“Repubblica
– Palermo”
27.7.2016
I VERI POKEMON
DA CATTURARE
Con
tanti giochi cretini e dannosi che si praticano in giro per il mondo (dalla
sberla improvvisa per l’ignaro passante alla lotta fra cani appositamente
aizzati) la moda della caccia ai pokémon
è quasi una notizia confortante. Interrogarsi sulle ricadute sociali positive
del gioco è fuori luogo proprio perché un gioco, in quanto tale, non ha scopi
vantaggiosi calcolabili: il suo fascino è proprio nello spezzare la logica
utilitaristica quotidiana e nell’esaltare la dimensione “inutile”
dell’esperienza umana. Qualcuno – leggiamo sui giornali – ci sta pure guadagnando, ma la stragrande
maggioranza dei partecipanti no: sta sperimentando che la vita non avrebbe
sapore se si agisse sempre e solo per produrre, consumare, arricchirsi. Che,
insomma, c’è anche il gusto del gratuito.
Ciò premesso a scanso di accuse (fondate) di
moralismo, sarebbe ipocrita tacere un senso – piuttosto vago, confuso - di
amarezza. E’ un po’ come quando si constata che milioni di italiani,
normalmente annoiati e passivi, grazie a un campionato internazionale di calcio
si svegliano, si appassionano, diventano vivacemente critici e (almeno nelle
intenzioni) propositivi, sino al punto da lasciare la poltrona di casa per scendere
in piazza a manifestare. Difficile non chiedersi se la caccia ai fantasmi
telematici o il tifo per la propria squadra di football siano davvero delle cause meritevoli di mobilitazione
animata più di tante altre che ci lasciano, abitualmente, in sovrana
indifferenza. Difficile proibirsi di sognare che un giorno il mondo si
capovolga e la scala dei valori si ristabilisca. Sognare, ad esempio, che decine
di migliaia di siciliani si dedichino in questi mesi estivi alla caccia (fotografica
!) di piromani nei boschi; di costruzioni abusive in città e fuori dai centri
abitati; di campeggiatori abusivi nelle spiagge; di camionisti e automobilisti
che digitano sms mentre guidano in
autostrada; di cittadini incivili che scaricano rifiuti ingombranti agli angoli
delle strade in tutte le ore del giorno e della notte; di operatori ecologici
che scaricano i contenitori dell’immondizia dentro i loro camion ma non si preoccupano né dei rifiuti
che cadono per terra accidentalmente durante l’operazione né tanto meno del percolato
puzzolente che scivola dai loro automezzi; di poliziotti e carabinieri che si
accostano davanti ai bar – invece che per multare chi ha lasciato l’auto in
zona rimozione – per posteggiare, a propria volta, in seconda fila per consumare con comodo il
proprio cappuccino mattutino…Proprio in queste ore su facebook circola la foto di un vigile urbano palermitano che
posteggia l’auto di servizio tra la strada e il marciapiede e, nell’atto di
abbandonarla, a suggello, getta per terra una cartaccia che non gli serve più.
Insomma non si tratta di contrapporre la
leggerezza del gioco alla gravità del quotidiano, ma di ricordarci che il
virtuale non può sostituirsi al reale. Deve, se mai, integrarlo, ampliarlo,
aprirlo all’ulteriorità della fantasia creatrice. Ogni area del pianeta ha i
suoi fantasmi da scovare e “colpire” al cuore: la Sicilia non ne è certo
immune. Alla fine della moda sarebbe davvero triste se la nostra isola fosse
del tutto bonificata da creature immaginarie e restasse desolantemente
affollata da mostriciattoli in carne e ossa che la infestano per davvero.
Augusto
Cavadi