Democrazia. Analisi storico-filosofica di un modello politico controverso, a cura di Francesco Dipalo, edito da Diogene Multimedia, Bologna 2016, pp. 240, euro 20,00 è uscito. Contiene le relazioni che Elio Rindone, Giorgio Gagliano e Francesco Dipalo hanno tenuto nel corso delle "Vacanze filosofiche per non...filosofi" svoltesi in Trentino nell'agosto del 2015.
Qui di seguito la mia prefazione all'opera che è acquistabile sia nelle librerie fisiche che on line:
http://www.libreriafilosofica.com/shop/libri-novita/dipalo-gagliani-e-rindone-democrazia.
La democrazia non è
un principio “intoccabile” come lo
sono invece i “sacri” princìpi
dell’Ottantanove (la libertà, l’uguaglianza, la fraternità) - inalberati dai protagonisti, non sempre privi
di contraddizioni, della Rivoluzione francese del 1789 - e i tanti altri correlati (la giustizia, la
solidarietà, il rispetto verso ogni differenza…). Ma, pur non essendo un valore
in sé stesso, la democrazia è un metodo
a cui si può rinunziare - in tutto o in
parte – solo quando si è certi che la sua abolizione (o soltanto la sua
attenuazione) non pregiudichi i princìpi cui è intrinsecamente finalizzato. Il
che, concretamente, significa - come è
stato da più parti e a più riprese asserito – che si può sostituire la
democrazia solo se si ha a portata di mano un’alternativa almeno altrettanto
conducente rispetto ai fini etici, politici, amministrativi che una comunità si
prefigge.
E’ solo considerando questa caratteristica
della democrazia – a un tempo contingente e necessaria, relativa e assoluta,
opzionale (in sé) e difficilmente sostituibile (in pratica) – che si può
spiegare l’enigma di milioni (ormai direi miliardi) di esseri umani sacrificatisi
nella lotta per ottenerla (spesso anche per raggiungerne una misera caricatura)
o – in misura decisamente ridotta – per difenderla una volta ottenuta. Anche le
cronache politiche italiane di questi anni non registrerebbero dibattiti così
vivaci – talora aspri – sulla Costituzione italiana e sulle mosse per
modificarla se non si cogliesse il nesso fra garanzie costituzionali ed
esercizio della sovranità democratica.
Ma dov’è nata l’idea - se non proprio la pratica – della
democrazia? E in quale epoca ? E quali interpretazioni critiche, obiezioni
teoriche, apologie argomentate, proposte di correzioni e/o di integrazione ha
suscitato nei venticinque secoli della sua storia? Quali gli interrogativi che
oggi essa suscita, quali le sfide che è chiamata a fronteggiare se non vuole
arretrare o anche solo restare nei suoi limiti attuali rifiutandosi di maturare
– che sarebbe un altro modo di arretrare? A queste e analoghe domande risponde
il volume che avete in mano. Un testo che, se vogliamo un po’ scherzare con le
cose serie, è stato scritto in maniera democratica per parlare di democrazia.
Detto altrimenti: riproduce nella
genesi, nella struttura e nella finalità l’oggetto - il modello
democratico e le sue disavventure, appunto – di cui si occupa. Infatti
nasce dalla scommessa di coniugare la pluralità (degli autori, delle rispettive
età anagrafiche, formazioni culturali e prospettive di analisi) con l’unicità (dello
scopo): ricostruire un’immagine calibrata, problematica, sobriamente
appassionata della democrazia come idea – o, se si preferisce, come utopia. E
questo stile ‘democratico’ nella costruzione del testo si riverbera nel
linguaggio adottato: lontano da tecnicismi per iniziati quanto da intenti retorico-declamatori,
come si addice a un discorso indirizzato a un pubblico istruito, ma non
specializzato in filosofia politica, che
voglia entrare in una tematica cruciale seguendo una traccia documentata e
argomentata, pur se sintetica e chiara.
Con queste
caratteristiche, insomma, il libro di Elio Rindone, Francesco Dipalo e Giorgio
Gagliano finisce con l’occupare un posto vuoto – o per lo meno poco affollato –
nella biblioteca del cittadino desideroso di sostanziare con concetti ben
temprati il proprio impegno, più o meno intenso a seconda delle circostanze
storiche e delle fasi dell’esistenza di ognuno, per una convivenza sociale
dignitosa.
Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com
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