare, il misurarsi con il lavoro, il saper mangiare quanto il saper digiunare, il saper invecchiare, il saper ascoltare il silenzio, il saper conversare, il saper darsi tempo, ecc... insomma tutte le virtù della vita vissuta al suo meglio. Come la filosofia ci insegna.
Dal mio punto di vista Cavadi coglie perfettamente la prospettiva più feconda, quella che mette al centro dell'analisi proprio la filosofia, intesa non tanto come una "ginnastica mentale", o un ricerca storica, ma come "amore per la sapienza, e insieme sapienza dell'amore", cioè come quella attitudine interrogativa che nasce oltre la spiegazione scientifica, proprio perchè risponde a domande che scaturiscono non dalla ricerca dello scienziato, ma dalla quotidianità dell'esistenza. Laddove ha senso anche porre domande irrazionali o ingenue, o istintive. Ma che pur tuttavia costituiscono un doveroso passaggio, una percorso di formazione per tutti noi.
In questo senso il termine stesso "spiritualità" deve essere riletto, nella sua costitutiva vaghezza, come un termine non necessariamente confessionale, anche se il suo significato religioso non può essere escluso, ma al contempo anche non necessariamente idealistico o soggettivistico, il termine deve essere inteso piuttosto come un "patrimonio di tutti, monopolio di nessuno". Spiritualità, dunque prima di tutto come apertura verso l'infinito da parte di esseri finiti, apertura e dunque non chiusura nel foro interiore, nell'isolamento, ma anzi squadernamento di un mondo attraverso tutte le forme della creazione umana, non escluse quelle dell'arte, della letteratura, della musica. Ma Cavadi non esita a mettere inaspetattamente nel discorso anche la dimensione spirituale delle scienze, o della gastronomia o dello sport.
E' dunque nella filosofia che la spiritualità riprende vita al di là dei recinti nei quali oggi si trova spesso confinata. Una filosofia che non si trastulla con il gioco dei concetti o l'invenzione di formule astratte, ma si concretizza come forma di vita improntata alla saggezza.
Così tutta la seconda parte del libro diviene proprio un ampio e articolato manuale di "spiritualità filosofica", nel quale assumono dignità di riflessione la presenza di sè, l'accettazione della propria finitudine, il superamento del complesso di colpa, ma anche il saper pensare, o il saper rischiare, il misurarsi con il lavoro, il saper mangiare quanto il saper digiunare, il saper invecchiare, il saper ascoltare il silenzio, il saper conversare, il saper darsi tempo, ecc... insomma tutte le virtù della vita vissuta al suo meglio. Come la filosofia ci insegna.
Stefano Zampieri
Augusto Cavadi
Mosaici di saggezze. Filosofia come nuova antichissima spiritualità
Diogene Multimedia, 2016
pp. 357 € 25
Augusto Cavadi
Mosaici di saggezze. Filosofia come nuova antichissima spiritualità
Diogene Multimedia, 2016
pp. 357 € 25
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