“Centonove”
13.10.2016
LA PRIMA VOLTA CHE…
Chi
suppone che la letteratura per ragazzi possa intrigare solo minorenni non ha
letto La prima volta che, deliziosa
raccolta di dodici racconti firmati da altrettanti autori, edita pochi mesi fa
dall’editrice milanese Il castoro . Le tecniche letterarie, le tonalità
emotive, i registri linguistici vengono sperimentati tutti (o quasi): La prima volta che ho viaggiato da sola,
di Giulia Sagramola, e La prima volta che
mi sono sentito ricco, di Sualzo, sono addirittura racconti a fumetti. Gli
altri racconti sono strutturati secondo la narrazione autobiografica tradizionale.
E sono storie che talvolta fanno divertire (La
prima volta che siamo stati traditi di Pierdomenico Baccalario o La prima volta che ho viaggiato da sola
di Giulia Sagramola), talaltra scavano nella psicologia degli adolescenti
contemporanei (La prima volta che ci ho
provato di Zita Dazzi o La prima
volta che ho detto no di Beatrice Masini),
sempre danno da riflettere (inutile ricopiare l’indice completo con
tutti i contributi).
Ogni lettore,
adolescente o adulto, sarà colpito maggiormente dall’uno o dall’altro di questi
racconti. Personalmente non ho dubbi: due, fra tutti, si sono incisi nella
memoria anche affettiva.
Il primo è La prima volta che l’ho riconosciuto di
Fausto Boccati: con una delicatezza di tratto davvero magistrale, l’autore
accompagna il lettore – quasi dal di dentro di un’evoluzione interiore – nel
processo di consapevolezza del protagonista della propria omoaffettività. Verso
la fine si legge: “Mi sentivo sgonfiare sulla sedia, mi mancava la forza di
voltarmi a guardare in faccia Simone per l’ultima volta, perché l’avevo capito
solo in quel momento, scemo che ero, che tutto finiva e iniziava quella sera,
con la mia gamba che andava a salutarlo per sempre sotto la tovaglia. Come si
chiamava quella cosa che si muoveva dentro di me? Io la conoscevo già, l’avevo
già sentita, ma non sapevo come chiamarla, non ci avevo mai pensato che potesse
avere un nome. E anche a saperlo, a chi
lo potevo mai dire?”.
Quanta
efficacia potrebbe dispiegare questo racconto in tutte quelle aule delle nostre
scuole dove l’imbarazzo degli adolescenti omosessuali si incontra – o si
scontra – con la sostanziale ignoranza dei compagni di classe (al di là degli
slogan astrattamente progressisti e disincantati) !
L’altro
racconto che mi ha lasciato un segno indelebile nell’animo è il toccante,
incantevole La prima volta che ho visto
il mare di Antonio Ferrara. A parlare è un giovanissimo africano che
attraversa deserti materiali e spirituali nella speranza di arrivare al Canale
di Sicilia e, mediante esso, a una vita nuova: “Il sole picchiava sulla testa,
e stare fermi era peggio che camminare. Ogni tanto qualcuno si appartava per
fare i suoi bisogni, e poi tornava di corsa e si metteva ancora seduto in mezzo
agli altri, per la paura di essere lasciato indietro e dimenticato. Poi ci
alzavamo e prendevamo ancora a camminare”. Al mare ci arriverà, ma l’epilogo –
a sorpresa – è amaro, anzi tragico. Come tragica è stata, ed è, la storia di
migliaia di persone di ogni età e sesso che, in questi anni, affrontano un
genocidio vergognoso di cui nessuno di noi ha la totale responsabilità e,
proprio per questo, di cui nessuno si avverte neppure minimamente responsabile.
Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com
2 commenti:
<3
Lorenzo, il tuo commento è arrivato monco ! Ci sono addirittura solo due caratteri.
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