“Repubblica – Palermo”
12.3.2016
LA LEGGE A INTERMITTENZA PER DIFENDERE GLI STUDENTI
DEL “CANNIZZARO”
Quando in queste stesse colonne è stato ospitato
l’appello di solidarietà agli alunni del liceo “Cannizzaro” , che da settimane
difendono col proprio corpo la strada d’accesso alla loro scuola dai trasgressori
del divieto di transito per veicoli a motore, supponevo che il peggio che
potesse capitare fosse il silenzio indifferente delle istituzioni cittadine. Mi
sbagliavo: come si dice abitualmente, al peggio non c’è fine. Infatti
i vigili urbani si sono mossi e, almeno nelle ore mattutine, impediscono
con la presenza fisica di un’auto di servizio l’accesso a quel tratto di via
Arimondi: ma ciò aggrava, anziché alleviarla, la situazione. Innanzitutto
perché, in presenza dei vigili, tutte le altre infrazioni che si consumano
nella via e nelle strade adiacenti continuano ad essere perpetrate imperterritamente:
auto che posteggiano sulle strisce pedonali, in doppia fila, sulle corsie dei
bus, ai crocevia (impedendo la vista a chi sopraggiunge), negli spazi riservati
alle moto; distinti signori che continuano a non raccogliere gli escrementi
che i loro non altrettanto signorili cani seminano sui marciapiedi; mamme che
continuano a ignorare le cartacce sporche che i loro bimbi vanno abbandonando
per strada man mano che mangiano la merenda mattutina…Già questa presenza muta
e inerte di rappresentanti della legge appare come la concretizzazione
plastica di una dichiarazione di resa
delle istituzioni alla maleducazione di molti palermitani.
Ma c’è di più,
anzi di peggio. Dagli automobilisti della zona la presenza fisica a ore dei vigili urbani , che devono interporre le
proprie persone e convincere uno a uno i guidatori a non infrangere il
divieto che da anni fa bella e inutile mostra di sé , viene
interpretata come messaggio temporaneo: “Almeno quando ci siamo noi, evitate di
calpestare i ragazzi”. E, in effetti, quando nelle altre ore i vigili
(comprensibilmente) vengono adibiti ad altri incarichi di servizio, i ragazzi
vengono maltrattati, strattonati, minacciati esattamente come sempre. In quale
altra città europea le cose andrebbero così? E non perché i palermitani siamo
marci nel dna e i milanesi o i viennesi nascano impastati di legalità. Più
semplicemente, a Milano e a Vienna (l’ho visto a Milano, ho sperimentato
qualcosa del genere a Vienna), i vigili
urbani lascerebbero materialmente libero l’accesso vietato ai motoveicoli e,
man mano che i trasgressori entrassero nella zona proibita, stilerebbero i
verbali per le multe previste. Quanto tempo occorrerebbe per diffondere in
maniera convincente la notizia che da quel tratto di strada non si deve
passare? Suppongo non più di due ore. Il tempo di appioppare una ventina di
multe. Poi, per un anno, i vigili potrebbero restare comodamente a casa a
dormire o, meglio ancora, andare in giro per applicare il medesimo metodo a
qualcun'altra delle innumerevoli illegalità quotidiane che rendono davvero
soffocante la vita nella nostra città.
Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com
1 commento:
Dici bene, Augusto: una resa.
Anche perché, nel caso le multe venissero comminate, gli uffici dei vigili urbani di Palermo si riempirebbero di persone a caccia della raccomandazione per farsi togliere la multa.
Ciò che riferisci mostra la complicità tra le istituzioni latitanti e un corpo sociale profondamente corrotto. L'una dà sostegno all'altro.
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