”Repubblica –
Palermo” 27.9. 2016
MA CHE LA BATTAGLIA PER LA LEGALITA’ NON SI CONCLUDA
CON LA GALERA PER I POSTEGGIATORI ABUSIVI
Favorevoli o
contrari alla proposta di arresto (in caso di recidiva) dei posteggiatori
abusivi? Ci sono ragioni per l’assenso come per il dissenso, ma la vivacità del
dibattito scatenatosi in rete dimostra almeno una cosa: che non si tratta di
una questione peregrina. E’ in gioco un interrogativo che tocca molto da vicino
la sensibilità di centinaia di migliaia di cittadini (se ci limitiamo alla sola
Palermo).
Proprio per
questo sarebbe auspicabile che prendessero la parola, per il sì o per il no,
solo quelle persone che – utilizzando effettivamente l’auto o la moto ogni
giorno, specie quando ciò è imposto da ragioni di lavoro – abbiano effettiva
esperienza del fenomeno. In teoria, infatti, sarebbe difficile ritenere
meritevoli di galera (ammesso che la galera serva a qualcosa: ma qui il
discorso prenderebbe ben altra direzione) dei poveri cristi che, con
delicatezza, ti aiutano a parcheggiare e con altrettanta discrezione ti fanno
capire che gradirebbero una mancia, anche piccola. La prassi quotidiana, però,
è ben diversa. In alcuni (pochi) casi, specie se si tratta di immigrati
clandestini atterriti dall’idea di essere scoperti e rimpatriati, le cose si
svolgono effettivamente in un clima di mitezza e di cortesia; ma in molti altri
casi, specie se si tratta di residenti nel quartiere in cui devi posteggiare,
la fenomenologia è ben altra. La richiesta è imperiosa, in alcuni casi ti
gettano ai piedi con disprezzo una moneta ritenuta insufficiente, se ti
allontani senza versare l’imposta ti si urlano dietro minacce…Una volta che,
per evitare storie, ho spostato di cento metri la moto in una zona deserta
(apparentemente estranea al controllo territoriale del richiedente pizzo), ho
ritrovato una delle due ruote tagliate: come dimostrare legalmente ciò di cui
ero, e resto, moralmente certo?
Ovviamente
una legge non può prevedere diversa applicazione a seconda che, nei singoli
casi, cambi il tono della voce del posteggiatore, l’espressione del volto, la sua
biografia, il contesto sociale in cui ti avvicina: dunque arresto per tutti o
per nessuno. (Ogni giudice applicherà poi le attenuanti o le aggravanti del
caso secondo il suo buon senso).
Se ci
concentriamo sulla norma ipotizzata, mi pare abbastanza ovvio che - considerata in sé stessa – possa risultare
sproporzionatamente severa: davvero vogliamo gettare in carcere dei poveri
spiantati in una società di corruttori e corrotti, mafiosi e complici di
mafiosi, imprenditori che sottopagano in nero eserciti di dipendenti, maschi
che picchiano selvaggiamente compagne e figli, produttori e spacciatori di ogni
tipo di droghe, costruttori edili che sfigurano le nostre coste e le nostre
colline solo per sete di profitto?
Differente il giudizio se le autorità competenti (a cominciare dal
sindaco Orlando) assicurassero che la lotta ai posteggiatori abusivi fosse solo
l’inizio di un nuovo ciclo. Palermo ha disperato bisogno di legalità
democratica. Da qualche parte bisogna pur partire (e Aristotele insegna che il
meno importante in sé è però spesso
il più rilevante per noi): e partire
da una pratica odiosa, pervasiva nello spazio e pressoché continua nell’arco
della giornata, può costituire un buon avvio. Perché questa partenza acquisti
senso, però, deve essere seguita passo dopo passo da azioni sempre più estese e
incisive: dagli ambulanti che occupano costantemente piste ciclabili e persino
corsie di bus (vedi corso Tuckory, arteria chiave per chi vuole uscire dalla
città) agli automobilisti che posteggiano in duplice fila riducendo a budelli strade trafficate (vedi
via Ernesto Basile, arteria chiave per chi vuole entrare in città); dagli
evasori abituali e pervicaci sui mezzi di trasporto pubblico a quanti, del
tutto impunemente, lastricano le strade di Palermo di rifiuti – anche
ingombranti – a tutte le ore del giorno e della notte.
Una stagione
di legalità equa e trasparente innalzerebbe la qualità della vita nella nostra
splendida città; l’accresciuta qualità della vita attirerebbe turismo meno
sfuggente; turismo meno labile comporterebbe posti di lavoro e introiti
finanziari. Con maggiore serenità economica sarebbe meno difficile rispettare
la legalità: e così il cerchio virtuoso si chiuderebbe.
Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com
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