www.siciliainformazione.it
Augusto Cavadi presenta “Filosofare in carcere”
Può un detenuto, che vive una delle condizioni esistenziali più sofferte e umilianti, avere voglia e tempo di “filosofare”?
Malgrado tutto, pare di sì. Come e perché lo si può scoprire domani
sera (martedì 17 maggio 2016) alla Feltrinelli di Palermo, dove, a partire dalle 18,30, verrà
presentato il libro di Augusto Cavadi “Filosofare in carcere. Un’esperienza di filosofia in pratica all’Ucciardone di Palermo”,
edito da Diogene Multimedia. Nel corso dell’incontro interverranno,
oltre all’autore, Francesco Chinnici, Maria Antonietta Spinosa e
Francesco Giardina.
Augusto Cavadi, saggista e giornalista dai mille interessi
oscillanti tra la teologia, la pedagogia, lo studio della criminalità
mafiosa –tutti pervasi da robusta passione civile-, da tempo si dedica
alla filosofia in pratica. Il filosofare, per Cavadi e per chi segue la
filosofia in pratica, non è ricerca teorica, mera speculazione
intellettuale su questioni tanto alte quanto distanti dalle esperienze
di vita quotidiana: al contrario, è il ragionare per interrogarsi e
fornire risposte ai problemi che si presentano nei sentieri
esistenziali, da quelli apparentemente più minuti e correnti a quelli di
maggiore spessore.
“Filosofare in carcere” è un agile volume frutto di un laboratorio di filosofia in pratica tenuto presso l’Ucciardone.
I detenuti che vi hanno partecipato, stimolati da Cavadi, si sono
confrontati con temi di rilievo filosofico, quale l’eros, la philia,
l’agape, per scoprire quanto la passione, l’amicizia, l’amore come dono
facciano parte del patrimonio esistenziale di tutti e di come possano
orientare le scelte fondamentali. Né sono mancati, nelle discussioni
filosofiche in “cella”, i richiami alla mafia, realtà che lo scavo del
pensiero rivela nella sua aberrazione. Attraverso simulazioni di storie
animate da personaggi frutto di fantasia (“Pinuzzo e Pinuzza”), i
detenuti hanno espresso e affinato il loro pensiero accostandosi alla
filosofia, non più scatola colma di astratti e incomprensibili
formulari, ma bussola della ragione e dell’esistenza.
Si è certi che in quei giorni di laboratorio di filosofia in pratica – da cui è scaturito il libro di Cavadi – i detenuti,
pur rinchiusi tra le pareti dell’Ucciardone, avranno assaporato il
gusto della libertà, a esso anelando con più intensa energia.
Perché il pensare, e ancor più il pensare filosofico, spezza catene e
rende più liberi. E anche in ciò, e nel suo proposito in senso lato
educativo, sta il pregio del lavoro di Cavadi.
Link all'originale:
1 commento:
Augusto, carissimo, eccomi finalmente con il tuo libro. Ci ho messo molto a recuperarlo, perché "preso dai Turchi" in questo tempo di manifestazioni di filosofia e politica, pressanti. Ti ringrazio. Ho letto. Sei splendido, caro, sei "mala filosofos" diceva Platone per intendere un vero e proprio filosofo, chi accoglie abbracciando con affetto ogni cosa nella singolarità del bene in sé.
Ti abbraccio con affetto
Posta un commento