“Niente di personale”
20.4.2016
DIVORZIATI E PROSTITUTI: TUTTI FELICEMENTE NELLA STESSA
BARCA
Una delle caratteristiche del giornalismo di
qualità è senz’altro il coraggio di scrivere ciò che si ritiene vero, anche
quando le proprie righe possono urtare i potenti. E, nei decenni del suo lavoro
di vaticanista de “L’Espresso”, Sandro Magister ci aveva abituato a questa parresìa (come i Greci e i primi
cristiani chiamavano la franchezza nel dire pane al pane e vino al vino, senza
riserve mentali né tattiche diplomatiche). Ma da alcuni anni Magister ha
trasformato il coraggio in acredine sistemica; la sincerità in aggressività
metodica; la finezza della denuncia in strategia demolitrice, capziosa e “ a prescindere”. Il
bersaglio centrale di questa continua, testarda polemica è papa Francesco I :
cardinali, vescovi e teologi a lui fedeli sono obiettivi secondari.
Chi segua il blog che Magister aggiorna
quotidianamente può verificare a quali punte di ingiustizia arrivino i suoi
attacchi. L’ultimo (al momento in cui scrivo) riguarda la Lettera “Amoris
laetitia” in cui, come è noto, il papa affida ai vescovi locali la
responsabilità di discernere - caso per
caso – quali divorziati risposati siano da ammettere alla comunione
eucaristica. E che fa il buon Sandro ? Pubblica la lettera di un prete
argentino che racconta di una prostituta che, invece di “approfittare” della
misericordia divina, se ne stava su un banco in fondo alla chiesa consapevole
dei suoi peccati e non si accostava alla sacra mensa. Il parallelo fra i
divorziati e la prostituta è evidente: i primi dovrebbero lasciar cadere la
possibilità aperta dal papa e seguire, piuttosto, l’esempio della meretrice.
Ciò che addolora in questa operazione
bassamente avvocatesca (dunque, per evitare malintesi tra me e i miei amici
avvocati, non bassa perché da avvocati ma bassa perché da avvocato di bassa lega) è che rivela una
presunzione pari solo all’ignoranza biblica e teologica. Essa infatti
suggerisce un’equiparazione fantasiosa fra chi si trova a vivere una vita di
coppia, riconosciuta legittimamente da uno Stato, e chi si trova a vivere
vendendo il proprio corpo a sconosciuti approfittatori. Ma – ammessa e non
concessa questa equiparazione – un papa deve o non deve seguire come modello
Gesù di Nazareth? Quello stesso rabbi che
ha detto di essere venuto per i malati e non per i sani, per i peccatori e non
per i giusti? Quello stesso che ha bloccato la lapidazione di una adultera per
mano di fanatici benpensanti e ha lodato la prostituta che gli profumava i
piedi in un convito pubblico?
Di tutto questo Sandro Magister non sa
nulla. O nulla vuole saperne. Per lui è più importante che un papa segua
l’insegnamento dogmatico, moralistico, sessuofobico della Chiesa cattolica
dal Concilio di Trento (XVI secolo) a
Benedetto XVI piuttosto che la rivoluzionaria “novella” del Cristo. Che
tristezza vedere conservatori che non sanno cosa davvero valga la pena di
conservare, tradizionalisti che ignorano la tradizione originaria perché
abbagliati dalla tradizione recente! Che
amarezza vedere avventurosi incendiari che si avviano alla quiescenza da
pompieri premurosi ! “Non giudicate affinché non siate voi stessi giudicati da
Dio!” si legge in Matteo, 7, 1: ed è
sconcertante constatare che l’Annunziatore di queste parole di liberazione e di
mitezza sia stato trasformato, dopo la sua morte, nel Giudice universale della
Cappella Sistina. Non meno sconcertante constatare che, nel XXI secolo, ci sono
persone istruite che non si scandalizzano neppure di questo.
Augusto
Cavadi
www.augustocavadi.com
www.nientedipersonale.com/2016/04/20/divorziati-e-prostituti-tutti-felicemente-nella-stessa-barca/
www.nientedipersonale.com/2016/04/20/divorziati-e-prostituti-tutti-felicemente-nella-stessa-barca/
1 commento:
Caro Augusto la comunione ai divorziati è un’assurdità oggettiva almeno per due motivi ben noti.
1) E' oggettivamente opposta, contraddittoria e svilente la volontaria e dichiarata indissolubilità del matrimonio cattolico. Che senso ha oggi affermare, nel clou della cerimonia, con tanto di testimoni, quel fatidico sì alla chiarissima domanda di fedeltà che rivolge il celebrante agli sposi?
2) Uno dei requisiti della confessione, che dovrebbe precedere la comunione, è che il penitente si pente e s’impegna a non peccare più. Con che coraggio un divorziato può addurre simile promessa?
Povera chiesa cattolica nelle mani di Bergoglio….. Gli restava quel minimo di rigore e di serietà che la puntellava. Stimo che tra qualche anno o mese anche l’aborto verrà accolto nelle larghe e flaccide braccia del Francesco…… PAZZESCO!!
E lo dice uno che non ci crede, tra l’altro.
Saluti Augusto
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